Termina con un pareggio la sfida tra Napoli Milan (1-1) valevole per il ritorno dei quarti di Champions League, il complessivo 2-1 porta i rossoneri in semifinale, dove a meno di clamorosi ribaltoni affronterà l’Inter in un derby europeo che manca dal 2005, quando fu il Milan a spuntarla, l’altro precedente rappresenta proprio una semifinale, nel 2003, dove anche in quel caso i rossoneri ebbero la meglio sui cugini. Per il Napoli, nonostante una stagione storica, con la vittoria annunciata dello scudetto e la presenza per la prima volta tra le migliori 8 d’Europa, la sfida al Milan lascia l’amaro in bocca, soprattutto se si considerano i valori delle due squadre, e la distanza in campionato, in parte annullata dagli accorgimenti tattici di Pioli, perfetto nel preparare la partita con l’obiettivo di snaturare l’avversario pur lasciandogli il pallino del gioco.

Andiamo ora ad analizzare il match di ritorno e come i rossoneri hanno creato difficoltà al Napoli in zona offensiva.

Il Napoli scende in campo con un 433, Mario Rui a sinistra preferito ad Olivera (che entrerà nel primo tempo dopo l’infortunio del portoghese), Juan Jesus ad affiancare Rrahmani dopo la diffida di Kim, a centrocampo Ndombele a sostituire Anguissa espulso nel match d’andata, in attacco ritorno dal primo minuto per Osimhen, al suo fianco Kvaratskhelia e Politano (poi sostituito da Lozano, anch’egli per infortunio). In fase di possesso terzini molto alti, in particolare Mario Rui (e Olivera poi) sulla sinistra per provare a togliere pressione a Kvaratskhelia costantemente triplicato. Lobotka riferimento davanti la difesa per gli scarichi dei due centrali difensivi, molto larghi i due esterni d’attacco, con Osimhen che ha avuto difficoltà dato il poco coinvolgimento proprio per la distanza fra i reparti. In fase difensiva i terzini ripiegavano con Ndombele basso al fianco di Lobotka e Zielinski più alto per portare pressione alle uscite centrali del Milan.

Il Milan ancora una volta sceglie la difesa a 4, che almeno in Champions, si conferma estremamente solida, infatti nelle ultime 4 partite in Europa, è solamente una la rete subita, arrivata proprio nel match di ritorno dei quarti di finale. A centrocampo confermati Krunic e Tonali, Bennacer sulla trequarti, sugli esterni Leao e Diaz, come unica punta Olivier Giroud. In fase di non possesso tanta densità in mezzo al campo, con Diaz accentrato e Bennacer spostato sul centro destra in zona Zielinski, tanti i raddoppi sugli esterni, soprattutto a sinistra con Krunic che partito nei due di centrocampo va in aiuto di Calabria. In fase di costruzione Theo e Calabria bloccati nella propria metà campo per evitare imbucate sulle fasce, a supporto di Leao Bennacer che in ripartenza gioca per lo più sulla sinistra, con Brahim largo a destra pronto ad accentrarsi e aprire proprio per il portoghese, che è stato il giocatore di riferimento in avanti, Giroud infatti ha giocato quasi da falso 9 per cercare sponde e far salire la squadra, ma è con Leao che il Milan ha trovato profondità e creato pericoli.

I numeri del match farebbero pensare ad una partita dominata dai padroni di casa, ed effettivamente dal punto di vista del gioco, così è stato, ma il Napoli, soprattutto nella prima frazione, non ha mai dato l’idea di poter far male agli avversari, infatti il primo tempo si chiude con il 70% di possesso palla, 10 tiri, 7 calci d’angolo, 219 passaggi riusciti (85%), tutto in favore del Napoli, ma alla fine il dato sugli xG è di 0.50, 1.90 per il Milan, che in ripartenza ha creato maggiori pericoli sfruttando la staticità del possesso azzurro e gli errori in mezzo al campo, su tutti lo stop di Ndombele, che consegna a Leao la palla del vantaggio. Seconda frazione in cui, probabilmente anche visto il risultato, il Milan si è abbassato ulteriormente e il Napoli sfruttando le sovrapposizioni dei terzini, in particolare Di Lorenzo, è riuscito a creare pericoli ai rossoneri, infatti arrivano ben 13 conclusioni, 9 calci d’angolo, 4 grandi occasioni, 313 passaggi riusciti (91%), 76% di possesso palla e 1.75 xG (0.09 xG per il Milan).

L’esito però è l’ennesimo confronto tra Spalletti e Pioli terminato, al netto del risultato, con una partita in cui il Napoli inceppa nei suoi punti di forza, come se le situazioni create dai rossoneri creino grossi dubbi nella testa degli azzurri che quindi non riescono a trovare alternative tattiche valide. 

