Napoli-Modena, trentaduesimi di Coppa Italia, pur essendo a conti fatti calcio d'agosto, è stato comunque un campanello d'allarme più grosso rispetto all'amichevole (persa) col Girona. Come detto da Antonio Conte nel post partita, la squadra è incompleta e necessita di essere completata. Altrimenti, lo sforzo fatto per arrivare all'ingaggio del tecnico salentino sarà stato inutile e finanche dannoso.

Quelle dell'allenatore azzurro sono state delle vere e proprie bordate alla società, rea di essersi trascinata all'alba di questa nuova stagione con troppe cose in sospeso. Tra acquisti e cessioni, il Napoli ha il dovere di mettere a disposizione di Conte una rosa completa e competitiva. Anche se, questo, dovesse costare sacrifici dal punto di vista economico. Non si può pensare di esordire in Serie A senza un attaccante. Che sia Lukaku o qualsiasi altro nome, la questione Osimhen e suo erede deve essere risolta nei prossimi giorni. All'appello, oggettivamente parlando, mancano ancora due centrocampisti, un quinto di centrocampo, un'aòa e un braccetto sinistro che permetta a Buongiorno di giocare nel ruolo a lui più congeniale, cioè il centrale.

Oltre a questo, ci sono i nodi delle cessioni da sciogliere: Cajuste sembra finalmente essersi accasato, ma mancano Cheddira (che col Modena ha provato a rovinare il ferragosto ai napoletani), Juan Jesus o Natan, Gaetano, Mario Rui, Zerbin e Folorunsho. Tanto, troppo lavoro per il DS Manna che parla troppo, e male, ai microfoni di Mediaset, prima della partita. C'è tempo, è vero: ma per le cessioni. Domenica prossima ci saranno in palio i primi tre punti della stagione, quella del riscatto dopo quella pessima appena conclusa. E la società ha l'obbligo di mettere nelle mani di Conte tutto il materiale umano e tecnico richiesto.

Altrimenti, come già fatto in passato, il rischio di vederlo andare via anzitempo potrebbe anche concretizzarsi.