Carlo Nordio a Napoli: i magistrati lasciano l'aula per protesta
Proteste dei magistrati in tutta Italia durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario delle Corti d'Appello
Proteste dei magistrati in tutta Italia durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario delle Corti d'Appello.
Da Milano a Palermo, le toghe si sono presentate nelle aule con la coccarda tricolore e la Costituzione in mano per rivendicare la loro contrarietà alla riforma della Giustizia con la separazione delle carriere, che ha avuto il primo si dalla Camera nei giorni scorsi.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio era all'inaugurazione a Napoli, dove i magistrati hanno lasciato il Salone dei Busti di Castel Capuano appena il ministro ha preso parola.
“Il dissenso è il sale della democrazia e ringrazio i magistrati per aver espresso il loro dissenso in maniera composta. Ma pensare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per oltre trent'anni, possa avere l'obiettivo di umiliare la magistratura è ingiusto”, ha detto il Guardasigilli.
Per lui applausi da chi era rimasto nel Salone, soprattutto dagli avvocati.
L'intervento di Nordio
“E' doloroso - ha proseguito Nordio nel suo intervento - che qualcuno possa pensare che questa riforma costituzionale sia punitiva per la magistrature. Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso. Però che si possa pensare che un ministro che a trent'anni è entrato in magistratura ed è stato per tre anni alla guida dell'inchiesta contro le Brigate Rosse, tutta la Colonna Veneta, e ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, che un ex magistrato quale sono possa avere come obiettivo l'umiliazione della magistratura lo trovo particolarmente improprio”.
E poi: “Vi pare che, avendo io fatto per 40 anni il pm per essere libero e indipendente”, la riforma “vorrebbe un pm sottoposto al potere esecutivo? Non avverrà mai, non in nome di questa riforma costituzionale”.
Il Guardasigilli ha inoltre fornito alcuni dati: "Il contributo offerto dagli uffici del Distretto di Napoli è stato molto significativo e, per questo, mi sembra opportuno soffermarmi un momento sui numeri di quello che possiamo definire un successo. Rispetto all'obiettivo Pnrr, previsto per il 31 dicembre 2024, di abbattimento del 95% dell'arretrato civile pendente al 31 dicembre 2019, la Corte d'Appello di Napoli, partendo da un arretrato di 20.819 dipendenti, ha raggiunto il livello di 302 procedimenti ancora pendenti al 30 novembre 2024, con una diminuzione del 98,5%. Secondo i dati disponibili a novembre, anche i Tribunali di Avellino, Benevento, Napoli Nord e Nola, hanno pienamente raggiunto l'obiettivo di abbattimento del 95% dell'arretrato civile pendente al 31 dicembre 2019. Napoli era al -94,8%, Santa Maria Capua Vetere al -94,7%, Torre Annunziata il -93,3%.
E infine: “Particolarmente significativo è stato proprio il risultato del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che partendo da un arretrato, al 2019, di 15.233 procedimenti pendenti è giunto a soli 809 prcedimenti ancora pendenti”.
“Riforma veicolata con slogan, non risolve niente”
Prima della cerimonia di Napoli, nove magistrati aderenti all'Anm si sono riuniti fuori Castel Capuano per far sentire la loro voce, con toga, coccarda tricolore sul petto e tra le mani un cartello con una frase di Piero Calamandrei sulla Costituzione.
Durante l'inno di Mameli, le toghe presenti nel Salone hanno levato al cielo la Costituzione.
Poi, hanno lasciato l'aula appena Nordio ha iniziato l'intervento.
Il ministro ha poi ricevuto un lungo applauso, con parole di incitamento, da parte di chi è rimasto nel Salone dei Busti in conclusione del suo discorso.
Le toghe hanno spiegato il loro gesto.
“Toccare l'ordine giudiziario significa toccare uno dei tre poteri dello Stato, modificare l'assetto costituzionale della giurisidizione è un danno per i cittadini nell'interesse dei quali noi cerchiamo di ottenere attenzione”, ha detto Paola Cervo, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm, all'esterno di Castel Capuano, dove le toghe si sono riunite in protesta.
“La riforma viene veicolata con slogan. Ci si limita a parlare della separazione delle carriere non risolverà nessuno dei problemi che sperimentiamo quotidianamente in aula”, ha aggiunto.
Si dimentica inoltre di parlare di cosa accadrà al Csm che viene sdoppiato, ci si dimentica di dire che la politica assumerà il potere di decidere i nostri procedimenti disciplinari con una rottura frontale della separazione dei poteri e non è quello che i costituenti ci hanno consegnato".
E poi: “Sotto l'ombrello della Costituzione e con la Costiutzione in mano oggi noi protestiamo. Usciremo dalla sala perché siamo stati disponibili ad ogni possibile occasione di confronto, tavolo tecnico e iniziativa ma non siamo mai stati ascoltati per una scelta legittima politica che però mette a repentaglio l'ordine costituzionale dei poteri dello Stato”.
Nei pressi di Castel Capuano, i rappresentanti della Rete napoletana hanno protestato contro il Ddl sicurezza: “Questo paese ancora una volta dimostra di voler fare il forte coi deboli e il debole coi forti”.