“Ho già deciso quale sarà il prossimo passo da fare a fine stagione.

Ho già deciso. Ho già il mio piano, so cosa voglio fare, il prossimo passo che voglio compiere”.

Victor Osimhen

Parole e musica di Victor Osimhen, il giorno dopo la stoica partita che i suoi (?) compagni di squadra hanno fatto in quel di Riyadh.

Ha deciso, Osimhen. Ha il suo piano, Victor.
Mentre quello condiviso dal Napoli e dai suoi compagni è ben diverso.

Ci mancherebbe altro, ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Quello che colpisce, però, sono, come già ribadito diverse volte, i tempi.

Nel calcio il tempismo è fondamentale. Lo dovrebbe ben sapere un professionista come il nigeriano. Soprattutto se, di questi tempi, il resto della ciurma lotta per riprendersi ciò che, per talento e abnegazione, merita. Assumendosi i rischi di un tracollo annunciato e accettando le aspre critiche di stampa e tifosi.

Ma Victor, no. Lui è intoccabile e si sente tale. Lui può togliere dai profili social qualsiasi riferimento allo scudetto conquistato in maglia azzurra, senza che nessuno possa fiatare. Lui può controbattere con noncuranza alle dichiarazioni dei procuratori altrui. Lui può indispettirsi per un video di TikTok, chiedendo la testa, metaforica, del suo autore. Lui, che promette la firma sul rinnovo salvo poi tirarsi indietro, perché probabilmente la sua parola non vale quanto quella degli altri.

Che errore è stato non venderlo.
Con la speranza, rischiando di risultare ripetitivo, che Aurelio De Laurentiis non commetta più un errore del genere.

Perché è stato un errore. Grande. Enorme. Oggi ancor più evidente. Come un elefante nella stanza.