Dopo lo 0-0 arrivato all’Olimpico con la Lazio, il Napoli torna a casa, attendendo quest’oggi alle ore 15 il Verona, squadra in piena lotta per non retrocedere, con 18 punti in 22 giornate , occupando attualmente la 17esima posizione. La squadra di Baroni fuori casa conta una media ancor più preoccupante, con una sola vittoria, arrivata peraltro alla prima giornata di campionato, il 19 agosto 2023, ai danni dell’Empoli; dall’altra parte c’è una squadra che in casa tende a faticare maggiormente rispetto agli impegni esterni, gli azzurri infatti sono quindicesimi per punti casalinghi, 14 in 10 partite con appena 4 vittorie.

La partita, comunque, da una parte e dall’altra, risulta fondamentale: il Verona potrebbe tornare a respirare dopo un girone d’andata sempre a ridosso della zona retrocessione, ed il Napoli ha necessità di punti per continuare a mettere pressione in zona Champions, e rimanere in scia al quarto posto.

I precedenti a Fuorigrotta tra queste due squadre sono 31 in Serie A, 20 le vittorie azzurre, 8 i pareggi e 3 i successi dei gialloblù, da sottolineare una curiosa statistica, il Verona non vince al Maradona dal 1983, ben 41 anni fa, ma d’altra parte il Napoli non trova i tre punti da tre gare consecutive in casa.

Napoli-Verona: le probabili formazioni

Napoli (433): Gollini; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Simeone, Kvaratskhelia. All. Mazzarri

  • Si torna alla difesa a quattro, con Di Lorenzo e Mario Rui più bassi al fianco di Rrahmani e Juan Jesus 
  • Si rivede Natan tra i convocati, ma partirà dalla panchina 
  • In attacco Simeone favorito su Raspadori per una maglia da titolare 

Verona (4231): Montipò; Tchatchoua, Dawidowicz, Magnani, Cabal; Duda, Serdar; Folorunsho, Suslov, Lazovic, Noslin. All. Baroni

  • Confermato Noslin in avanti, con Folorunsho e Lazovic alle sue spalle 
  • Baroni conferma l’undici di domenica scorsa nella gara contro il Frosinone 

Napoli-Verona: cosa aspettarsi?

Il Verona arriva al Maradona con tanti dubbi e poche certezze, l’attacco fatica a produrre e concludere, 20 i gol segnati (in 22 partite) con 1.6 azioni da gol create di media (1.2 sprecate), la squadra di Baroni infatti lascia spesso l’iniziativa agli avversari, con una media del 45% di possesso palla, e una fase difensiva che fatica ancor più di quella offensiva, 30 i gol subiti (1.4 di media).

Il modulo maggiormente utilizzato è il 4231, che però in fase di possesso cambia, i due terzini salgono all’altezza della metà campo, al fianco di Duda e Serdar, Lazovic si allarga a sinistra e Folorunsho che parte da trequartista si sposta a destra creando sovrapposizioni con Suslov alle spalle della prima punta. L’uscita palla è affidata alla corsia di destra, con Magnani e Tchatchoua che toccano circa il doppio dei palloni della corsia opposta (rispettivamente 44.5 e 40.8), con il numero 23 che in fase di possesso alza il baricentro palla al piede: 

 A destra prosegue la costruzione con il giocatore di maggiore rilievo palla al piede della squadra, Ondrej Duda, il numero 33 a inizio stagione era partito dietro la punta, ma per aumentare la qualità in mezzo al campo, zona dove il Verona faceva fatica a tenere palla, è stato arretrato nei due davanti la difesa. Per il centrocampista slovacco 1 gol, 3 assist, e soprattutto su 50.9 tocchi (81% di precisione) di media, 1.6 i passaggi chiave prodotti, essendo il giocatore più pericoloso nella creazione offensiva della squadra, motivo per cui il 38% delle azioni passano dalla destra.

Più avanzato una delle sorprese della stagione, nonché tesserato del Napoli, Michael Folorunsho, centrocampista box to box che però sta sempre di più assumendo un’identità da centrale atipico, parte infatti trequartista ma ricoprire maggiormente l’esterno, il suo ruolo è principalmente quello di creare spazio con i suoi movimenti a portare via l’uomo ai due mediani per trovare varchi centrali, il numero 90 infatti non risulta così pericoloso nella creazione offensiva, con 0.4 passaggi chiave su 42.1 tocchi e appena il 69% di precisione, ma da peso all’azione con le sue progressioni al limite dove ha dimostrato di essere pericoloso (con 2 gol segnati) o con i movimenti senza palla sull’esterno, in sovrapposizione per gran parte delle volte con Suslov.

In fase difensiva la squadra ritorna al 4231, con Lazovic a sinistra leggermente più arretrato, infatti si può passare rapidamente col suo movimento ad un 4321, la squadra si abbassa molto, sui 40m di altezza, gli esterni stringono dentro il campo creando molta densità al centro (34m di larghezza) e la squadra si compatta in pochi metri (24), riducendosi ad essere molto corta nella zona tra difesa e centrocampo, facendo far fatica agli avversari nel giro palla al limite dell’area.

Il match sarà fondamentale per entrambe, il Napoli, a maggior ragione giocando in casa, non può sbagliare, la partita però nasconde delle insidie, il possesso sarà a favore della squadra partenopea che però non potrà sprecare troppo come ci ha abituato finora, il Verona infatti affronterà il match in modo da concedere il meno possibile, e squadre così dense e corte sulla metà campo storicamente fanno soffrire gli azzurri, che forse proprio per questo, come dichiarato da Mazzarri, hanno provato ripetutamente la soluzione del tiro da fuori, anticipando le difficoltà nell’entrare in area di rigore.