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Conte e Tudor
Conte e Tudor

Giovanni Albanese, giornalista della Gazzetta dello Sport, ha scritto un editoriale su Sportitalia dove ha parlato di Napoli e Juventus.

Conte e Tudor

Conte e Tudor: le parole sono importanti 

Le parole sono importanti. Possono assumere un grande valore e – se dette nei momenti giusti – possono aprire scenari impensabili, nel bene e nel male. Tudor è stato chiaro nel dire che la parola “traghettatore” non lo fa sentir bene, che è quanto di più dispregiativo possa percepire quando si parla del suo lavoro. In effetti, stando in linea col suo discorso, un allenatore o è sempre di passaggio o non è mai di passaggio: “Magari ha un contratto lungo e può durare cinque partite perché le perde tutte”. Dopo aver riportato entusiasmo e senso del dovere all’interno della Juve, ha posto l’accento sul lavoro nel quotidiano: “Perché il futuro nella vita si costruisce giorno dopo giorno, nel calcio partita per partita”.


 

Anche Antonio Conte si è fatto sentire sulle questioni del Napoli, svelando una presa di coscienza. “In questi mesi a Napoli ho capito che alcune cose non si possono fare”, ha detto il tecnico ricordando la sua presentazione estiva, nella quale aveva di fatto blindato Kvara: poi venduto a gennaio e – di fatto – non sostituito con un giocatore dello stesso livello. Le parole del tecnico possono essere interpretate in tanti modi, De Laurentiis per esempio ha invitato a parlarne a fine stagione perché “certe riflessioni creano disagio”. Ma la tempistica scelta da Conte non è casuale e a oggi può essere un tentativo per rimanere sulla panchina azzurra più che l’anticipazione della decisione di non andare oltre la fine dell’anno.

Conte e Tudor: occhio ai destini incrociati

“I destini di Tudor e Conte s’incroceranno? Non è detto. Perché il primo ha tutte le possibilità per dimostrare di essere l’allenatore giusto per la Juve nel finale di questa stagione, perché il secondo – che resta un sogno bianconero per il futuro – ha costruito al Napoli una base che andrebbe semplicemente adeguata per fare una lotta più equa con le altre squadre più attrezzate. Appare chiaro, insomma, che la sfida di entrambi oggi non sia altrove ma nel contesto in cui si trovano, proprio come pare inevitabile che terranno banco entrambi tra qualche settimana quando ci sarà da decidere in prospettiva. Ma se è vero che il futuro si costruisce, Tudor e Conte oggi sono sullo stesso piano: né passato né futuro, ma qui e ora.


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