Scena tratta dal film "Roma" di Fellini (1972)
Scena tratta dal film "Roma" di Fellini (1972)

Napoli-Roma è un link tra due mondi in crosta di pane. Ben riassunto nella scena di “Roma” (1972), in cui Federico Fellini riprende, sul GRA, un incontro popolare fortuito tra rumorosissimi tifosi partenopei a bordo di un “van” e tifosi romanisti in auto che allungano le braccia condite con un “a morti de fame, oggi ve famo un culo così!”. Salvo, nel contempo, scendere nella Capitale più nascosta e lussuriosa delle sfilate di moda ecclesiastica.

Era una potentissima retrospettiva sulle contraddizioni e sull’ipocrisia, su carnalità ed estetica. Una via di mezzo tra lo sdegnoso snobismo verso il volgo (“Odi profanum vulgus, et arceo”) e una coesistente ammirazione per la medesima plebe, in quelle o in altre vesti.

Napoli Roma è il derby di un amore tossico

Napoli-Roma è anche un derby tra popoli. E’ una partita di calcio che ha vissuto incredibili storie di amore e odio. Ed è, in sostanza, una fotografia tra consanguinei che simulano di essere opposti. Con le pesanti conseguenze legate a questi rapport tossici.

Eravamo in Viale di Tor di Quinto, in quel terribile 3 maggio del 2014, usciti dalla Salaria in direzione Stadio Olimpico. E si respirava apparentemente lo stesso scontro colorito descritto dal maestro di Rimini, per quanto il contesto fosse sportivamente, ma non geograficamente, estraneo alle due tifoserie.  Non era il 1972 però, e ci è scappato il morto.

Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto nel 2014
Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto nel 2014

Erano lontanissimi i tempi del gemellaggio. Comprensibile che chi si è amato in un perverso rapporto a quattro, non riesca a reggere la fine della relazione. Non è invece accettabile che le derive della fine di una storia diventino argomento di cronaca nera. Ma succede. E’ successo.

Non può esistere Napoli Roma senza ricordare Ciro Esposito

Lo stadio Maradona si appresta, per questo ennesimo, infinito Napoli-Roma, a tributare a Ciro Esposito la bellezza che non può più osservare. E lo farà con una coreografia da curva che ci auguriamo si traduca in un calcio in culo ai desideri di rivalsa. Non può esistere un Napoli-Roma senza l’ombra di questo delitto, perché sarebbe un far finta di niente mentre il gioco va avanti. Equivarrebbe ad una giustificazione di ciò che può riaccadere. 

Torniamo a “Roma”, con quel viaggio realista, tra cavalli in corsa e carretti su una strada a scorrimento veloce. Una panoramica sensazionale della vita di una città che si muove e che accoglie ospiti da ogni dove. Con qualche sfottò di base, ma senza proiettili vaganti. 


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