Uno esce, uno entra. Il mantra del Napoli non muta nemmeno con lo Scudetto cucito sul petto. È stato così per il calciomercato di dieci anni fa, sarà così anche quest’anno. Coloro i quali Cristiano Giuntoli appena un anno fa definì popolino, possono mettersi l’anima in pace: il calciomercato del Napoli, ad oggi, è chiuso. Caput. Cerrado. Closed.

Senza ulteriori cessioni - dove per ulteriori cessioni si intendono quelle sperate (dalla società e dai tifosi) di Diego Demme o Hirving Lozano - non ci saranno altri ingressi. Dopo il ko della trattativa Veiga, finito anche lui nella trappola d’oro Made in Saud, inutile aspettarsi un altro centrocampista. O un altro difensore. O un attaccante. Senza cessioni, non si annunciano acquisti. Il Napoli nonostante l’attivo monstre che ha registrato nel bilancio 2023, non solo ha dovuto ripianare i circa 160 milioni di passivo dell’ultimo triennio, ma saturare nuovamente il tetto massimo percentuale del monte ingaggi con tutta la sequenza di rinnovi attuati e da attuare. Non bisogna nemmeno dimenticare i riscatti di Simeone e Raspadori, comunque finanziati in parte dalla cessione a titolo definitivo di Petagna al Monza, ma pur sempre di cifra complessiva superiore.

E il resto? Dove sono i soldi di Kim? E della Champions? Non in saccoccia, come la frangia asedicista sarebbe propensa a contestare, bensì a riserva. Perché il problema del Napoli in questo calciomercato, ma in realtà anche in tutti gli altri precedenti, è la saturazione del monte ingaggi. Il polacco pesa per circa 3,3 milioni lordi l’anno, mentre il messicano 5,9. Insieme fanno circa 9,2 milioni (e cioè circa il 10%!) dei quali il Napoli vorrebbe liberarsi, ma non riesce. Non ci è riuscito nemmeno lo scorso anno col mago delle cessioni, figurarsi adesso.

Qualora ciò dovesse verificarsi tanto di cappello a Meluso, Sinicropi o chi per loro. Soltanto in quel caso ci sarebbe, poi, spazio per nuove entrate. Resta soltanto una settimana di calciomercato: difficile, ma non impossibile, si verifichi altro a meno che De Laurentiis - magari scottato dagli sfottó su Danso e Veiga - decida comunque di fare un’operazione senza alcuna cessione. Rosa impoverita? Sarà il campo a dirlo. Al momento, l’unica cosa da fare è attendere innanzitutto la fine di questi maledetti tre mesi di calciomercato, poi il giudizio del rettangolo verde: soltanto allora sarà possibile tirare una linea e fare le somme. Ora, non ci resta che attendere.