Dopo quattro match senza trovare i tre punti, il Napoli ritorna alla vittoria, al Maradona infatti il derby campano con la Salernitana finisce 2-1, con il gol, pesantissimo, allo scadere, di Amir Rrahmani, che in mischia dopo una serie di rimpalli trova il pallone giusto per bucare Ochoa, che fino a quel momento era risultato decisivo con un intervento miracoloso su Kvaratskhelia. 

Con questo successo il Napoli torna a -2 dalla zona Champions momentaneamente, aspettando i risultati di Fiorentina e Bologna; per la Salernitana la situazione classifica si fa sempre più complicata, 12 punti e ultima posizione con la 12esima sconfitta del proprio campionato.

Napoli-Salernitana: lo schieramento tattico 

Il Napoli scende in campo con numerose assenze, 433 per Mazzarri: Gollini tra i pali; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui a formare la linea difensiva; a centrocampo out Zielinski, al suo posto Gaetano, al fianco di Lobotka e Cajuste; in attacco spazio a Simeone preferito a Raspadori dal 1’, al suo fianco Politano e Kvaratskhelia. In fase di possesso squadra altissima, 66m il baricentro, con i centrali ad impostare sulla linea di metà campo, e le mezzali occupate ad inserirsi nei mezzi spazi tra la punta e gli esterni offensivi, che hanno ricevuto notevole aiuto dai terzini sempre in spinta. In fase difensiva la squadra si abbassa notevolmente (45m), 451 che a tratti passa al 4411, con Kvaratskhelia sottopunta pronto alla ripartenza dopo il recupero palla.

3421 per Inzaghi: Ochoa in porta; Gyomber, Fazio e Lovato sulla linea a tre difensiva; Sambia e Bradaric esterni di centrocampo con Legowski e Martegani interni; dietro la punta due i trequartisti/esterni, Candreva e Tchaouna, alle spalle di Simy. La squadra di Inzaghi molto bassa in fase di non possesso (33m), la difesa passa a cinque con i due esterni di centrocampo che scalano, Candreva e Tchaouna stringono dentro il campo a creare densità con la coppia di centrocampo. In fase offensiva la squadra si alza sui 56m, in questo caso il 3421 permane, ma Candreva si abbassa leggermente tra Bradaric e Martegani, da mezzala aggiunta, portando via l’uomo in numerose sovrapposizioni a Bradaric sull’esterno, o andando verso l’interno per calciare, come in occasione del momentaneo 0-1.

Napoli-Salernitana: i numeri del match 

Pochi squilli da parte degli ospiti, la squadra di casa sin dal primo minuto si è rivelata aggressiva e organizzata nel pressing, i numeri parlano di un dominio assoluto: 2.19 xG creati dai partenopei, 0.12 xG per gli avversari, Napoli che ha controllato la partita con il 70% di possesso palla, 19 conclusioni (7 in porta), 4 grandi occasioni create e 11 tiri nell’area di rigore. 

Il match ha visto la squadra di Mazzarri dal punto di vista della fase di non possesso più attenta e organizzata nel portare il pressing, nel secondo tempo la Salernitana non è praticamente mai riuscita ad uscire dalla propria metà campo, e anche palla al piede hanno fatto fatica ad alzare il baricentro viste le linee alte del Napoli, infatti il possesso azzurro è stato prevalentemente nella metà campo granata (62%), la differenza l’hanno fatta in particolare i terzini, che giocando sulle posizioni di mezzala o mezzo esterno hanno contribuito a raddoppiare sulla metà campo le coppie formate dalla Salernitana con l’esterno e il trequartista, in particolare a destra con Di Lorenzo:

Di Lorenzo:

Il capitano è stato costretto ad una prova di grande sacrificio nel primo tempo, dovendo contenere i raddoppi di Candreva e Bradaric, alzando la sua posizione per sporcare le linee di passaggio e non permettere a Candreva di venire dentro il campo a ricevere, posizione in cui il numero 87 è più pericoloso, questi i numeri difensivi di Di Lorenzo: 4 contrasti vinti (su 6), 2 duelli aerei vinti (su 2), 1intercetto e nessun dribbling subito, anche in attacco con le sue progressioni in mezzo ha saputo fare la differenza, nel secondo tempo infatti con la Salernitana schiacciata difensivamente non è stato impegnato e in fase offensiva ha dato sovrapposizioni continue a Politano prima e Zerbin successivamente, 3 i passaggi chiave, 117 i tocchi, 93% di precisione e 1 grande opportunità creata.

In attacco il protagonista è stato indubbiamente Kvicha Kvaratskhelia, il georgiano ha preso in mano la squadra nel secondo tempo partendo in posizione più centrale, posizione nella quale il 77 si trova meglio, la partita è stata estremamente dispendiosa, arrivando a ricoprire anche la mezzala per permettere a Gaetano di essere più incisivo negli ultimi 25 metri e non lasciare però scoperta quella zona, per il classe ‘01 83 tocchi, con l’87% di precisione, 3 passaggi chiave, 7 contrasti vinti (su 13), 5dribbling riusciti (su 8), 4 conclusioni e quella esultanza finale che racchiude tutta la liberazione in una partita per lui fatta di sofferenza e sacrificio.

Kvaratskhelia:

Altro aspetto riguarda il possesso palla, il Napoli se ha mostrato migliorie dal punto di vista difensivo, ha ancora limiti in fase di possesso nella verticalizzazione e nel creare pericoli dal palleggio prolungato, le tante assenze a centrocampo di certo non aiutano e la qualità ne risente, ma dei 648 passaggi riusciti (90%), 350 sono arrivati nel primo tempo, con un rapporto (se non consideriamo il rigore vista la situazione di calcio da fermo) piuttosto basso in relazione alle occasioni create: 1 nella prima frazione, il possesso infatti risulta essere sterile e a tratti mette in ghiaccio il gioco facendo perdere tempi di movimenti e di scarico anche a chi ne usufruisce, come per l’appunto il Napoli nella giornata di ieri.

Questa vittoria non può già dare risposte, ne essere di conforto vista la sofferenza com il quale è arrivata, ma sicuramente aiuta a far respirare un ambiente che ne aveva obbligatoriamente bisogno, nel quale l’assenza di risultati stava sempre di più portando nervosismo e sfiducia nei piedi e nella testa dei giocatori, la zona Champions rimane ancora distante, ma iniziare con una vittoria così sofferta il girone di ritorno può portare morale per, almeno dal punto di vista nervoso, affrontare al meglio le prossime sfide, e chissà che la Supercoppa Italia non possa rappresentare un ulteriore tassello per ritrovare quella fiducia abbondantemente persa nelle ultime uscite stagionali.