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Antonio Conte ieri non ha solo effettuato una conferenza pre partita, ma ha effettuato un intervento programmatico. Di questo ed altro ne parla Antonio Corbo su Repubblica.

Cosa scrive Corbo

È il nuovo Conte che parla in conferenza stampa. Il mister passa dalla amarezza di lottare con un Kvaratskhelia non sostituito alla voglia di costruire un diverso Progetto Napoli. Leggendo, i tifosi saranno più ottimisti. Sanno che l'allenatore di questa poderosa cavalcata già pensa oltre il 25 maggio, che non fuggirà come Spalletti, che vuol essere protagonista anche nel futuro. Lo dimostra rinnovando il suo personaggio con qualche smentita sulle sue richieste di mercato. Una convincente euforia nel raccontare il suo sogno. Magari senza accorgersene, Conte si mette un po' al di sopra della società.

Antonio Conte
Antonio Conte


 

Dice che rimane per aiutare a crescere sia il direttore Giovanni Manna che la famiglia De Laurentiis. Né l'uno né l'altra sono suscettibili, avranno gradito il segnale di amicizia. Proprio Manna, definito giovane, ha tirato tutti i compagni di viaggio fuori dall'ingorgo del mercato. La sua conferenza evita a Conte il giudizio sugli acquisti mancati. Rimosse le ombre dal mercato, frenata l'Inter, si doveva andare avanti. Ed ecco Conte con un tempestivo intervento. La comunicazione è pari al suo talento di allenatore. Porta il Napoli oltre il guado della utopia Garnacho per accendere i fari sui prossimi mesi. Il profeta del quarto scudetto vi è riuscito. Da ieri si sa molto di più. Rimarrà , si trova bene a Napoli, gli piace la città che sta conoscendo nelle sue note profonde, finalmente un allenatore che non si nasconde, abita nel quartiere elegante di Chiaia, volentieri si fa vedere nelle strade della griffe.

Sul futuro del mister 
 

Da escludere quindi che possa andar via, meno che mai rispondere alle sirene della Roma, è già immerso nel programma. Ma c'è di più. Si libera di una fastidiosa etichetta. Non cerca acquisti da 50-60-70 milioni, ma Casa Napoli, infrastrutture e centro giovanile. Lo stesso Manifesto di Benitez nella primavera 2015. Fu un modo elegante per dire addio. Dieci anni dopo è chiamato De Laurentiis a rispondere. Ha cantieri da aprire o un allenatore da cercare?".


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