C’era da aspettarselo, Giuffredi ci ricasca, ma questa volta il Napoli non aspetta che sia lo stesso procuratore a porgere le scuse per l’ennesima uscita fuori luogo. Già durante il ritiro aveva provato a catechizzare l’operato societario in tema di rinnovi, parlando di un Mario Rui scontento in una squadra di scontenti, per poi far rientrare il caso qualche giorno dopo. Non è riuscito a mordersi la lingua nemmeno nelle ore successive al match con il Real Madrid, attaccando il tecnico Garcia reo di aver lasciato in panchina il suo assistito e mancandogli di rispetto facendolo entrare solo a pochi minuti dalla fine, tra l’altro minuti decisivi, visto che gli azzurri stavano producendo il massimo sforzo per provare ad agguantare, quello che sarebbe stato, un meritato pareggio.

Ma questa volta al silenzio Garcia preferisce rispondere in maniera piccata e con una dichiarazione che di fatto smentisce Giuffredi, definendo le parole del procuratore distanti dal pensiero del terzino portoghese: "Se replico ogni volta che c'è un agente che piange, passerei tutto il tempo a farlo. L'importante è il giocatore, quando ce l'hai tutto il tempo con te e importante parlare con lui, io non parlo con i procuratori, lui è venuto da me ed abbiamo chiarito. Mario non condivide le cose dette dal suo agente e quindi abbiamo un rapporto sano ed onesto, ovviamente vorrebbe giocare di lui, ma mi piace che sia motivato per avere più spazio. E' un giocatore importante, io ho sempre voluto terzini sinistri di qualità ed ho la fortuna di averne due fuori qui. Poi l'istituzione Napoli ha gestito la cosa e così deve essere".

La verità è che nelle ultime partite Olivera ha alzato e non poco il livello delle sue prestazioni, meritando sul campo la titolarità della fascia mancina e legittimando di fatto le scelte del tecnico. Ma a prescindere da questo troviamo inopportuno e una mancanza di rispetto, entrare in temi che riguardano le scelte dell’allenatore che sceglie l’undici da schierare in base ad una serie di valutazioni che non devono essere motivo di discussione da parte di qualsivoglia procuratore. Quello di Giuffredi è stato l’ennesimo maldestro tentativo di salvaguardare gli interessi del suo assistito, senza tener conto di dinamiche di spogliatoio che si reggono sul principio del gruppo e non del singolo.

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