Prova di forza del Napoli, che al Maradona con un perentorio 4-1 conquista i tre punti battendo un Udinese sempre più in difficoltà. Il ritorno al gol di Osimhen e Kvaratskhelia, un risultato mai in discussione, una squadra più sciolta in campo e le polemiche delle ultime ore scacciate via in una serata che può segnare il vero inizio della stagione del Napoli, che si porta a soli 4 punti dal primato in classifica, occupato dalle due milanesi. Al contrario sprofonda l'Udinese, ennesima partita della sua stagione senza vittoria, ancora troppe difficoltà nel concretizzare e una classifica che ora dice zona retrocessione, diciottesimo posto a soli 3 punti al pari dell'Empoli. Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Napoli-Udinese: lo schieramento tattico

Il Napoli scende in campo con il classico 433: in porta Meret; difesa formata da Di Lorenzo, Ostigard, Natan, Mario Rui; a centrocampo inamovibili Anguissa, Lobotka e Zielinski; in attacco sulla destra torna Politano dal 1', al suo fianco Osimhen e Kvaratskhelia. Fase di possesso che ha visto una squadra rivoluzionata nelle posizioni rispetto alle scorse uscite, terzini con più libertà di spinta, e maggiore copertura a centrocampo con Lobotka bloccato in mediana, in avanti è Kvaratskhelia a supportare Osimhen, quasi da seconda punta partendo da sinistra. In fase difensiva 451, con il numero 77 come giocatore più avanzato della linea a 5 di centrocampo, e con Zielinski largo per evitare gli 1 vs 1 a Mario Rui, lavoro fatto in alternanza con Natan, che spesso infatti usciva proprio in zona del portoghese per evitare la superiorità numerica avversaria.

L'Udinese conferma la formazione degli scorsi match, 352 per Sottil: Silvestri in porta; in difesa Perez, Bijol e Kristensen; a centrocampo Payero, Walace e Lovric, affiancati sugli esterni da Ebosele e Kamara; in attacco coppia formata da Thauvin e Lucca. In fase di costruzione la difesa a 3 passa a 2 con Walace da perno tra Bijol e Kristensen e Perez esterno a destra, Lovric e Payero molto avanzati e la coppia d'attacco che diventa un attacco a una punta (Lucca) con un supporto alle spalle (Thauvin). In fase difensiva 442, con Kamara che scala a sinistra da terzino e Perez che si allarga per formare una linea difensiva a 4, in avanti le due punte si affiancano.

Napoli-Udinese: i numeri del match

La partita è stata a senso unico, il Napoli ha dominato dall'inizio alla fine, dando una dimostrazione di forza e una scossa a una situazione che andava necessariamente ribaltata, e così è stato. 3.29 xG (il secondo più alto della stagione dopo il match con il Sassuolo), dominio territoriale con il 66% di possesso palla, 23 conclusioni, 10 nello specchio della porta, 9 le grandi occasioni create (primato questa stagione), 2 legni colpiti, 16 conclusioni in area, 576 passaggi tentati, 89% di precisione (515 riusciti) e 0.69 xG concessi, con l'Udinese che ha avuto solamente un'occasione da gol (rete dell'1-3) e solo il 34% di possesso, per una squadra che viaggiava prima del match al 48% di media, inoltre da sottolineare anche il numero di palle lunghe tentate, 50, 30 quelle andate a buon fine, per evidenziare che come ha detto Kvara nel post match, si è deciso comunemente di giocare maggiormente con la palla, ma evidentemente senza rinunciare a quei piccoli ritocchi (come la maggiore verticalità) che Garcia ha voluto apportare.

Ci sono diversi punti da analizzare per spiegare la prestazione di ieri e soprattutto farlo in virtù degli ultimi match, non giocati al meglio: in primis la posizione di Lobotka, lo slovacco infatti è finalmente tornato nel suo ruolo naturale, in mediana, da perno davanti la difesa, il che favorisce diverse situazioni tattiche, innanzitutto il numero 68 non è costretto a portare palla come fatto fino alla partita col Braga, ma è chiamato a pulire il pallone nella prima uscita, e di conseguenza si ha più equilibrio e stabilità in mezzo al campo accorciando i reparti ed evitando di subire quelle ripartenze che hanno caratterizzato i primi match stagionali, non a caso ieri si è visto il Napoli più corto della stagione, 33m in fase di possesso e 31m in fase di non possesso.

