Inizia la conferenza con un forte applauso per mister Spalletti.

Come è andato l’incontro di ieri sera con De Laurentiis?

“È chiaro che se si fa la riunione nel ristorante diventa difficile parlare con la bocca piena, la società comunicherà quando lo terrà opportuno. Io posso solo continuare a lavorare”.

Obiettivo raggiungere il record di punti di Maurizio Sarri?

“Bisogna andare a giocare le partite, è li che ritroviamo l’affetto, anche perché poi ci saranno stadi pieni da tutte le parti. Dobbiamo saper festeggiare come è giusto che sia, e giocare un buon calcio come è giusto fare”.

Qual è stato il momento in cui ha avuto consapevolezza di essere vicino al tricolore?

“Sono tanti, si parla sempre di costruzione da quando siamo partiti. Da un punto di vista mio è facile, che c’è scritto sulle casacche? Se tu fai una strofa poi vuoi andare ad acchiappare quella roba lì, la canzone lo spiega bene. Dentro le intenzioni c’era quello di raggiungere questo obiettivo qui fin da quando sono arrivato. Le allusioni che fate sul fatto che io non ci credessi mi danno fastidio, e a quelle li reagirò, state attenti. Ho sempre detto che a me piaceva la squadra che era stata costruita, ce li ho tutti i pezzi di giornale, mi piace avere ricordi del percorso. Anche quelli dei timori che avevamo quando siamo partiti, è una mentalità che si costruisce fin dal primo momento”.

Ha ricevuto i complimenti di Ottavio Bianchi, si può dire che Napoli ha capito Spalletti?

“Anche per me diventa impossibile, essendo uno rigido ai festeggiamenti, purtroppo sono fatto male lo so. Però poi quando si tratta del sole di Napoli diventa impossibile non farsi baciare da questo sole. Ti fa l’abbronzatura azzurra (ride, ndr.). L’obiettivo è sempre stato quello di difendere la società e la squadra, l’ambiente di Napoli può dare moltissimo. Ho tentato di far riemergere l’amore che la città aveva per questa squadra, se ci riesci poi ti viene riconosciuto dalla gente, così come io gli ho sempre riconosciuto tantissimo al nostro pubblico. Ora ci hanno dimostrato quale sia la loro forza e la loro potenzialità, è una cosa bella che ne viene fuori, mi ripaga di tutte quelle notti insonni ad amare Napoli. Ho dato tutto me stesso ed anche qualcosa in più”.

La formazione di domani?

“È giusto dare spazio a chi ha giocato meno, se ne sceglie due o tre a partita. Contro l’Inter ci sarà un ragionamento diverso perché è giusto così. Chi volete che giochi? (Ride,ndr.). Gioca Berezinsky”.

Questo Scudetto arriva a coronamento della carriera? È soddisfatto dal confronto di ieri sera?

“Quello che mi ha fatto più piacere è aver avuto la possibilità di dare tutto me stesso, la società ha fatto un grandissimo lavoro dal punto di vista di riorganizzazione della squadra. Quando ieri ho parlato di “due passi corretti” mi riferisco a vincere e valorizzare la Rosa, sarà sicuramente un futuro brillante. Mi riferisco a quella cosa lì, mi hanno dato la possibilità di lavorare in un certo modo. Ho avuto la possibilità di lavorare con giocatori giovani, c’è la possibilità di aprire un ciclo. Il presidente sa sempre scegliere buonissimi vini, io me ne intendo poco. Sono soddisfatto”.

Le prossime quattro gare cosa possono dare al Napoli?

“Abbiamo l’obbligo per la professionalità che dobbiamo avere, per le cose che ci dobbiamo imporre essendo calciatori che vestono la maglia del Napoli. La disciplina per il lavoro che fai, noi l’abbiamo sempre fatto vedere e dobbiamo continuare anche per queste ultime partite. Perche questa gente lo merita”.

Quando nasce questa idea del suo calcio, durante gli anni di pausa o quando è arrivato qui a Napoli?

“È un’idea di quello che si vuol fare, mettendoci dentro cosa può piacere di più ai calciatori e quello che può piacere di più vedere ai tifosi. Se si vuol trovare un termine forse un calcio senza tempo, perché può essere ugualmente importante quello che abbiamo visto tempo fa e quello che possiamo tentare di proporre, Elmas per esempio è un calciatore senza tempo, lo metti all’inizio o negli ultimi 5 minuti e trotta dietro il pallone in maniera splendida. C’è da rincorre, da attaccare o farsi il culetto e lui lo fa, senza tempo è l’aggettivo giusto. L’esperienze sono quello che ti fa accorgere sulla cosa successiva che devi imparare e portare nel tuo bagaglio“.

Sul Monza?

“È un cliente scomodo, gioca un calcio bellissimo. L’allenatore avrà un futuro importante, Galliani sa entrare nella testa delle persone e sa scegliere. Vogliono giocare a campo aperto e costruire dal basso. È una roba difficile da andare a prendere ed opporsi, c’è il rischio di fare fatica e prendere gol. Tentando di portare dentro anche i discorsi che ci avete fatto si tenterà di non prendere ripartenze, contro di loro sarà difficile controllare il gioco. C’è Petagna che sappiamo che valore abbia come giocatore e come uomo, ma vogliamo vincere la partita come vogliamo vincerle tutte da qui alla fine”.

Una battuta sulle figure che l’hanno accompagnata?

“Santoro è una persona splendida ed un professionista serio, uno che è nato dentro gli uffici e sa traslocare la scrivania in campo, ed il campo dentro gli uffici. Tutti vorrebbero lavorarci insieme. Vedere massaggiatori e magazzinieri, i sorrisi di tutta la squadra è stata un’immagine molto bella”.

Che frase scriverebbe sulle prossime casacche del Napoli?

“È presto, bisogna prima far parlare la società”.

Possiamo definirlo lo Scudetto del coraggio, come ha fatto a trasferire il suo linguaggio ai suoi ragazzi?

“Ho dei collaboratori tecnici, medici, il mio staff che non ci fanno mai mancare niente e ci hanno aiutato moltissimo per arrivare a questo traguardo. Se fai vedere un buon calcio giocato è più facile poi andare in conferenza. Quest’anno mi avete dato una grossa mano, l’anno scorso un po’ meno. Ho dovuto dedicare meno tempo alla squadra ed un po’ in più a voi, poi con il tempo sono riuscito a farmi capire o mi avete voluto aiutare, e quest’anno è stato più facile anche grazie a voi, l’applauso che ho voluto fare prima era per voi”.

Ore 12.40 termina la conferenza di Luciano Spalletti.