Braga-Napoli 1-2: i numeri del match
Buona la prima per il Napoli in Champions League, 1-2 il risultato al triplice fischio nel match del Municipal di Braga, la squadra di Garcia al termine della prima giornata di Champions è l'unica italiana a portare a casa i tre punti, trovandosi così al primo posto del girone C, a pari punti con il Real, prossimo avversario al Maradona. Nonostante la vittoria però, i problemi avvertiti nelle precedenti uscite stagionali, sembrano persistere, dopo il vantaggio meritato del primo tempo con Di Lorenzo, è solo un autogol a decidere un match che nel secondo tempo ha visto gli ospiti soffrire terribilmente il palleggio dei portoghesi, che erano rientrati con il pareggio di Bruma. Andiamo ora ad analizzare il match con i numeri dei protagonisti.
Braga-Napoli: lo schieramento tattico
Il Braga scende in campo con il 4231: tra i pali Matheus; linea a 4 con Borja, Niakate, Fonte e Victor Gomez; mediana formata da Carvalho e Al Musrati; dietro la punta Ricardo Horta affiancato da Djalò e Bruma; attacco affidato ad Abel Ruiz. Formazione che si schiera a 4 a centrocampo con i terzini che in fase di possesso spingono, in avanti Ricardo Horta funge da seconda punta con Abel Ruiz che si allarga sulla sinistra, esterni offensivi invece più bassi, in particolare Djalò, molto spesso trovatosi a servire in sovrapposizione il terzino destro (Gomez).
Garcia decide di andare nuovamente con il 433: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Olivera in difesa; centrocampo a 3 con Lobotka, Anguissa e Zielinski; in attacco torna Politano dal 1', Osimhen e Kvaratskhelia al suo fianco. La squadra, soprattutto rispetto alla trasferta di Genova, si tiene con un baricentro basso, con Di Lorenzo in particolare bloccato a destra, quasi da braccetto in costruzione, Anguissa e Zielinski parallelamente ad occupare gli spazi tra Osimhen e i due esterni offensivi.
Braga-Napoli: i numeri del match
Il primo tempo è a senso unico, nonostante il Napoli non controlla il gioco, andando sotto nel possesso palla (48%), riesce soprattutto grazie agli svarioni avversari e alle giocate di Osimhen a creare 4 occasioni da gol, concludendo 5 volte nello specchio e colpendo 3 legni, alla fine il gol arriva, proprio allo scadere, con il capitano Di Lorenzo, che di sinistro la mette sotto la traversa sull'assist di Osimhen. Nella seconda frazione il Braga alza il ritmo, il Napoli al contrario, si rilassa, e subisce praticamente per tutta la ripresa, tante imprecisioni in avanti nell'ultimo passaggio e altrettanto disordine in fase difensiva danno fiducia al Braga che alla fine trova il pareggio, anche in questi 45' i portoghesi tengono maggiormente il pallone (55%), arrivando a concludere 9 volte verso la porta (0.78 xG), nei minuti finali però i partenopei agguantano i 3 punti con l'autogol clamoroso di Niakate sul cross forte e teso di Zielinski.
Il risultato è importante, soprattutto dopo la vittoria del Real Madrid sull'Union Berlino, ma la sensazione, è che di migliorato rispetto ai match precedenti, non ci sia nulla, il Napoli presenta ancora tutti i problemi evidenziati dalla prima giornata, la fase difensiva sembra disorientata e il centrocampo quasi frustrato dai pochi palloni toccati, con Osimhen sempre più isolato lì davanti. Ma andando con ordine ci sono diversi punti da analizzare:
In primis l'utilizzo di Di Lorenzo, che nella partita di ieri è stato ancor più evidente, il capitano del Napoli infatti in costruzione è stato utilizzato da braccetto a destra, toccando 64 palloni, downgrade rispetto alla media della stagione passata quando più coinvolto in manovra arrivò ad una media di 82 tocchi, prestazione difensiva comunque eccellente con nessun dribbling subito e 7 contrasti vinti (su 8), ma in fase di palleggio la quasi totale assenza del numero 22 sulla metà campo si fa sentire anche nei compagni di squadra, in particolare Anguissa, ieri peggiore in campo per gli ospiti, questo perchè il numero 99 è costretto a coprire l'esterno destro, senza però avere un riferimento dentro al campo, come invece era la passata stagione, quando il camerunese andava proprio con Di Lorenzo (e l'esterno destro) a formare un triangolo e quindi creare superiorità in quella zona di campo, avendo sempre l'uomo su cui scaricare in fase di pressing avversario, quella superiorità che oggi non vediamo più, e che rende nello stretto Anguissa un giocatore troppo poco influente.
Di Lorenzo:
Altro punto da analizzare, è la compattezza tanto richiesta (come ribadito anche da Juan Jesus ieri nel post partita) da mister Garcia, quella compattezza che in linea teorica dovrebbe favorire una verticalità maggiore e una migliore fluidità in contropiede, quella compattezza però, che non esiste, essere compatti e accorciare le linee per sfavorire le trame avversarie palla a terra vuol dire muoversi come un corpo solo, con il regista (se parliamo di 433) che si alza quando lo fanno i centrali, e al contrario, con i centrali che si abbassano quando lo fanno i tre a centrocampo, è questione di tempi (molto ridotti) e spazi (molto brevi), e nella serata di ieri, ma così come da inizio stagione, tutto ciò non si è visto, ma si evince solamente confusione e disordine tattico, il che trasforma l'idea del contropiede in una più semplicistica palla lunga ad Osimhen, con la speranza che il nigeriano inventi qualcosa.
Ed infatti nonostante il passo falso di Genova, Garcia ha nuovamente portato Juan Jesus e Ostigard (subentrato a Rrahmani infortunato) sulla linea di metà campo, andando a pestare i piedi a Lobotka, ancora una volta nullo nell'economia del match, lo slovacco infatti pur con ottime percentuali (94% di precisione su 61 tocchi) risulta scialbo, ininfluente nelle vesti di portatore di palla, e talvolta nervoso nel non trovarsi nella posizione che lo ha reso il giocatore imprescindibile che è stato, fino all'arrivo di Garcia.
Juan Jesus:
Ostigard:
I problemi tattici, e di conseguenza tecnici, persistono, e in campo i giocatori sembrano sempre più nervosi, consci del fatto che stanno indossando un vestito che non gli appartiene, e che ora, anche dopo una vittoria, comincia a stare stretto, come si evince anche dalle parole di Di Lorenzo nel post partita, quando preferisce glissare totalmente la domanda sul mister, sottolineando l'importanza degli amici (i compagni di squadra), come li definisce il capitano. Insomma, vittoria che ha tutto per essere una semplice illusione, più che un punto di (ri)partenza.