Football Benchmark sui diritti televisivi: Serie A tra i peggiori campionati in Europa
Secondo un recente studio condotto da Football Benchmark, la Serie A nel triennio 2021-24 ha fatto registrare al momento il secondo dato più basso di introiti televisivi tra i cinque maggiori campionati europei, ma il dato è destinato addirittura a peggiorare con la Ligue 1 pronta a superare la Serie A in tal senso, al primo posto di questa classifica, incontrastata, troviamo la Premier League.
Il dato sui ricavi televisivi è fondamentale per la crescita di un campionato, infatti nei ricavi totali dei cinque maggiori campionati europei, il broadcasting corrisponde alla rilevanza maggiore, a seguire i guadagni provenienti da partnership e infine i ricavi dei match giocati. In Inghilterra ad esempio, gli introiti televisivi rappresentano il 54% del guadagno totale, in Serie A il 57%, solamente il 10% rappresenta il ricavo delle partite disputate.
In Premier League nel solo 2022 i ricavi televisivi sono saliti a 6.3 miliardi, con un aumento del 17%, inoltre il campionato inglese ha sei delle prime dieci squadre al mondo per introiti pubblicitari e televisivi, nessuna italiana in questa classifica tra le prime dieci.
In Italia infatti guadagni così bassi rispetto alla concorrenza europea sono messi in evidenza in particolare quando si parla di neopromosse, secondo quanto riportato da Calcio e Finanza infatti una neopromossa in Italia guadagna dai diritti televisivi circa 35 milioni di euro, quest’anno il Luton Town, squadra inglese neopromossa in Premier League guadagnerà circa 105 milioni di euro solo dai diritti televisivi, dato ancora più impressionante se pensiamo all’Inter, finalista di Champions e tra le squadre più popolari e influenti d’Italia, che quest’anno ha chiuso la stagione con un ricavo televisivo di 87 milioni, il Manchester City, squadra con cui l’Inter si è battuta in finale di Champions, ha chiuso la stagione con un ricavo di 178.8 milioni di euro, solamente dai broadcast.
Preoccupante ancor di più la prospettiva futura del nostro campionato, infatti le tre finali europee non sono bastate per aumentare l’interesse nei diritti tv della Serie A, il 16 giugno 2023 la Lega Serie A ha consultato e ascoltato le proposte per il periodo 2024-27, proposte che sono arrivate solamente da tre emittenti locali, Sky, Mediaset e Dazn, con offerte, peraltro al di sotto delle richieste minime, pari a 1.15 miliardi a stagione. Un futuro incerto è dettato dalla scelta di un colosso televisivo come Sky, che ha scelto di investire maggiormente sulla Champions League (offrendo 660 mln per il triennio 2024-27) e sui campionati esteri come Premier League o Bundesliga. La domanda quindi è chiara, ed è un quesito su cui i maggiori dirigenti della Lega Serie A dovranno interrogarsi per garantire un futuro più luminoso al campionato italiano, perché un emittente così influente come Sky ha preferito investire gran parte del suo budget per i diritti della Champions League, che è vero che nutre di grande appeal, ma è pur vero che è una competizione in divenire che presto sarà sottoposta a cambiamenti di formula e chissà, in un futuro prossimo, alla totale riorganizzazione, rispetto a un campionato che dà certezza nella trasmissione durante la stagione calcistica.
La risposta è che ad oggi dirigenti come Malagò, Gravina, De Siervo, Chinè, non sono stati in grado di dare una visione attraente del nostro campionato, non stando al passo con invece i numerosi risultati positivi in campo, come le tre finali europee, o la vittoria dello scudetto del Napoli, squadra per mesi decantata come la più bella (e la più discussa) negli studi televisivi di tutta Europa, facendo emergere invece pubblicità negative che sicuramente non aiuteranno in un futuro prossimo la promozione del nostro campionato agli occhi dell’Europa, e il patteggiamento tra Juventus e FIGC dopo i numerosi illeciti del club bianconero è solo l’ultimo esempio di un paese che non fa niente per valorizzare uno dei propri prodotti di punta.