Lobotka:

Ed infatti sale la prestazione dell'ex Vigo anche nei numeri: 85 tocchi (primato stagionale), 97% di precisione (72/74), 1 passaggio chiave, 3 palle lunghe riuscite (su 4), 1 grande opportunità creata, 3 contrasti vinti e 4 possessi persi. Ma la posizione (e di conseguenza i compiti) di Lobotka non inficiano positivamente solo sulla sua prestazione e sull'ordine tattico in campo, ma anche sul compagno di reparto Anguissa, sul 99 ci sono due aspetti da chiarire relativi alla partita di ieri sera, il primo è proprio questo, il camerunese nelle ultime due partite ha alzato notevolmente il suo livello di gioco, non è casuale che lo abbia fatto proprio quando è stato deresponsabilizzato nel coprire tutta la mediana vista la posizione avanzata di Lobotka, ora infatti copre meno campo ed è fondamentale per un giocatore dal suo fisico che va in affanno quando deve costantemente correre dietro gli avversari, in questo modo non perde lucidità e a beneficiarne è la fluidità in manovra con l'alta percentuale di passaggi riusciti (95% su 70 tocchi) e le poche palle perse (6).

L'altro aspetto è legato a Kvaratskhelia, e nello specifico alla fase difensiva, il georgiano era in evidente difficoltà nelle scorse partite, spesso sbagliando proprio la scelta più che l'esecuzione, questo perchè era spesso lasciato in 1 vs 1 o volutamente chiamato a supporto del terzino sinistro, in questo modo in avanti perdeva di brillantezza e imprevedibilità, caratteristiche da cui non può prescindere. E cosa c'entra Anguissa?

Se si vanno a vedere i posizionamenti dei giocatori in campo e le zone maggiormente calcate da essi noterete sicuramente una differenza non solo dalle scorse partite, ma anche dalla passata stagione, ovvero la posizione del 99, che rimane in mediana, ma questa volta sulla sinistra anzichè a destra in fase di non possesso, questo per permettere a Kvara di avere più libertà e allo stesso tempo per non lasciare in 1 vs 1 Mario Rui contro la fisicità degli esterni friulani, il portoghese infatti è di notevole importanza in costruzione ma fatica troppo quando è chiamato a difendere una situazione di superiorità avversaria.

Anguissa:

Kvaratskhelia per caratteristiche, col passare degli anni sarà sempre di più un giocatore da zone centrali di campo, più che da corsie esterne, e ne abbiamo avuto dimostrazione ieri, quando grazie alle coperture preventive di Anguissa, e il lavoro in sovrapposizione sull'esterno di Zielinski, il georgiano ha particamente occupato l'area di rigore fungendo quasi da seconda punta alle spalle di Osimhen, il che lo ha fatto rendere di più sia per le energie risparmiate in fase difensiva e sia per i maggiori palloni toccati in area (12, il migliore del Napoli in tal senso), che con la sua tecnica nello stretto diventano sempre potenziali occasioni, soprattutto se poi, come è successo ieri, a supporto c'è un giocatore come Zielinski, ma questa volta non in posizione di trequartista, ma di puro esterno sinistro, proprio per creare superiorità numerica, con Mario Rui in aiuto sulla trequarti per concedere sempre lo scarico facile (motivo per cui è stato preferito ad Olivera), oltre che per concedere al 77 più campo in posizione centrale, campo sfruttato al meglio con la prestazione di gran lunga migliore della stagione: 1 gol, 1 assist, 2 conclusioni nello specchio, 2 legni colpiti, 4 dribbling riusciti (su 6), 1 rigore conquistato, 54 tocchi, 74% di precisione, 2 passaggi chiave, 3 palle lunghe riuscite (su 4), 2 grandi occasioni create, 8 contrasti vinti (su 12) e 4 falli subiti.

Kvaratskhelia:

Zielinski:

Anche i terzini sono stati coinvolti maggiormente in manovra, sfruttando gli aiuti in ripiego di Politano a destra, e di Anguissa a sinistra, tra Di Lorenzo e Mario Rui infatti su 187 tocchi complessivi sono state create ben 5 occasioni da gol, e soprattutto è proprio dai terzini che è arrivata quella verticalità tanto richiesta dal tecnico francese, con 9 palle lunghe riuscite su 12 tentativi.

Infine ci sono quegli aspetti della partita che non possono essere analizzati attraverso numeri e statistiche, ma sono sensazioni prettamente di campo che si avvertono e che ieri sono state finalmente positive attorno ad un ambiente finora troppo cupo, nei volti e negli atteggiamenti dei protagonisti. Il ritorno al gol di Osimhen e Kvaratskhelia, il cinque dato a tutta la panchina al momento dell'uscita da parte del numero 9, e quella famosa 'vena sul collo' che si ritorna a vedere proprio sul georgiano, a simboleggiare un Napoli che si, è ancora lontano dall'essere perfetto, ma allo stesso tempo che è tornato rabbioso e con la fame di cui si ha disperato bisogno per uscire da certe situazioni negative, consci del fatto, che questa squadra non può e non deve valere quanto visto nelle prime uscite stagionali.