Oggi, 64 anni fa nasceva Diego Armando Maradona: sportivo, politico, rivoluzionario, geniale
Dio, 64 anni fa, ha regalato al mondo il genio. E lui, Diego, ci ha scherzato sopra. Viva Diego. Sempre.
Una storia che non esiste più perché divenuta la Storia. È proprio vero che la stessa parola spesso può avere significati e connotati differenti. Vedasi anche "calciatore", "sportivo", "vittoria" o "rivoluzione".
Se mettiamo la maiuscola all'inizio della parola, cambia il mondo. Ed è esattamente quello il mondo di Diego Armando Maradona. Che è stato il Calciatore, lo Sportivo, la Vittoria, la Rivoluzione.
Il Calciatore migliore di sempre, quello per antonomasia, quello più potente. Di una forza inaudita. Lo Sportivo, quello migliore di ogni tempo, probabilmente assieme a quell'altro geniaccio di Alì.
La Vittoria, oltre quelle storiche di Napoli, quella di quel mese estivo del 1986. Unica, immaginifica, inavvicinabile, epica, irraggiungibile, struggente, di amore, vendetta e una pace mai accettata.
La Rivoluzione, quella che ha provato a fare da politico e oratore, che ha toccato le corde sporche di chi questo sport lo ha martoriato e vilipeso.
Dopo tutto questo, sempre inzuppato di quell'umiltà che lo ha reso amato da tutti in vita e rimpianto da molti dopo, Diego è stato lasciato solo, perché nessuno è come lui. Non sarebbe stato Maradona se non avesse costantemente battuto i pugni sul tavolo.
Sembra quasi che "ode alla vita" di Pablo Neruda sia dedicata a lui, alla sua vita. Al suo essere Maradona. Un'Ode a Diego. Basta rileggerla per farsi un'idea. 64 anni fa Dio ha regalato al mondo il Genio. E lui, Diego, ci ha scherzato sopra. Viva Diego. Sempre.