Lobotka, centripetismo attorno al cerchio di centrocampo
Stanislav Lobotka è un centrocampista tozzo che gioca al calcio come Socrates. Lo scudetto del Napoli è passato innanzitutto dalla sua gigantesca maestria nel vedere il gioco ancor prima di crearlo. Ha diversificato un modo di ricevere la palla danzando sull'asse del proprio bacino, che a Spalletti ricordava sempre quella 1.0 di Pizarro, ed ha fatto ruotare i giocatori satelliti attorno alla propria ellisse, rendendosi fulcro dell'azione e fautore di un calcio d'eccelsa perizia tecnico-tattica.
Lobotka, bussola del gioco azzurro
Se non gli spetta la copertina del tricolore con il 3 sopra, la cucitura dello stesso porta la sua griffe. Perchè la rimodulazione in ottica moderna, remando contro l'antropologia del regista di centrocampo, trova in Lobo - come lo chiamano amorevolmente i compagni e gli amici - un raro esemplare d'innovazione para evolutiva del ruolo.
Lobotka ha ampliato la funzionalità del suo gioco e restituito al Napoli, che negli anni pur ha avuto il fine Joriginho in quella zona di campo, una visione dell'impostazione dal basso guardando a 360° il perimetro, dove la paura di perdere la palla vicino alla propria area è stata la molla emotiva per esaltare tutto il complesso della squadra a perfettibilizzarsi tecnicamente, tracciando linee di passaggio mai vuote di significato ed utilità, in un contrappasso con il calcio totale: essere in controllo del proprio ruolo per essere ovunque in campo.
Il piccolo slovacco di Trencin, raccomandato da Hamsik, che con quel fisico cubico (Spalletti docet) e uno sguardo radar di tutto il campo, ha incantato mezzo mondo, roteandosi su se stesso spalle e fronte alla porta, illuminando l'azione con la sfera, dotando il Napoli di un igloo in cui rifugiarsi quando i palloni erano roventi. La sua efficacia, unita alla classe universale, si è apprezzata con continuità e sapienza tecnica, adoperandosi in tutte le zone del campo sempre a testa alta.
Abilissimo a muoversi con la palla anche in ristretti fazzoletti di terreno, la sua affinità con i passaggi di medio raggio è una lente d'ingrandimento del volume di gioco ricco di finezza, orbitando attorno al cerchio di centrocampo sfruttando spesso l'inerzia dei contro movimenti e la forza centripeta che anche in quiete lo attrae verso la palla.
Innovazione, dinamismo, atletismo, gamba solida, carattere. Lobotka ha mescolato tante componenti di secondo pelo per una maturazione piena nello sbocciamento in maglia azzurra, che pochi preventivavano dopo le paturnie con Gattuso. Nel nuovo corso delineato da Spalletti tra Novembre e Dicembre 2022, Lobotka ha pulsato in mediana, consentendo alla squadra l'impostazione duale in orizzontale e verticale con innato senso tattico e sussiego nei passaggi. In quest'annata trionfale è stato tra i migliori cinque della squadra per rendimento, emergendo spesso in partite fondamentali per la stagione.
Ha avuto la capacità di gestire il ritmo a proprio piacimento, confortando Spalletti nel suo credo del sistema a molteplici variabili al centro, dove la regia non prescinde dell'impostazione, ma dalla visione periferica del gioco dalla fine della terza fino all'inizio della prima linea di campo.
Si è reso affinatore di molti palloni scabri e vertice basso di triangoli aposizionali con Anguissa e Zielinski o con Mario Rui o Olivera e Di Lorenzo, cercando sempre il pertugio oltre la cortina di gambe avversarie, alle volte anche assumendosi dei rischi.
Vale la pena eleggerlo a uomo cardine dell'oleato reticolo di passaggi che ha fatto le fortune del Napoli in molte gare, assumendosi sempre la responsabilità di una giocata boarderline che spezza l'incanto. Artefice di uscite dalle retrovie in surplus e rimpinguamenti offensivi sugl'arroccamenti avversari.
Inoltre ha spesso attaccato lo spazio con la palla senza mai perdere di consistenza e adattabilità anche in zone desuete del terreno di gioco, alla bandierina o sulle fasce. La sontuosità del gioco di Lobotka si è evinta facilmente nella geometricità che ha sempre creato attorno al cerchio di centrocampo, vettorializzando tutta la proiezione ortogonale della squadra verso destra o verso sinistra; ammaestrando il tempo della manovra a proprio piacimento.
Ha inziato il campionato come l'aveva finito, cioè con un goal in percussione centrale contro il Verona (l'antecedente contro il Genoa all'ultima partita in casa del campionato scorso) ma poi non ha ribattezzato la rete in altre circostanze, rendendosi ugualmente partecipe di azioni da goal.
Impressionanti le partite contro il Milan a Milano, a Empoli, a Reggio Emilia e Torino contro i granata, a Marassi e a Salerno. Spettacolari le sue prestazioni in casa contro Monza, Sassuolo, Juventus, Roma, Cremonese, Atalanta e Torino. Un pendolo inesauribile d'idee e scansione del tempo che non ha mai trascurato nessuna fase di gioco o traccia di campo, esecrando il pericolo numero uno per tanti avversari che hanno teso a volerlo ingabbiare.
I Numeri di Lobotka
La stagione della magnificenza di Lobo, si constata nelle sue statistiche di primo livello:
Ha giocato quasi 3000 minuti (2850), tirato 4 volte in porta, eseguito 2086 passaggi in Serie A nelle 34 partite giocate, con una precisione del 94% (mostruosa) e portato a termine 15 dribbling di cui 8 nella propria metà campo. La media passaggi a partita è 66.11 con 76 palloni (on average) toccati nei 90 minuti. Ha effettuato un assist goal a Kvara nella partita contro il Monza in casa.
Inoltre ha avuto la meglio in 76 contrasti e vinto il 64% delle contese a cui ha partecipato; ha svettato nel 39% dei duelli aerei eseguiti e concluso 15 chiusure difensive con ben 6 tiri respinti. Le palle totali recuperate sono 22. Dei 24 falli totali commessi più del doppio (54) sono stati ottenuti.
E' al primo posto in Serie A nella classifica di corretta distribuzione dei passaggi nella metà campo avversaria. Questi numeri, spalmati in ordine controverso, sono la cartina al tornasole di come olisticamente Lobotka abbia fatto fruttare i semi del calcio espresso in questa stagione, nel simposio della vittoria tricolore iniziata dai suoi piedi, piccoli ma preziosi.