Vittorio Zambardino ha pubblicato un’analisi sul Corriere del Mezzogiorno sul valore del Calcio Napoli. Ha infatti dichiarato: “Il Napoli non è soltanto una società a proprietà a gestione familiare, anzi un one-man show, come dicono gli americani. È anche una società piccola. Virtuosa nella gestione dei conti, ma la sua potenza economica è paragonabile a quella di una goletta leggera nel mare dei giganti. Basta un’annata storta perché le fiancate si sfondino. Quando il suo proprietario dice di aver rinunciato a offerte di un miliardo per la vendita del club fa un torto al buon senso degli eventuali compratori.

Il Napoli, eccetto il suo brillante curriculum sportivo (lo è ancora, fino ad oggi, nonostante tutto) e i suoi conti sani non ha molta sostanza da offrire: il valore della rosa è deperibile come la neve. E il modello di business del Napoli impone buoni risultati subito per rimanere nel giro dei soldi, una bella ghigliottina quando le cose vanno male. Bisognerebbe uscirne cambiando modello.

Potrebbe il Napoli imitare il modello Atalanta? Solo in teoria: sarebbe un capovolgimento non solo del modello gestionale ma anche un totale cambiamento nelle abitudini del pubblico. Si tratterebbe di accettare un andamento agonistico lento, una crescita graduale, organica, senza miti e senza petting politico tra club e tifoseria. Ci si dovrebbe spostare al polo opposto del modello Napoli e della nostra cultura del tifo. Ci vorrebbe tempo e Napoli non ha pazienza, modelli di business a parte”:


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