Dopo aver terminato la tournée in terra turca possiamo mettere la parola fine anche alle amichevoli pre natalizie che hanno caratterizzato questa insolita - e speriamo ultima - sosta stagionale. La tabella finale è quella del pari e patta: due vittorie e due sconfitte.

Aspettarci il Napoli brillante che abbiamo lasciato a novembre era pressoché impensabile anche se ad una squadra sfilacciata come quella vista stasera non eravamo più abituati. Un Napoli macchinoso e senza punti di riferimento, di contro una squadra veloce, tecnica e che ha messo a dura prova l’ancora precaria condizione fisica che presenta oggi la squadra. Reparti spaccati e alla continua ricerca della palla che hanno concesso molteplici imbucate dal team francese allenato dall’ex tecnico giallorosso Fonseca. Gli azzurri hanno riproposto lo scacchiere tattico del 4-3-3, riproponendo movenze e strategie che hanno contraddistinto il cammino degli azzurri nella prima fase della stagione. Riproposto ma non ritrovato per ovvie ragioni, oltre alle note assenze dei nazionali bisogna aggiungere una condizione atletica di calciatori come Kvaratskhelia, strappo con palla a seguire e dribbling ancora farraginosi per il suo apprezzato talento, d’altra parte c’è l’attenuante che ha da poco ritrovato il terreno di gioco dopo una lunga degenza per le note defezioni alla schiena che hanno tenuto fuori il georgiano per oltre un mese. Il reparto difensivo ha lasciato molteplici praterie ai brevilinei attaccanti francesi, Di Lorenzo e compagni hanno quasi sempre sbagliato i tempi di pressione, denotando una limitata coesione nella gestione del pallone e relativa costruzione dal basso. Lobotka non ha interpretato il suo solito ruolo cardine nel cerchio di centrocampo, spesso schermato e abulico, probabilmente perché i carichi di lavoro ne limitano ancora l’agilità e le movenze che ben conosciamo. Anche la ricerca della datata, e accantonata, palla lunga e pedalare è un chiaro segnale di una limitata resistenza fisica e ridotta ossigenazione muscolare. Oltre allo spunto finale di Raspadori, un’atipica trivela di Ndombele e il famigerato agonismo di Osimhen non ci sono ulteriorii note di merito da attribuire alla squadra di Spalletti. Quello che scaturirà dal richiamo della preparazione eseguita dallo staff tecnico in queste settimane ne avremo prova solo durante il proseguo della stagione. Riprendere serenità e una giusta dose di ottimismo è un lavoro che tocca a Spalletti. Non gli tocca fare l’impossibile eh, sia chiaro, d’altronde un primato in classifica con 8 punti di vantaggio non sono stati cancellati dai quattro gol subiti stasera, per quella che resta - a tutti gli effetti - un amichevole pre-stagionale. Benzina, energie e forza mentale daranno modo e tempo giusti per far girare di nuovo a mille le gambe dei calciatori partenopei. Ora un po’ di riposo per le festività natalizie per poi ritrovarsi a file schierate il 28 dicembre per riprendere gli allenamenti in vista del match di campionato del 4 gennaio con tri l’Inter. Mettiamo in cascina questa fase scriteriata della stagione che ha creato solo discrepanze e discontinuità per quanto stava dimostrando questa squadra in Italia e in Europa e aspettiamo di rivedere sin da subito il vero Napoli.