Kvaratskhelia esulta dopo il gol all'Empoli
Kvaratskhelia esulta dopo il gol all'Empoli

Dopo anni di battaglie ideologiche a difesa del bel gioco, i tifosi del Napoli si trovano oggi a fare i conti con una realtà sorprendentemente diversa. L’inizio di stagione della squadra, sotto la guida di Antonio Conte, è stato eccellente, seppur inaspettato.

Nessuno si sarebbe immaginato un primo posto in classifica dopo la tremenda sconfitta contro il Verona, e gran parte del merito va sicuramente al nuovo tecnico. Conte è riuscito a ricompattare un ambiente dilaniato dalle gestioni passate e a restituire una solidità che sembrava perduta.

Va dato atto al mister di aver saputo prendere in mano una squadra che sembrava smarrita, dando nuova energia e fiducia ai giocatori. Non solo ha rimesso in sesto uno spogliatoio frammentato, ma ha anche costruito una mentalità vincente che si riflette nei risultati. Le sue capacità gestionali e la sua esperienza in situazioni di alta pressione si stanno dimostrando fondamentali in un momento delicato per il club. Sotto la sua guida, il Napoli ha ritrovato una compattezza difensiva che mancava da tempo, permettendo alla squadra di soffrire meno nei momenti più difficili della partita.

Un plauso va fatto anche al suo staff, che ha lavorato con dedizione per migliorare la condizione fisica di giocatori come Lukaku, ancora in fase di recupero dopo una preparazione estiva insufficiente. Lo staff tecnico sta dimostrando un’eccellente capacità di gestione della rosa, alternando modulo e giocatori con intelligenza e prevenendo infortuni che, in passato, avevano condizionato il cammino della squadra.

Tuttavia, non tutto è rose e fiori. La vittoria contro l’Empoli ha fatto scattare un campanello d’allarme. La prestazione poco brillante, con lunghi momenti di sofferenza contro un avversario nettamente inferiore, sembra essere ormai diventata la norma. Situazioni simili si sono già viste contro squadre come Como, Parma e Cagliari, facendo sorgere dubbi sulla reale qualità del gioco espresso dal Napoli.

Per chi paragona questo Napoli alla Juventus “brutta ma vincente” di Allegri, va sottolineato che la differenza è abissale. Quella Juventus, pur giocando male, concedeva pochissimo agli avversari e poteva contare su una qualità individuale talmente superiore da risolvere le partite al primo affondo. Il Napoli di oggi, pur avendo giocatori di grande talento, non regge il confronto con quella rosa.

Tuttavia, il tema del bel gioco è particolarmente caro ai tifosi del Napoli. L’esempio più fulgido è il Napoli di Sarri, che nel 2017/18 arrivò a un passo dal trionfo con 91 punti, senza però riuscire a conquistare lo scudetto. Eppure, quella squadra è rimasta impressa nei cuori dei tifosi quanto e forse più di un trofeo. 

“La grande bellezza” del calcio espresso in quegli anni, con il suo gioco fluido, le triangolazioni spettacolari e la spinta costante verso l’attacco, ha creato un legame indissolubile con la piazza. Un sentimento simile si era già vissuto con il Napoli di Bruno Pesaola negli anni ’60, che vinse meno di quanto avrebbe meritato, ma rimase scolpito nella memoria dei tifosi per la qualità del gioco.

In un contesto più ampio, la stessa sensazione si percepisce quando si parla della grande Olanda di Johan Cruijff, capace di incantare il mondo con il suo calcio totale senza però riuscire a sollevare il trofeo più importante. Come per quella nazionale, anche per il Napoli di Sarri, a volte, il gioco stesso è la vittoria.

Antonio Conte, consapevole della tradizione e delle aspettative dei tifosi partenopei, sa bene che, pur esaltando i risultati positivi ottenuti finora, non può fermarsi qui. Il suo noto motto, “Amma faticà”, rimane più che mai attuale. Lui è il primo a sapere che il livello della squadra deve alzarsi e che non si può vivere di rendita.

Non è uno sprovveduto e conosce perfettamente le dinamiche del calcio italiano: sa bene che, se il Napoli non migliora, ci sono avversarie pronte a spodestare la sua squadra dal vertice. Il tecnico pugliese sa che “nisciuno è fesso” in questa piazza esigente e che tifosi, media e avversari non gli faranno sconti. La pressione aumenterà, con i riflettori puntati su ogni sua decisione tattica, e le altre squadre cercheranno ogni occasione per mettergli i bastoni tra le ruote.

Nonostante ciò, Conte ha dimostrato di essere un allenatore che sa come affrontare e gestire queste situazioni. La sua carriera è fatta di successi costruiti anche sotto pressioni intense, e i tifosi del Napoli sperano che, anche stavolta, il suo pragmatismo e la sua capacità di tirare fuori il massimo dai giocatori possano portare a qualcosa di importante. Il primo posto è un buon punto di partenza, ma ora è necessario alzare l’asticella e tornare a far parlare non solo dei risultati, ma anche del gioco.


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