De Laurentiis allontani le gole profonde dal Napoli
Un'annata da cancellare. Da cestinare. Pregare affinché arrivi la fine. Ma un'annata da non dimenticare. Da stampare su un foglio grande e inchiodarla ai muri di Castel Volturno. Inutile ritornare sugli errori, sarebbe deleterio, prolisso ed anche stancante. Ma quando tutto sembra ormai andare spedito verso la fine, ecco la novità del mese: i litigi tra i calciatori, la creazione di fazioni, la caduta del capitano.
Un pó di maretta l'avevano notata anche i più disattenti, certo non a questo livello. E come è possibile che, in una sera di fine aprile, un problema di tale portata non resti chiuso a chiave all'interno di quel luogo sacro che si chiama spogliatoio? Probabilmente perché qualcuno ha interessi superiori al benessere della società. Della piazza. Dei calciatori stessi. La misura è colma. O meglio, era colma anche mesi fa ma oggi l'acqua fluttua fuori dal bicchiere e cade continuamente sul pavimento. Con il rischio di scivolare e farsi male. Ed il Napoli, naturalmente, è scivolato e si è fatto male.
Questo aspetto è sicuramente quello a cui si deve dare maggiore conto per il nuovo corso. Liberarsi di queste figure non più scomode, ma dannose. Una situazione che si è lasciata andare per conto suo e si è ramificata anche nei bagni del Konami Center.
Parole e potere a uomini dalla dubbia utilità, arrivisti, finti conoscitori di questo sport e navigatori contro. Capaci di avere, non tanto indirettamente, il controllo dello spogliatoio. Di quel luogo unico dove si decidono le sorti di annate, di decenni, di progetti, di futuro.
Inizi da qui il Napoli. Prima dell'allenatore, prima della strategia sul mercato, prima del ds e degli eventuali altri collaboratori, Aurelio De Laurentiis riprenda in mano l'ambiente e faccia piazza pulita di tutti coloro che effettivamente non pensano al bene comune. Anzi, non vogliono il bene comune.
Che siano calciatori, che siano dirigenti. Che siano procuratori...