Il big match della 28esima giornata manda in scena lo psicodramma più plateale della pletora di guerrieri insufficienti di Spalletti, smontata mentalmente e surclassata fisicamente dal Milan che con uno scacco matto scaraventa via dalla scacchiera gli azzurri in maniera bestiale.

Lo svolgimento della partita assomiglia ad una psicanalisi agonistica, in cui il Napoli ha disincantatamene manifestato lacune macroscopiche mentre il Milan imperversava sul campo disinibitamente, denudando un nerbo sottile del gruppo squadra partenopeo.

Sul terreno di gioco viene messa in atto una delle peggiori figure inscenate da vent'anni a questa parte dalla squadra azzurra, sondata in ogni singola lacuna da un diavolo rossonero che è sembrato fuoriuscire da un canovaccio criminoso redatto da Agatha Christie, in un retaggio sportivo scioccante per i tifosi - refrattari gli ultras - complici indecorosi di una pagina oscura della storia recente.

La sconfitta di Napoli e del Napoli contro i campioni d'Italia in carica, va ben oltre l'assenza di Osihmen e delle aritmie del tifo, scollato e rabbioso, e accantona ogni sagace inquadratura belligerante della partita, perchè crea un solco che solo lo Scudetto sul petto, come iodio sula pelle, potrà sanare.

IL MATCH

Nel perimetro verde, la corrispondenza biunivoca della marcatura fluttuante a uomo a campo aperto di Krunic, Tonali e Bennacer, quest'ultimo, geniale nel trovarsi sempre fazzoletti di campo scartati a proprio piacimento, ha indebolito il midollo del centrocampo napoletano, inclinazione negligente per una compagine immediatamente nervosa a non creare, ne vedere line di passaggio dalla mediana in su, con endemica propensione a non alzare il tono del ritmo di transizione offensiva. Politano e Kvara sono stati messi in condizione solo a sprazzi di creare pericolo, anche per meriti della difesa del Milan, che ha blindato le catene con raddoppi perenni ed iper attenzionamenti al portatore di palla.

Il primo gol subito dal Napoli al quarto d'ora è la Lapalissiana dimostrazione della forzatura delle giocate, sin dall'impostazione, e lo scoordinamento totale tra reparti e composizioni di marcature.

Diaz salta Lobotka e Mario Rui con un dribbling ed esegue il passaggio filtrante per Leao

Kim si alza e accelera la giocata per frontaleggiare la barriera rossonera, cercando di sviluppare addosso a Simeone per raddoppiare i giri del motore sulle fasce. Opta per la scelta di piede destro anziché il suo mancino naturale e il passaggio è sbagliato sia nella precisione che nell'inerzia. Giroud si scaraventa sul collega di ruolo argentino e gli sradica il pallone; ivi da cui si mette in funzione il plotone Milanista che imbambola il Napoli, con Calabria servito dal francese a portare avanti la sfera dalla destra, annesso scarico e sovrapposizione ad agevolare Diaz.


Napoli preso in contro tempo con 5 giocatori di movimento nella metà campo avversaria

Mario Rui scala inutilmente e fuori tempo con allungo, in un accorcio di terreno preventivo che vedeva Lobotka andargli a pestare i piedi, favorendo la bravura del talento spagnolo che lo elude in un amen. Kim, senza riferimento di placcaggio immediato, percepisce l'insidia ed esce a mezza via, creando lo spazio vergine alle sue spalle, sulla precisa diagonale d'imbucata verso Leao. Rrahmani abbocca al contro movimento, palla con i giri contati e il leone Portoghese ruggisce con un morbido scavetto a scavalcare Meret, adornando una magia eccellente. Interpretazione macabra della perdita di palla del Napoli in uscita, già tutto avviluppato nell'altra metà campo, detronizzato da due passaggi e un dribbling.

