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Conte
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Manca sempre meno alla ripresa del campionato di Serie A, fermo per la sosta delle Nazionali, ed il Napoli di Conte è atteso dallo scoglio Milan. La Gazzetta dello Sport si sofferma sul finale di stagione del Napoli.

Conte esperto delle volate scudetto

Antonio Conte non parla mai a caso, e oggi quel “fidatevi di me” sussurrato al termine della conferenza post-Fiorentina ha ancora più peso. Se c’è una ragione per cui il Napoli può credere davvero nello scudetto, quella ragione è proprio Conte, l’allenatore più scudettato in questo campionato. E allora, avanti con determinazione, perché è il passato di Antonio a mandare un messaggio forte al popolo napoletano.

Da quando allena in Serie A, Conte ha sempre fatto la differenza nelle lunghe volate di fine stagione. Le sue squadre hanno sempre alzato il ritmo, accelerando verso il traguardo. Antonio ha vinto quattro scudetti su cinque, ma in tutte e cinque le stagioni ha fatto più punti delle dirette rivali per il titolo nelle ultime nove giornate. Ora siamo nel rettilineo finale, senza più sosta o interruzione: bisogna andare al massimo, senza risparmiarsi. Velocità, apnea, senza paura di sforare.

Il calendario presenta due sfide difficilissime contro Milan e Bologna, ma poi diventerà sulla carta più abbordabile. Tuttavia, il Napoli dovrà avere più fame delle altre squadre per conquistare l’impresa. E in questo percorso dovrà affidarsi ancora una volta al suo condottiero, l’uomo che ha ricostruito un sogno partendo dalle ceneri. Conte sa come si fa, e sa come tirare fuori il meglio dai suoi giocatori, fino all’ultimo minuto.

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Conte e le analogie con la Juventus 2011-12

Nei suoi tre anni alla Juventus, Conte ha costruito una dinastia partendo da zero, vincendo al primo anno senza perdere neanche una partita. Ma ciò che conta davvero è l’analisi del finale: nelle ultime nove giornate recuperò 8 punti al Milan. Partendo da -4 (un punto in meno rispetto alla situazione odierna con l’Inter), chiuse a +4. Con otto vittorie e un pareggio, Conte portò la Juventus sul tetto d’Italia per la prima volta, firmando il suo primo capolavoro. L’anno successivo, invece, fece la lepre proprio al danno del Napoli, sotto di nove punti a nove giornate dalla fine. Il distacco rimase invariato, ma aumentò quello sulla Fiorentina (+3) e il Milan (+4). Solo l’Udinese fece meglio con 25 punti nelle ultime nove giornate, mentre la Juve di Conte si fermò a 22, con sette vittorie, un pareggio e una sconfitta. E nella terza e ultima stagione, Conte chiuse con otto vittorie e una sconfitta, ottenendo 24 punti che portarono la Juventus a una storica quota 102.

Alla guida dell’Inter, Conte ha riattivato la modalità “rincorsa” nella sua prima stagione, arrivando a un punto di distacco dalla Juventus, anche se il campionato era già deciso da tempo. Nonostante questo, nelle ultime nove giornate, Conte fece meglio di Sarri, ottenendo 18 punti grazie a cinque vittorie e tre pareggi. L’anno successivo, l’Inter prese il volo nel girone di ritorno, inanellando una serie di vittorie consecutive che le permisero di vincere lo scudetto già ai primi di maggio, con ampio margine. Nonostante avesse già conquistato il titolo, l’Inter non mollò la presa, ottenendo gli stessi punti dell’Atalanta, in lotta per la Champions, e uno in più di Milan e Juventus. I nerazzurri chiusero con 28 vittorie, due pareggi e una sconfitta, ma soprattutto a +12 dal Milan.

Ogni stagione è a sé, ma un allenatore che può attingere a una simile esperienza può davvero infondere fiducia nel raggiungimento di un grande obiettivo. Conte sa come si fa, e anche diversi giocatori lo sanno. Mancano forse le stelle, ma molti dei suoi “spallettiani” sono ancora lì, con la stessa fame e voglia di far festa.


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