Adorazione dei Pastori: la storia del quadro dipinto da Caravaggio a Napoli
Un nuovo tassello si aggiunge al periodo partenopeo di Caravaggio: uno studio prova che il pittore lombardo dipinse l'Adorazione dei Pastori a Napoli

La "Maddalena in estasi", la “Madonna della Misericordia”, e la “Flagellazione” nel primo soggiorno, la “Salomè con la testa del Battista” e il “Martirio di Sant'Orsola” nel secondo: fino a oggi sapevamo che Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, aveva dipinto nei suoi due periodi napoletani queste celebri opere (di esse due sono ancora custodite nel capoluogo partenopeo: la “Flagellazione” a Capodimonte e il “Martirio di Sant'Orsola” presso le Gallerie d'Italia, a cui si aggiunge le “Sette Opere di Misericordia” del Pio Monte di Misericordia).
Ma al secondo periodo del celebre artista lombardo a Napoli va aggiunto un altro tassello. Si tratta, infatti, dell'"Adorazione dei Pastori", attualmente custodita presso il Museo Regionale di Messina. La tela, secondo uno studio molto recente del giovane storico dell'arte Vincenzo Sorrentino che presto sarà pubblicato sulla prestigiosa rivista Paragone, è stata realizzata cavallo tra il 1609 e il 1610, proprio poco prima della morte avvenuta in Toscana, a Porto Ercole, il 18 luglio.
L'Adorazione dei Pastori di Caravaggio fu dipinta a Napoli: scoperti i documenti del pagamento
Ma come è arrivato Sorrentino a fare questa importante scoperta? Con un intenso lavoro di ricerca nell'Archivio Banconapoli. Racconta il giovane studioso a Il Mattino che per l'"Adorazione dei Pastori" Caravaggio si fece pagare 300 ducati: una somma davvero alta, se si considera che la paga annuale di un operaio del tempo ammontava a circa un terzo, spiega Sorrentino. Ma non è tutto: nel lavoro di ricerca spunta anche il nome di un intermediario, Lanfranco Massa, il cui nome torna anche per il “Martirio di Sant'Orsola”. Insomma, per Napoli viene scoperta un'altra importante pagina della sua storia dell'arte.