Leao si accentra e da il là al secondo goal del Milan

Catastrofe tattica ancor peggiore, poco meno di dieci minuti dopo, al 25', quando Leao dalla sua classica posizione, addomestica lo scarico convergendo al centro da sinistra, Anguissa simula appena un tentativo di pressing all'incontrario, ma inesitatamente. Ancora il crack portoghese duetta in triangolo dai e vai con Giroud ed innesca la miccia Bennacer andato a predominare il centro sinistro esterno dell'area di rigore azzurra. Theo Hernandez che era già partito a creare densità offensiva sulla seconda linea, codicfica l'identificazione dello spazio per ricercare lo sfondamento laterale, grazie ad una posizione estremamente fastidiosa per Di Lorenzo e Rrahmani che lo ravvisano con pericolo, ma essendo innocuo perchè spalle alla porta, anziché aggredire la palla per uscire, accorciano all'indietro temendo una seconda palla a contrasto del terzino francese.

Bennacer crossa dal fondo per l'accorrente Diaz che segna lo 0-2

Bennacer prepara bene il cross sul secondo palo, dove per lui è facile scorgere Calabria in assolo largo e Diaz a rimorchio, scoperto totalmente da Zieliski molto poco feroce a tamponarlo. Pasticcio sventurato sullo spiovente tra Rui e Kim, con il Koreano impegnato cercare di sovrastare l'avvoltoio Giroud. Diaz segna in rapida sequenza di stop e tiro e gara in cassaforte già nel primo tempo per il Milan.

Zielinski perde pala a centrocapo, favorendo il secondo goal di Leao

Il disastro immarcisce nella ripresa, quando Zielinski, tra i peggiori della squadra a complementare il gioco, s'incaponisce a portare palla per alleggerire la manovra di raccordo tra difesa e attacco, perde inanemente la palla sotto le grinfie di Tonali, portentoso a eludere il rientro di Anguissa e lanciare Leao a campo aperto. Ancora un volta l'esterno sinistro lusitano si esibisce in una perla di bravura, punta Rrhamani, lo salta nettamente e col sinistro scaraventa palla a incrociare nel sette opposto con elevato tasso di maestria ed estro. Napoli incantato a lasciarsi flaggellare dal Milan in tutti i reparti.

Tragicomico per assordare la debacle, il quarto goal del Milan, con la difesa del Napoli che si consegna totalmente alle avanguardie Milaniste, quando Calabria sfoga caracollante a destra, su un anti geometricità facilmente leggibile di Mario Rui in uscita preventiva senza attacco ne alla palla ne allo spazio, il flusso di gioco centrale incoraggia Saelemaekeers a sfondare. Il Belga slalomeggia tra Lobotka, Kim e Rrhamani in maniera degna di un grande giocatore e trafigge barbinamente il mascherato Meret sotto le gambe.

Sconfitta conseguente ad una frustrata dedizione a giocare, aspetto nevralgico del capitombolo sono le risibili energie nervose degl'azzurri, attirati in una trappola congegnosa, ben manipolata da Pioli e quasi indotti al suicidio tattico. Il 4-0, passivo che poteva essere più gravoso, è una lezione di estrema severità per la banda Spalletti, chiamata ora a dimostrare di essere la squadra più forte e meritevole della Serie A 22/23, soltanto sprofondata in una notte da incubo.

STATISTICHE

Insensato parlare di 567 passaggi precisi all'87%, del 60% di possesso palla, quasi il 60% di duelli aerei vinti, 10 corner battuti, 20 tiri di cui 9 nello specchio della porta e il 53,8% di contrasti vinti in tutte le zone del campo, perchè basti citare che il Napoli ha totalizzato 0 infrazioni di fuorigioco, sintomo che resettato il volume di gioco di Osimhen in attacco, la squadra ha provato a reinventarsi fin quasi a snaturarsi per imbastire l'offensiva, ma non appena le risorse sono mancate, l'11 napoletano si è sciolto come cera sotto la fiamma del diavolo rossonero, fin troppo bravo non solo a inibire le fonti essenziali del gioco di Spalletti ma addirittura a confonderle.

Tutta Italia ha apprezzato il Napoli, in ogni sorte, e in ogni sorte la squadra ha mai demeritato anche nelle sole 4 sconfitte stagionali, ma stavolta l'inferiorità tecnica trafigge le ambizioni di tricolore come una spada di Damocle, da estrarre al più presto dall'orgoglio. Perchè esistono le giornate in cui il destinto va contro i propri ideali, ma se questi sono solidi non si smuovono. La Champions League sarà crocevia del destino del Napoli.