Napoli Sassuolo 2-0: analisi tattica
Nessun inizio avrebbe potuto essere più trionfale per i campioni d'Italia, che si presentano per la prima volta davanti ai propri tifosi con l'orgoglio del tricolore ad ornare i loro petti, in un'affascinante esibizione di relazionismo calcistico che regala tre punti al Napoli.
Fase di possesso palla:
Con una schieramento tattico 1-4-3-3, il Napoli fa il suo ingresso in campo, confermando la formazione che ha caratterizzato la partita precedente. Tuttavia, una modifica chiave nel centrocampo si evidenzia: accanto a Lobotka e Zielinski, c'è Zambo Anguissa, che prende il posto di Cajuste. Sin dai primi istanti del match, la squadra partenopea dimostra un'energia inarrestabile, con un controllo deciso del gioco, prima a livello mentale e poi trasformandolo in fisicità e abilità tecnica. Questa supremazia si fa evidente fin dall'inizio, tanto che Raspadori - grazie a un assist di Di Lorenzo - sferra l’assalto verso la porta avversaria dopo appena trenta secondi dal fischio d'inizio, che solo il palo gli negherà il gol. Il Napoli trasmette un segnale chiaro: è qui per stabilire il suo dominio e mettere in mostra la sua determinazione, prendendo il controllo del campo e cercando di mettere pressione sull'avversario fin dai primi minuti della partita.
La fase di costruzione del Napoli non è individuabile tramite i numeri, non si può parlare di "costruzione 2+3, 3+1,+ 2+4” o simili, questo perché Rudi Garcìa sembra dare totale libertà ai giocatori di creare e muoversi negli spazi a loro piacimento, da qui possiamo iniziare a parlare del relazionismo nel calcio.
Il relazionismo, in questo contesto, rappresenta uno stile di gioco associativo che si basa sul possesso palla, ma in modo differente rispetto alla consueta visione europea del calcio posizionale, come incarnata dallo stile di Guardiola. Questo approccio "relazionista" ha da sempre caratterizzato le squadre sudamericane, in particolare il Brasile, e oggi si può riscontrare nella filosofia di gioco del Fluminense di Diniz.
Nella pratica, questo modello di gioco concede ai giocatori un'ampia libertà d'azione, consentendo a quelli dotati di creatività di esprimere la loro inventiva. Questa flessibilità è particolarmente evidente dal centrocampo in avanti, dove i giocatori possono esprimere il proprio estro in maniera autonoma, creando situazioni imprevedibili per gli avversari. L'approccio relazionista rappresenta un abbandono delle strutture tattiche rigide, incoraggiando la collaborazione, l'intuizione e l'abilità individuale, e può essere considerato un contrasto all'approccio più strutturato del calcio europeo, aggiungendo un tocco di creatività e imprevedibilità al gioco stesso.
Per comprendere meglio il concetto di relazionismo, basterebbe guardare la partita di Raspadori, esterno alto sulla carta che poi nella realtà ha svolto le funzioni di sviluppatore, rifinitore e finalizzatore, l'italiano ama giocare al centro, così come ama accentrarsi Di Lorenzo, ma questo sembra non essere un problema, anzi, questa densità in zona 14 sembra proprio voluta dall'allenatore.
È innegabile che la circostanza che ha portato al secondo gol non possa essere replicata nell'arco dell'intera partita. Tuttavia, questo approccio di gioco altamente associativo, combinato con la capacità duratura del Napoli di sviluppare il gioco lungo le fasce, può indubbiamente infondere una dose extra di imprevedibilità nel settore offensivo del campo.
Riguardo alla fase di possesso palla, un altro aspetto da evidenziare è la posizione di Di Lorenzo, il capitano del Napoli infatti sembra godere di maggiore libertà offensiva rispetto agli anni precedenti, e l'intesa con Politano - autore di una grandissima prestazione - non può che migliorare.
Fase di non possesso palla:
Per quanto riguarda la fase di non possesso, ci sono pochi dettagli rilevanti da sottolineare. Il Napoli ha adottato un assetto tattico 1-4-5-1, segnando un netto aumento nell'intensità dell'aggressività e nella disposizione difensiva rispetto alla partita precedente. Emerge chiaramente un ritorno all'idea di un pressing ultra-offensivo, un approccio che sembra essere stato reintegrato nella strategia di gioco. È importante sottolineare che per valutare appieno l'efficacia di questa scelta, sarà necessario attendere le prossime partite e il raggiungimento dell'apice della forma fisica.
Ci sono stati dei piccoli problemi - soprattutto nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo - ma sono dettagli facilmente risolvibili e probabilmente dovuti alla condizione fisica.
Ottima prestazione insomma, quella del Napoli campione d'Italia, se l'idea di Garcìa dovesse essere quella di continuare verso il gioco associativo, calciatori come Zielinski, Kvara, Raspadori, Elmas - ed il probabile, a quanto sembra, arrivo Lindstrom - ne beneficerebbero in quanto potrebbero mettere in mostra tutto il loro estro.