Questa sera al Maradona andrà in scena un classico del nostro calcio, il Napoli infatti attende la Juventus di Max Allegri, fischio d’inizio alle ore 20.45. Per i padroni di casa questa partita rappresenta un crocevia fondamentale della stagione, innanzitutto per dare continuità ad una serie di prestazioni che mano a mano convincono sempre di più sotto la nuova guida tecnica, e per sfatare il tabù degli scontri diretti, in questa stagione infatti il bilancio è di 6 sconfitte, 3 pareggi e una sola vittoria quando gli azzurri hanno affrontato una delle prime nove della classifica, unica vittoria peraltro arrivata lontano dal Maradona.

76 i precedenti tra Napoli e Juventus al Maradona, 27 le vittorie interne, 27 i pareggi e 23 le vittorie bianconere, la Juventus è chiamata però a sfatare un tabù, infatti l’ultima vittoria della squadra allenata da Allegri risale al 3 marzo 2019, quando il match finì 1-2, da quel momento 4 sconfitte consecutive.

Napoli-Juventus: le formazioni 

Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Traoré; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. All. Calzona

  • Ngonge e Cajuste out, in attacco Politano partirà dal 1’; Traoré al fianco di Lobotka 
  • Torna titolare Juan Jesus, a sinistra ballottaggio tra Olivera e Mario Rui, con l’uruguaiano favorito 

Juventus (352): Szczesny; Alex Sandro, Bremer, Rugani; Cambiaso, Moretti, Locatelli, Alcaraz, Iling Jr.; Vlahovic, Chiesa. All. Allegri

  • Rabiot e Mckennie assenti per la trasferta di Napoli, parte dal 1’ il neoacquisto Alcaraz
  • Torna disponibile Chiesa, in coppia con Vlahovic in avanti 
  • Danilo recupera ma partirà probabilmente dalla panchina, al suo posto Sandro

Napoli-Juventus: cosa aspettarsi?

Allegri opterà per il suo classico 352, marchio di fabbrica dell’allenatore toscano, ed assetto che sta regalando soddisfazioni in una stagione certamente in crescita rispetto a quella passata. Partendo dall’aspetto difensivo, caratteristica principale del credo calcistico di Allegri, possiamo evidenziare un miglioramento ad una statistica già di per se positiva, riguardante l’annata 2022/23, quando la Juventus chiuse con 0.9 gol subiti di media, numero ad oggi migliorato ad uno 0.7 in media, con 12 porte inviolate e 19 reti subite complessivamente (seconda miglior difesa del campionato dopo l’Inter). 

L’assetto in fase di non possesso passa ad una difesa a cinque abbassando con i due braccetti, in particolare Gatti che rappresenta il termometro dell’altezza della squadra, il baricentro, portandolo così sui 44m in media, a scalare al fianco della linea a tre difensiva troviamo Cambiaso e Kostic, con la differenza che io serbo arretra e viene sistematicamente lasciato in 1vs1 con l’avversario, mentre invece dal lato opposto, quello presieduto da Cambiaso, arriva il raddoppio sulla fascia di Mckennie, passando ad un 532, con lo statunitense largo sulla linea di metà campo a destra, staccandosi dai due mediani.

L’ampiezza in fase di non possesso va a ridursi, e se come anticipato Gatti rappresenta il giocatore che a seconda della situazione alza e abbassa la linea difensiva, la mezzala a destra (Mckennie o Weah) rappresenta il ruolo che allarga o restringe l’undici, in fase difensiva va dentro (stando comunque separato dai due mediani che occupano il centro del campo) occupando il mezzo spazio tra il terzino (Cambiaso) e il centrale a destra (Gatti), in quella offensiva al contrario si allarga in posizione di mezzo esterno, talvolta con Cambiaso a fare l’interno, in fase difensiva la larghezza media è di 35m, con un undici che si concentra soprattutto sulla zona centrale di campo lasciando maggiormente in 1vs1 gli esterni e cercando di sporcare il più possibile le linee di passaggio negli ultimi 30m.

 Andiamo ora ad analizzare quello che è il sistema offensivo dei bianconeri, anch’esso migliorato dallo scorso anno, 1.6 gol in media segnati e 2.3 occasioni create per partita (2.1 la scorsa stagione con 1.5reti segnate), il modulo in questo caso conserva la difesa a tre in manovra, andando poi a cambiare a centrocampo, trasformandosi in una sorta di 343, con la mezzala destra che si alza e Chiesa che si allarga lasciando Vlahovic isolato lì davanti.

Il baricentro sale notevolmente, arrivando sui 55m, non perdendo però mai la compattezza, infatti che la squadra si trovi in fase di possesso o di non possesso, la lunghezza rimane sempre la stessa (28m), fondamentale questo dato per spiegare come la Juventus sia una squadra così organizzata nelle transizioni negative. Come già detto, è Gatti il giocatore a cui è affidato il compito di alzare la linea, con Danilo in campo è il brasiliano a portare palla e alzarsi tra mezzala ed esterno, in sua assenza il numero è il numero 4 a provvedere.

Gatti

I tocchi in media sono 51.9, con 34.8 passaggi completati (86%), 14.4 nella metà campo avversaria (76%), il tutto condito da una propensione al gioco aereo estremamente temibile per gli avversari, 3gol (di testa) e il 67% di contrasti aerei vinti, è importante specificare per spiegare l’alternativa con Danilo, come i tocchi del centrale italiano siano in aumento vertiginoso in assenza del brasiliano, nelle ultime quattro infatti nei due match in cui è stato coinvolto nel possesso avanzato, la media è salita a 82 tocchi, nei due match in cui l’ex Real Madrid è partito titolare, la media è scesa a 53 tocchi.

Come anticipato nella fase difensiva, una delle caratteristiche principali della squadra di Allegri in fase di possesso è l’ampiezza, data soprattutto dalla mezzala a destra, compito che questa sera con molta probabilità toccherà a Weah, il compito di questo ruolo è di staccarsi dalla mediana (Locatelli-Alcaraz) e agire nei mezzi spazi tra Cambiaso e la prima punta, formando una sorta di attacco a tre con Chiesa che fa un movimento analogo dal lato opposto, partendo però dalla coppia offensiva e non dalla metà campo, questo per liberare con più facilità gli esterni di centrocampo in modo da lasciargli maggiore libertà per i cross in area, o imbucare per l’esterno che taglia dentro verso l’interno portando via l’uomo.

 

Non è affatto un caso se i primi tre giocatori per passaggi decisivi di media sono Kostic (1.6), Chiesa(1.5) e Mckennie (1.3), il gioco offensivo di Allegri è improntato infatti sull’allargare il campo e una volta arrivati negli ultimi 25m avere sempre la doppia soluzione, andare dentro su Vlahovic o scaricare con un filtrante basso sul mezzo esterno che taglia.

Il match vedrà un Napoli sicuramente voglioso nel fare la partita, sapendo che i bianconeri cedono volentieri il possesso per poi ripartire scaricando sui propri esterni, e andando a creare superiorità in area avversaria con le mezzali che si alzano, la squadra di casa dovrà comunque tenere un ritmo molto alto, la Juventus difficilmente perde lucidità, bravissima nel gestire la fase di non possesso, ma correre dietro agli avversari se la velocità del giro palla si alza potrebbe risultare complicato anche per la seconda miglior difesa del campionato. Da attenzionare le marcature in area piccola per i partenopei, la Juventus ha siglato 10 delle 41 reti segnate di testa, ed il Napoli, con un riferimento all’andata, ne sa qualcosa.