Aurelio De Laurentiis di Dorne, primo nel suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame. L'uomo che, nonostante scetticismo e asperità, è riuscito a rovesciare il triumvirato delle ricche famiglie dei Lannister, Tyrell e Targaryen. Un triumvirato che ha regnato per più di trent'anni nella Westeros del campionato italiano, dettando legge e godendo di favori inimmaginabili dai vecchi e nuovi dei. Un triumvirato che, accortocciato dal peso delle proprie pessime gestioni, ha dovuto cedere il passo alla lungimiranza e accortezza di un nuovo monarca che si è impossessato di tutto il regno senza nemmeno dover scendere in guerra.

Dai saccheggi ferlainiani all'aristocrazia calcistica del Napoli

Il Napoli, oramai, è aristocrazia calcistica. Sono lontanissimi i tempi in cui squadre di provincia saccheggiavano i gioielli di casa per pochi argenti. Nel frattempo, il Napoli è diventato una potenza. Una potenza in grado non solo di aspettare un mese e mezzo di calciomercato per sistemare ciò che doveva sistemare, ma anche di resistere alle offerte a tripla cifra arrivate da Essos per il proprio calciatore più rappresentativo. E non solo resiste: lo rinnova. A una cifra così alta che nessun'altra squadra in Serie A si può permettere.

Victor Osimhen, infatti, è oggi il calciatore più pagato del campionato: unico con stipendio a doppia cifra. Basti pensare che Paul Pogba, il secondo più pagato, percepisce (per non giocare, ndr) circa il 20% in meno del nigeriano. Lautaro Martinez, fresco di rinnovo, è il più pagato della rosa con un ingaggio di circa il 40% in meno. Rafael Leao si piazza in mezzo: circa 30% in meno. In tutti e tre i casi, si parla dei giocatori più pagati nelle rispettive squadre del triumvirato. Una roba impensabile, fino a qualche anno fa. Come era impensabile che il colpo più costoso lo facesse - o stesse per fare - proprio il Napoli: Gabriel Veiga, con i suoi 35 milioni di costo, si appresta a essere - per il momento, ma probabilmente tale resterà - il colpo più costoso dell'estate calcistica italiana. Inoltre, il Napoli se la gioca col Milan per quanto riguarda la cifra investita in questa sessione di calciomercato: oltre 100 milioni, a fronte però, per i rossoneri, di una ben più remunerativa cessione che ha permesso loro ampio spazio di manovra e rivoluzione. Anche questo, un fatto del tutto inaspettato.

Il triumvirato è morto, evviva il Re

C'era un tempo in cui il triumvirato si contendeva gli scettri degli acquisti più costosi o gli ingaggi più lauti. Tempi in cui i bilanci venivano corretti a matita, ai quali si prestava poca importanza perché tanto c'erano bond e ricapitalizzazioni a ripianare. Oggi non è più così. Oggi è il tempo del Napoli, frutto non solo dello Scudetto vinto poco più di due mesi fa, ma soprattutto di tantissimi scudetti del bilancio tanto sbeffeggiati da una parte della tifoseria. Ed è proprio grazie ai conti in ordine se il Napoli, oggi, comanda e detta legge economica in tutto il sistema calcistico italiano; se riesce a tenersi tutta la rosa; se riesce a rinnovarsi senza svalutarsi; se riesce a essere sempre e costantemente in crescita.

Il Napoli è il nuovo modello di business al quale tutti ambiscono in Serie A. Provano a emularlo, andando a rubare qualche Lord qua e là, senza però vedere la luce in fondo al tunnel. Un tunnel dal quale il Napoli è uscito diciannove anni fa e dal quale è possibile scorgere soltanto una luce: quella azzurra. Sempre più vivida e brillante.