Conte ed il piano scudetto: il tecnico indica la retta via

Il Mattino si sofferma sulla volata scudetto che vede protagoniste Atalanta, Inter e Napoli soffermandosi in particolare sul lavoro di Conte.
Il Napoli di Conte è già un piccolo capolavoro
Restare calmi di fronte a un Napoli così è davvero difficile! Il capolavoro di Antonio Conte è sotto gli occhi di tutti. Con il suo approccio, chiede ai suoi di affrontare ogni partita come se fosse una finale, dicendo che “mancano dieci”. Se potesse, giocherebbe ogni settimana un big match, perché si nutre di adrenalina. Il suo obiettivo è chiaro: vincere tutte le partite. Conte ha trasformato il Napoli in una squadra che lotta per lo scudetto, costruendo un progetto solido e preciso, come scalpellini che creano una cattedrale di bellezza.
Nel suo giorno libero, dopo una visita a Scampia, ha scelto di esplorare la Reggia di Caserta, un’altra meraviglia di Napoli e dei suoi dintorni. Forse gli hanno raccontato della storia dell’architetto Luigi Vanvitelli, che progettò quel palazzo maestoso per far invidia al mondo intero, proprio come il suo Napoli. Conte sa come tenere alta la tensione; è fondamentale per lui. Quando abbassa la guardia, i suoi giocatori rischiano di smarrirsi, ma questo non è il momento di perdere il focus, anzi, ora inizia la parte più difficile. Dopo la sconfitta contro il Como, come già accaduto a Verona, ha alzato la voce per rimettere ordine, ricordando alla squadra l’umiltà e la fame che devono mantenere. Con le vittorie contro l’Inter e la Fiorentina, il Napoli ha ritrovato il suo spirito combattivo.
La sfida contro il Venezia, come ha sottolineato Conte, va affrontata con la stessa determinazione mostrata contro l’Inter. Il piano per lo scudetto non prevede garanzie per nessuno: non ci sono concessioni, né posti garantiti in squadra. Ha abbandonato il 4-3-3 che aveva caratterizzato la scalata al vertice, adattando il modulo a seconda delle necessità, con la difesa a 3, il 4-2-4 o il 4-4-2. Ha dato spazio a Gilmour, che sta facendo molto bene in un ruolo inedito.

Per Conte i giocatori devono divertirsi
Per Conte, i suoi giocatori sono professionisti, ma prima di tutto sono “giocatori” e devono divertirsi. Il suo messaggio è chiaro: cercherà il modulo che permetterà ai migliori di giocare, anche a costo di sacrificare alcuni elementi, come Neres, che tornerà disponibile dopo la sosta. Conte ha superato tante difficoltà, alcune le ha nascoste, altre le ha affrontate apertamente. Ha dovuto fare i conti con l’assenza di Kvara e con un mercato che non gli ha dato gli attaccanti o i centrocampisti che cercava. Ma il suo messaggio resta lo stesso: la tattica non può mai sostituire la saggezza dei bambini che, quando giocano al parco, scelgono sempre i più bravi.
In questo periodo, giocatori come Raspadori non verranno mai esclusi, e Anguissa troverà difficoltà a ritrovare il suo posto, perché il trio Gilmour-Lobotka-McTominay ha trovato un equilibrio perfetto. Con la Fiorentina, Conte ha rivisto i meccanismi perfetti della sua squadra, simili a quelli di una reggia, come quella di Caserta. All’inizio, molti parlavano del suo gioco come se fosse solo palla lunga e pedalare, ma il Napoli di oggi è una squadra solida, disciplinata e responsabile, plasmata da un’organizzazione collettiva.
Il suo più grande merito? Aver trasformato il Napoli da una squadra di calciatori scollegati, che l’anno scorso abbassavano la testa sul pallone, in un collettivo ben organizzato. A Como, quando ha intravisto i segnali di un ritorno al passato, è tornato a tuonare. Le vittorie contro l’Inter e la Fiorentina sono state la consacrazione definitiva del lavoro di Antonio Conte.