Il club di De Laurentiis durante questi 19 anni ha sempre lavorato con serietà e ha accettato in silenzio anche alcune decisioni discutibili che gli ha riservato il campo.

Attraverso l’abnegazione, il sacrificio, e un'ottica visionaria di intendere il calcio, questa società si è attestata nel panorama europeo mostrando idee sempre all’avanguardia al cospetto di club maggiormente blasonati che hanno proposto un calcio retrogrado e che hanno vinto solo grazie ad un’esperienza duratura. Lo spettacolo prodotto ha suscitato entusiasmo e fervore agli occhi dei media europei, molto meno clamore - quasi nulla aggiungerei - a quelli nostrani. Campanilismo? Beh, non direi, perché se gli attestati di fiducia arrivavano dall’estero qui a Napoli abbiamo continuato nel mostrare fiducia verso le istituzioni, anche quando scricchiolavano palesemente, onorando l'etica dello sport attraverso il rispetto delle regole. Quelle vere (ndr).

Una sorta di tradimento, pari ad una scenografia cinematografica dai risvolti drammatici del maestro Ernst Ingmar Bergman. La Fontana della Vergine è un esempio che, per quanto mi riguarda, calza a pennello. Pellicola del 1960, un rape&revenge d’autore che uscì dai ranghi del circuito del cinema svedese per affermarsi nel panorama mondiale. Oscar per il miglior film straniero - con la storia di una famiglia che, nel medioevo, ospita per una notte dei briganti ma che durante la loro permanenza scoprirà che sono gli omicida della loro unica figlia, Karin. Il papà, Töre, metterà in pratica la sua vendetta uccidendo l’intera banda di briganti, successivamente, con il resto della famiglia si recheranno nel luogo in cui si trova il cadavere di Karin e, mentre cercano di spostarlo per dare sepoltura alla sfortunata ragazza, dal punto in cui era poggiata la testa prende a sgorgare una sorgente d'acqua miracolosa. Sarà proprio lì, in quel preciso punto, che costruirà una chiesa ad eterna memoria. Come ci insegna Bergman, il travaglio psichico è in fondo un’ulteriore forma della finitezza umana, che abbandonata a sé stessa non può far altro che scindersi al suo interno nel tormento dell’assenza di una reale essenza. Il Napoli deve trovare il significato del proprio cammino rivendicando il proprio codice, la propria condotta. La propria bellezza. Perché ha accettato di competere con onestà, aprendo la porta di casa ai tre avventori, che nel frattempo avevano ucciso il calcio. Dopo che avrà fatto giustizia con tutta la rabbia agonistica che possiede, si metterà alla ricerca del corpo trucidato del calcio. Lo troverà e scoprirà che dove giace, sgorga una fonte miracolosa. E ci costruirà la sua chiesa.

Presentazione del match

Trasferta in terra ligure per il Napoli di Luciano Spalletti. Sfida allo Spezia di mister Luca Gotti: l’ennesima occasione per gli azzurri di allungare ulteriormente in classifica, in attesa del derby tra Milan e Inter. La settimana di lavoro al Konami Center è volata via senza particolari intoppi, con tutto il gruppo a disposizione del coach partenopeo. Tanta applicazione durante le sedute tecnico-tattiche e le partitine, svolte principalmente sul campo 3 (più piccolo rispetto agli altri due), per abituare i calciatori ad una corretta occupazione degli spazi quando calcheranno il manto erboso del Picco di La Spezia, un impianto che ha dimensioni diverse in larghezza (65 x 105) rispetto a quelle abituali (68 x 105).

La carica di De Laurentiis

Nell’importante seduta di allenamento di venerdì mattina ha assistito anche un ospite speciale, il presidente Aurelio De Laurentiis. Il numero uno azzurro, evidentemente, sente l’importanza del momento e, dopo aver offerto la cena a tutto il gruppo nella serata di martedì, ha replicato presentandosi al centro sportivo. Un momento di unione interna che puo’ fare solo bene alla squadra, che è pronta a blindare ulteriormente la prima posizione in classifica. Con il sogno dei quarti di Champions che, ad oggi, non appare una chimera. Un obiettivo tanto ambito proprio dallo stesso presidente, il quale non ha mai nascosto la sua particolare affezione nei confronti di questa competizione.

Probabili formazioni

Si prospettano poche novità di formazione in casa Napoli, con i soliti due ballottaggi da sciogliere: Mario Rui-Olivera e Lozano-Politano. Spalletti deciderà tutto nella rifinitura di oggi. Qualche chance di titolarità per l’uruguaiano ex Getafe, qualora Gotti dovesse optare per il fisico Emil Holm (non al meglio) sulla corsia destra di centrocampo. Per il ruolo di esterno destro nel tridente, invece, potrebbe spuntarla Politano.

L'analisi del match

Gli azzurri partono nettamente favoriti, ma per sfondare il muro ligure servirà tanta pazienza, un palleggio continuo ed esecutivo, qualità nelle scelte e velocità di esecuzione. Spalletti si aspetta tanto da Kvaratskhelia in questo senso: lo vuole più incisivo e intraprendente nelle giocate individuali, capaci di determinare una partita. Terminato un intenso programma individuale di potenziamento fisico, il georgiano sta pian piano ritrovando tutte le sue migliori qualità.

Lo Spezia, che molto probabilmente si presenterà con il modulo 3-4-2-1, è una squadra molto ben allenata ed è capace di giocare in modi e atteggiamenti diversi. In fase di non possesso, sono bravi sotto due duplici aspetti: pressare uomo su uomo in zone alte di campo, e formare il classico “blocco squadra” a difesa della propria porta, creando tanta densità nel cerchio di centrocampo e lasciando davvero pochi spazi tra le linee.

La fase offensiva, invece, è affidata totalmente alle ripartenze, grazie alla spinta dei due terzini Reca e Holm, e del duo d’attacco composto dai velocisti Agudelo e Verde in supporto del nuovo acquisto Shomurodov. Da registrare le pesanti le assenze di Gyasi e Nzola.


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