Il Napoli stecca al rientro dalla pausa nazionali, il risultato del Maradona è netto, 0-3 al triplice fischio, con il match già in parte compromesso alla fine dei primi 45 minuti di gioco. A decidere la rete rocambolesca di Miranchuk seguita dal raddoppio di Scamacca, solo una formalità il terzo gol di un grandissimo Teun Koopmeiners, che anche quando subentra a gara in corso con pochissimi palloni toccati, riesce a fare la differenza. La stessa differenza che invece ha fatto in negativo, ancora una volta, il reparto arretrato azzurro, diversi gli errori individuali, che sommati alla verticalità della dea hanno scaturito una delle peggiori prestazioni difensive dell’anno. 

La squadra di Gasperini rimane così in piena corsa Champions, con ancora una gara da recuperare, per il Napoli è tempo di programmare la prossima stagione, e farlo al meglio, per evitare di trovarsi a inizio aprile senza un obiettivo da raggiungere e con un campionato praticamente già concluso.

Napoli-Atalanta: lo schieramento tattico 

Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Traoré; Politano, Osimhen, Raspadori 

  • In fase di possesso il Napoli alza notevolmente il baricentro, 61m l’altezza palla al piede della squadra, la distanza ampia tra i reparti (31m) ha concesso le numerose verticalizzazioni avversarie, in particolare nella prima frazione; in fase difensiva la squadra passa al 451, abbassandosi sui 46m, in questo caso la presenza di Raspadori da quinto di centrocampo per via di un passo non adatto all’esterno a tutta fascia rallenta le ripartenza azzurre e pecca in fase di non possesso contro lo strapotere fisico degli esterni di Gasperini.

Atalanta (3412): Carnesecchi; Scalvini, Hien, Kolasinac; Hateboer, De Roon, Ederson, Zappacosta; Pasalic; Miranchuk, Scamacca

  • In fase offensiva l’Atalanta allarga il campo grazie al continuo coinvolgimento dei quinti di centrocampo, ma soprattutto dei braccetti difensivi che accompagnano la manovra fino alla metà campo offensiva (46m di larghezza); in fase difensiva la squadra passa a cinque dietro, con gli esterni che scalano abbassando la linea sui 39m, la squadra inoltre risulta molto corta (24m) e infatti in particolare nel primo tempo il Napoli fatica a essere pulito in manovra, con tante palle perse che hanno facilitato le ripartenza della squadra ospite.

Napoli-Atalanta: i numeri del match 

La partita si divide in due frazioni, la prima, che vede un dominio totale dell’Atalanta, con un Napoli statico in attacco e troppo lungo nella distanza fra centrocampo e difesa, permettendo così a Pasalic e Miranchuk di imbucare facilmente verso la porta, i primi 45’ si chiudono con la dea che crea 0.65 xG, con 5 conclusioni e 2 occasioni da gol, ed un Napoli al contrario prevedibile e senza il supporto delle mezzali, ed inoltre con una fascia sinistra praticamente mai impegnata, 0.39 xG3 conclusioni e nessuna occasione creata.

Nel secondo tempo l’ingresso di Zielinski rivitalizza il Napoli che ritrova supporto sulla sinistra, dove fa il suo ingresso anche Ngonge, l’Atalanta si allunga e i padroni di casa trovano più facilmente la via della porta, 1.28 xG creati, 17 conclusioni, 4 occasioni da gol, ma il poco cinismo ed un grande Carnesecchi evitano di riaprire la partita, che si chiuderà al minuto 88’ con il gol di Koopmeiners.

In primis da analizzare c’è un diverso approccio dell’Atalanta alla gara, la squadra di Gasperini per caratteristiche non disdegna il possesso, ma anzi, nonostante ama verticalizzare e ruotare con tutti gli uomini offensivi, talvolta ne fa un’arma vera e propria, ed infatti la media stagionale è del 51%, altra caratteristica è la linea difensiva alta ed il pressing immediato una volta persa palla, il baricentro infatti è di circa 50m questa stagione, ma contro il Napoli si è vista una squadra completamente diversa in questi aspetti, Gasperini conosce bene Calzona e sapeva benissimo che avrebbe preparato la partita volendola dominare palla al piede, girando palla in attesa dell’uscita in pressing per poi andare lungo su Osimhen, soluzione riuscita solamente nel finale, infatti il Napoli è risultato estremamente statico proprio perché si è trovato di fronte una squadra che pronta all’assetto offensivo azzurro, ha deciso di essere più bassa (39m) in fase difensiva, ma soprattutto più prudente, non facendo mai uscire il centrale ma usando De Roon in copertura, e inoltre lasciando il controllo del gioco all’avversario, chiudendo il match con solo il 39% di possesso palla, ma se in questi due aspetti del gioco la squadra si è snaturata, non lo ha fatto per quanto riguarda la verticalità, cercata e voluta da Gasperini grazie alla qualità di Miranchuk e Pasalic. Ed infatti un dato che testimonia la scelta difensiva (e di conseguenza offensiva) dei bergamaschi è la combinazione di passaggi chiave di questi due giocatori: 6, che rapportati al numero di passaggi tentati (59) fanno 1 passaggio chiave ogni 10 passaggi tentati, dato che sta a sottolineare come la dea si sia affacciata con bassa frequenza nella metà campo avversaria, ma quando lo ha fatto ha sempre lasciato il segno, proprio sfruttando il punto più debole di questo Napoli, le transizioni negative e la distanza fra reparti in fase di non possesso.

La partita per il Napoli ha avuto risvolti potenzialmente positivi solo nel secondo tempo, la coppia Traoré-Raspadori è risultata troppo leggera per impensierire la catena di destra avversaria, che infatti non ha avuto problemi a contenere, non a caso il Napoli ha optato per la costruzione sulla destra in maniera netta: 

Nessun passaggio chiave, 14 possessi persi e tanta fatica a entrare nel vivo del gioco con soli 42tocchi combinati. Con l’ingresso di Zielinski la situazione è cambiata, il polacco quando vuole ricopre quel ruolo come pochi possono fare in Serie A, la mezzala sinistra per come la intende Calzona deve essere elastica, quindi accompagnando verso l’interno ma anche supportando andando sull’esterno e creando raddoppio o portando via l’uomo all’ala di turno, e Zielinski per caratteristiche esegue questi movimenti ormai a memoria, ed infatti in soli 45 minuti chiude con 3 passaggi chiave (su 39 tocchi) e il 77% di precisione, con lui in campo il Napoli aumenta la produzione offensiva di +0.89 xG.

Al netto di una partita dai due volti, e di una grande avversaria che si è saputa adattare anche snaturandosi da quelle che sono le sue caratteristiche per affrontare al meglio la gara, la sensazione è che questo Napoli non abbia le risorse adeguate per sostenere un certo tipo di calcio, anche questa volta è stato evidenziato come senza una mezzala di qualità e esterni offensivi che possano andare in 1vs1, con squadre così basse non si crea, ma si stagna in un possesso del tutto inutile e prolungato, ma soprattutto per sostenere questo tipo di assetto tattico  affrontando una squadra così preparata fisicamente e tatticamente alla ripartenza rapida e alla verticalizzazione occorre disporre di una difesa veloce nel riposizionarsi e nel correre all’indietro e di una mediana che accorci in modo da non lasciare spazi per le ripartenze, e tutto questo, ancora una volta non si è visto, e a prescindere dall’allenatore, per le caratteristiche di determinati giocatori, difficile che la musica cambi se a cambiare non saranno in primis alcuni interpreti.