Termina con una pesante sconfitta il secondo atto della sfida tra Napoli e Milan in questa stagione, a pochi giorni dal doppio appuntamento di Champions League i rossoneri escono con i 3 punti dal Maradona (0-4) dominando dall’inizio alla fine. Sconfitta ai fini del campionato indolore per il Napoli che però dovrà essere bravo a reagire in vista dei prossimi appuntamenti, d’altra parte i rossoneri salgono al terzo posto, approfittando della sconfitta dell’Inter e portandosi a -4 dalla Lazio al secondo posto. Andiamo ad analizzare il match con i numeri e le statistiche dei protagonisti.

Spalletti scende il campo con il suo classico 433, nessuno stravolgimento nell’undici titolare, out per infortunio Olivera e Osimhen, a sinistra Mario Rui a prendere il posto dell’uruguaiano, in attacco spazio a Simeone, sulla destra vince il ballottaggio Politano per una maglia da titolare. In fase di possesso baricentro molto alto (58m), con Lobotka a ripiegare tra i due centrali per impostare, e Anguissa e Zielinski a ridosso della prima punta, molto larghi gli esterni offensivi. In fase difensiva baricentro ovviamente più basso (51m), con Anguissa e Zielinski a formare un centrocampo a 5 insieme ai due esterni che si abbassavano, unico riferimento offensivo Simeone. Per Pioli ritorno alle origini, infatti con l’assenza di Kalulu il Milan torna al 4231, in difesa torna Kjaer in coppia con Tomori, a centrocampo Bennacer e Tonali inamovibili, Brahim Diaz sulla trequarti con Krunic e Leao sugli esterni. In fase offensiva squadra molto stretta (39m) per creare densità in mezzo al campo e poi finire per allargare con l’ultimo passaggio cercando e trovando soprattutto Leao. In fase di non possesso ad abbassarsi nei 2 di centrocampo è Krunic, con Bennacer che si alza per cercare il recupero alto, e Diaz che si allarga a destra, baricentro molto basso per i rossoneri in questa situazione (42m) e squadra che crea densità in mezzo al campo con la pressione di Tonali sul vertice alto avversario (Zielinski).

Il match è a senso unico sotto il piano dell’intensità, mai visto infatti in questa stagione un Napoli così spento e poco reattivo, il Milan dalla sua parte aveva ulteriori motivazioni, la conferma della zona Champions e la rivincita della sfida d’andata, nelle esultanze dei rossoneri c’era tutta la rabbia e la grinta a simboleggiare quanto tenessero a questa sfida, rivendicando più volte durante la partita il titolo di campioni d’Italia. Se sotto il piano psicologico era prevedibile un match favorevole ai rossoneri, anche visti gli episodi extra campo tra la tifoseria, dal punto di vista tattico perché gli azzurri hanno fatto così fatica mentre il Milan ha avuto vita facile nella costruzione e nell’aggressione sulla metà campo? Innanzitutto come ribadito anche da Spalletti, troppe imprecisioni, sembrerà banale, ma al netto del pressing avversario il Napoli ha sbagliato troppe giocate, soprattutto all’inizio della manovra, errori vistosi e visti raramente questa stagione, errori arrivati soprattutto da destra, con Di Lorenzo che ha chiuso la gara con il 78% di precisione (86% la media stagionale), 17 inoltre i possessi persi. Anche per Anguissa e Zielinski la partita è stata complicata sotto il profilo della gestione del possesso, 24 i palloni persi da entrambi, con il polacco che non è riuscito ad essere incisivo sulla trequarti. Parte del merito va al Milan, che in fase di pressione è stato perfetto, il 4231 ha permesso alla squadra di poter cambiare in fase di non possesso con Krunic basso e Bennacer più alto a pressare Lobotka, con Tonali a uomo su Zielinski, tanti i rischi presi dai rossoneri vista l’aggressività, rischi ripagati dalla grande prestazione del proprio centrocampo, in particolare Tonali è stato determinante per il recupero e le ripartenze, da lui arriva il terzo gol del Milan dopo una palla recuperata su Zielinski. Per lui 78% di precisione, 3 passaggi chiave, 1 grande occasione creata, 7 (su 8) contrasti vinti, 2 salvataggi e 2 intercetti, 0 i dribbling subiti. Altra chiave del match, il continuo movimento senza palla di Brahim Diaz sulla trequarti, lo spagnolo è partito centrale per poi agire sulla destra, grande difficoltà nella marcatura per Mario Rui, Brahim chiude il match con 1 gol, 1 assist, 93% di precisione, 2 passaggi chiave, 1 opportunità creata, 2 dribbling riusciti ed è stato fondamentale anche in fase di ripiego, da quel lato Mario Rui solitamente spesso gioca dentro il campo per scambiare con il trequartista o allargare per Kvara, l’esterno del Milan però ha vinto gran parte degli uno contro uno chiudendo col 60% dei contrasti vinti e solamente 3 possessi persi. Gli esterni rossoneri sono stati fondamentali per dare verticalità alla manovra, il Milan chiude il match con percentuali basse di possesso palla (39%) e di passaggi riusciti (78%), la differenza però oltre ad una grande fase difensiva l’hanno fatta le continue verticalizzazioni per gli esterni offensivi e i numerosi uno contro uno vinti soprattutto con Theo e Leao a sinistra, aspetto tattico che il Napoli non ha potuto adottare data l’assenza pesante di Osimhen, il giocatore che più di tutti è capace di creare spazi e fare movimenti per facilitare la costruzione evitando il primo pressing avversario.

Man of the match

Inevitabilmente, il migliore in campo è stato Rafael Leao, che ha primeggiato in uno dei duelli più attesi di serata, con Kvaratskhelia (comunque migliore in campo per il Napoli), bellissimo il gesto dello scambio delle maglie a fine gara tra i due giocatori, significative anche le parole di stima del portoghese post match. L’esterno rossonero però in campo ha dominato, creando costanti pericoli a Di Lorenzo prima, e Rrahmani poi con la grande forza fisica abbinata alle importanti doti tecniche, emblematica la finta sul 3-0, con la caduta del centrale difensivo del Napoli, a rappresentare la caduta definitiva degli azzurri nel match. Leao chiude il match con 2 gol, 41 tocchi, 79% di precisione, 1 passaggio chiave, 2 tiri in porta e 0.68 di xG.