Una delle situazioni che ha messo in grande difficoltà i padroni di casa è l’utilizzo di Brahim Diaz e Bennacer in fase di non possesso, i due sono partiti alle spalle di Giroud, ma successivamente in difesa lo spagnolo si è spostato in posizione centrale, questa volta rispetto all’andata, rimanendo abbastanza avanzato da dar fastidio a Lobotka che infatti ha giocato interamente spalle alla porta costretto a scaricare o sui terzini o sui centrali, il 96% della precisione dei passaggi deriva anche dalla scelta delle giocate, estremamente sicure proprio perché impossibilitato nel girarsi e andare palla al piede a costruire sulla metà campo. Bennacer invece ha ricoperto due zone di campo, in fase offensiva quella sinistra, per portare sistematicamente un uomo in marcatura a Leao e saltare il primo pressing creando superiorità in ripartenza, per lui infatti 5 dribbling riusciti. In fase difensiva l’algerino si sposta sul centro destra (posizione occupata da Krunic che però affianca Calabria per aiutare su Kvaratskhelia), in questo modo ha messo in grande difficoltà la trequarti del Napoli e ha creato densità in mezzo al campo, non a caso gran parte delle giocate azzurre sono arrivate sugli esterni con cross o dribbling, praticamente mai in zona centrale, ben 12 i contrasti vinti per un’ennesima partita di qualità e quantità dell’algerino. Le difficoltà in zona trequarti sono evidenziate dai numeri di Zielinski, che ingabbiato da Bennacer (e Tonali) ha inciso poco e soprattutto il più delle volte ha preferito tornare indietro da Lobotka, proprio quello che voleva Pioli, rendendo il possesso palla sterile e statico, da qui la difficoltà nel creare occasioni importanti con la palla che girava troppo lentamente. Per il polacco 68 tocchi con il 90% di precisione, 0 i passaggi decisivi, 0 cross (su 7) andati a buon fine, 1 conclusione e 0 dribbling riusciti, 15 i possessi persi.

Ulteriore aspetto tattico è stato l’utilizzo di Di Lorenzo, seppur il capitano del Napoli ha caratteristiche offensive importanti, in un match in cui l’avversario gioca in ripartenza e dispone di un esterno con il passo di Leao, probabilmente sarebbe stato più giusto chiedere di sacrificare da quel lato parte del lavoro nella metà campo avversaria per andare in ripiego a raddoppiare con Rrahmani, che sia all’andata che al ritorno, e nel match di campionato, si è trovato sempre in 1 vs 1 con il portoghese. Ed è da queste situazioni che il Milan trova i maggiori pericoli, la distanza tra Di Lorenzo e Ndombele (con assenza di marcature preventive) in mezzo al campo è stata fatale per permettere ai rossoneri di impostare la partita perfetta per il portoghese sfruttando proprio quello spazio sulla trequarti a sinistra per partire in velocità, occasioni sfruttate al meglio, per Leao 34 i tocchi, 2 grandi occasioni create, 4 dribbling riusciti e 1 rigore conquistato, 6 i contrasti vinti.

Per Di Lorenzo partita come evidenziato scarna a livello difensivo, per scelta il terzino azzurro ha spostato maggiormente in attacco che nella propria metà campo, per lui 72 tocchi (82% di precisione), 4 passaggi chiave, 1 rigore conquistato, 40% i contrasti vinti, 2 dribbling subiti e 15 possessi persi.

Infine, da evidenziare, il lavoro del Milan sulla sinistra per limitare Kvaratskhelia, come detto precedentemente la densità a centrocampo ha portato il Napoli agli scarichi sull’esterno, che è proprio quello che Pioli cercava, consapevole della gabbia creata attorno al georgiano, addirittura 3 i giocatori in marcatura, con Calabria praticamente mai uscito dalla propria metà campo per non rischiare ripartenze, e Krunic sul centro destra a portare Kvara in zona centrale e non concedere il fondo o l’uno contro uno in area, situazioni a lui congeniali. Per Krunic oltre ad un eccezionale percentuale sulla precisione (95%), un grande apporto in fase difensiva, 60% i contrasti vinti, 1 possesso perso, 2 salvataggi, 5 tiri bloccati e 1 intercetto. 

Ciò va a dare ulteriore valore alla partita di Kvaratskhelia, nonostante il rigore sbagliato il 77 è stato di gran lunga il giocatore più intraprendente della serata, seppur fosse il più attenzionato dalla difesa avversaria, 10 i dribbling riusciti, che con quello schieramento tattico rappresentano un dato impressionante, 2 le conclusioni nello specchio, 98 i tocchi (86% precisione), 5 passaggi decisivi, 2 grandi opportunità create e 11 contrasti vinti, il migliore in campo per gli azzurri.

Il doppio confronto, al netto di accorgimenti tattici che hanno portato il Napoli a soffrire soprattutto in mezzo al campo e a trovare verticalità, ha evidenziato una squadra più forte, quella di Spalletti, ed una squadra più pronta, quella di Pioli, probabilmente più consapevole e quindi in grado di gestire i momenti decisivi di una qualificazione che sin dal sorteggio pareva (e lo è stato) equilibrata, solo l’esperienza, passando anche per sconfitte come quella di ieri potrà portare questo gruppo ad una consapevolezza dei propri mezzi che in futuro farà la differenza in sfide di questo tipo.