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Cinema Metropolitan
Cinema Metropolitan

Il cinema Metropolitan di via Chiaia 149 ha chiuso ieri improvvisamente, con le lettere di licenziamento ai lavoratori già partite.

Le saracinesche chiuse separano i passanti da sale che sono state importanti, di un cinema che è stato un punto di riferimento culturale per la città: anche solo nel 2021 quando ha ospitato la prima di “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino.

La storia di quelle mura è lunga e travagliata, trasformatesi da rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale a luogo di primaria importanza per gli appassionati di cinema.

La chiusura e la richiesta d'intervento al ministero

Il prestigio però non basta, o almeno non è bastato ad evitare che avesse il peggiore degli esiti la lunga querelle tra i gestori, le famiglie Caccavale e Grispello, e la proprietà dei locali, ovvero Intesa Sanpaolo.

I due soci hanno investito oltre un milione di euro, ma questi sforzi titanici non sono evidentemente bastati.

Raccontano di aver avuto un “obiettivo sociale” più che di profitto, e sperano in un intervento istituzionale che salvi anche i loro dipendenti, che si dicono pronti a riassumere immediatamente nel caso se ne presentasse la possibilità.

Dalla città al governo fin qui sono arrivati impegni, promesse, ma - sembrerebbe – niente di concreto.

Anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Borrelli sta muovendosi sulla vicenda, chiedendo un’informativa al ministro della Cultura Alessandro Giuli.

Cinema Metropolitan
Cinema Metropolitan (Repubblica Napoli)

L'ultima parola potrebbe spettare proprio a lui, o al sindaco di Napoli.

Nel frattempo in molti restano senza lavoro e un intero quartiere resta senza cinema.

"Sulla destinazione d'uso dei locali - aveva affermato poche settimane fa il sindaco di Napoli Gaetano Manfredinoi abbiamo le nostre prerogative urbanistiche quindi qualsiasi cosa venga fatta lì deve essere compatibile con quelli che sono i vincoli urbanistici della città e con quelle che sono le nostre volontà. È una questione che noi abbiamo già affrontato anche per altre situazioni e ho chiesto al Demanio un approfondimento. Si tratta di titoli che sono stati trascritti negli anni '60 e negli anni '70 che sono ormai consolidati, quindi è molto difficile che ci possa essere un cambiamento rispetto a una proprietà privata che oramai è consolidata".

La proprietà privata cui fa si fa riferimento è quella di Intesa Sanpaolo, che da tempo non ha rinnovato il contratto di fitto i gestori.

Il tentativo di "salvare" il cinema si è fin qui però basato non sul tentativo di convincere la banca a cambiare i suoi piani, ma a dirimere una sorta di mistero sulla proprietà di quei locali.

A quanto pare ci sono stati diversi punti oscuri nei passaggi di proprietà avvenuti negli anni '50 mai chiariti, con rimandi a una concessione demaniale e a documenti e atti allo stato non reperibili.

"Ritengo inaccettabile la poca trasparenza con la quale l’istituto bancario ha condotto l’intera vicenda - sono state invece le parole di Francesco Emilio Borrelli - Vogliamo conoscere con quali criteri sia stato aggiudicato il bando per l’assegnazione dei locali, quale sia il soggetto aggiudicatario e se lo stesso abbia fornito le necessarie garanzie per il rispetto della destinazione culturale del sito, prevista dal Decreto del Ministero della Cultura che ha inteso nel 2023 porre sulla struttura adibita a Cinema Multisala Metropolitan il vincolo di destinazione a fini culturali".


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