“È finita al Maradona, la Lazio ha sbancato Napoli con una rete di Vecino nella ripresa. Seconda sconfitta in campionato per il Napoli, la prima stagionale in casa”.

Come ben noto venerdì scorso il Diego Armando Maradona è stato violato per la prima volta in stagione con la Lazio dell’ex Maurizio Sarri che ha espugnato il suo vecchio stadio con un’accorta partita difensiva. Ero al Maradona ed ho potuto assistere dal vivo all’incontro e chiaramente l’umore non era dei migliori dopo un ko, ma ciò che più mi ha amareggiato non è stata la sconfitta in quanto tale, bensì la mancanza quasi totale del tifo organizzato che ha reso il Diego Armando Maradona uno stadio-teatro terra di conquista per il tifo ospite. In questo caso i laziali erano non solo abbastanza numerosi, ma anche molto organizzati tanto che hanno portato allo stadio un arsenale di guerra con bengala, fumogeni ed addirittura petardi (tanto da ferire un tifoso partenopeo). 

La disparità di situazione è quindi lapalissiana, ma andiamo con ordine: nella prima parte di stagione il tifo al Maradona è stato tutto sommato normale, l’atmosfera era comunque simile a quelle delle passate stagioni, ma da domenica 8 gennaio lo scenario è cambiato visto che la Questura di Napoli ha limitato il tifo organizzato impedendo di far portare ai gruppi tamburi, fumogeni ed addirittura megafoni e bandiere.

Con questo controllo, oseremmo dire “a mo’ di Gestapo”, il tifo è inevitabilmente calato e con i biancocelesti si è assistito poi al paradosso dei paradossi: tifosi azzurri limitati e tifosi laziali liberi di tifare di portare un discreto arsenale. Insomma un controsenso vero e proprio che sinceramente appare immotivato in se per se, ma soprattutto appare ancor più surreale in questa stagione che culminerà col probabile scudetto atteso da ben 33 anni. 

Giungono voci che con l’Atalanta tornerà la normalità con tamburi, bandiere e megafoni ed oggi la Curva B ha chiesto un incontro con il presidente De Laurentiis: ci auspichiamo un tavolo comune che possa trovare una soluzione-tampone almeno per le prossime 9/10 partite casalinghe che ci saranno da qui fino a fine anno, perché sarebbe un delitto chiudere un’annata sportivamente trionfale in un’atmosfera cupa dove le tifoserie ospiti fanno da padroni.

Infine una riflessione di lungo termine: in Serie A, e forse nell’intero panorama calcistico nostrano, Napoli è l’unica realtà con due curve con tifo organizzato. Questa peculiarità ha spesso reso il Maradona una bolgia, ma è replicabile nel tempo con le restrizioni sempre più crescenti e soprattutto con l’inesorabile calo demografico che colpisce il nostro Paese?

Si dovrebbe pensare per i prossimi campionati ad unificare le curve così da rendere una delle due curve zona di tifo ultras e l’altra invece fruibile per famiglie e bambini. In questo modo ne guadagnerebbe il Napoli, ne guadagnerebbe anche il tifo organizzato che avrebbe una sorta di zona Franca dove imperversare e sarebbe la miglior soluzione per tutti.