Serata da brividi allo stadio Meazza, teatro che ospiterà la gara di andata dei quarti di finale Champions tra Milan e Napoli. Pioli riconferma l’undici che ha vinto al Maradona, Spalletti senza Osimhen e Simeone chiede ai suoi una partita di grande compattezza, intensità e sacrificio. In attesa del ritorno.

Presentazione del match

Il Napoli – per ovvi motivi - dovrà necessariamente cambiare atteggiamento rispetto alla gara di campionato. In fase di costruzione, le richieste di Spalletti resteranno – molto probabilmente – le solite. Un palleggio tecnico, preciso, molto veloce (massimo due tocchi), per mandare a vuoto il forte pressing dei rossoneri, che sicuramente avverrà nei primi 20-25 minuti di gioco.

Servirà grande collaborazione tra difensori centrali e centrocampisti, per sviluppare le uscite attraverso dei triangoli su terzini ed esterni. Viste le assenze di Osimhen (dopo approfondiremo) e Simeone, il posto al centro dell’attacco potrebbe essere preso da Jack Raspadori. L’ex Sassuolo ha fatto differenziato a scopo precauzionale in questi giorni, ma ha partecipato - in parte - alla rifinitura, quindi ci sono buone possibilità di vederlo partire titolare. Stamattina nuovi test per valutare la condizione, perché - comunque - è vero che non è al 100% (occhio sempre alla soluzione Kvaratskhelia prima punta). Il suo venire incontro ai costruttori azzurri (come fatto spesso nella gara di andata in campionato, vedi slide), in fase di inizio azione e tirando fuori i centrali rossoneri, potrebbe rivelarsi fondamentale per avviare le ripartenze offensive a campo aperto. Ovviamente dovrà essere servito sui piedi, e non con palle alte, e dovrà essere capace di tenere botta sugli intensi contrasti di Kjaer e Tomori. La sua statura minuta, ma resistente, abbinata ad un’ottima rapidità di gambe e di movimenti, potrebbero agevolare in tal senso.

Rebus tattico a centrocampo

Lobotka sarà di nuovo ingabbiato da Bennacer, come ovviare al problema? La partita di Lecce ha già evidenziato una soluzione alternativa che in pochi hanno colto. La vera evoluzione del nostro Luciano. Nel silenzio tattico assordante di tutti gli altri interpreti, è stato davvero meraviglioso visualizzare il lavoro svolto da Elmas.

Il macedone ha giocato da vero tuttocampista, abbassandosi a destra, sinistra ed anche in mezzo, per iniziare l’azione, per poi inserirsi con grande astuzia tra le linee salentine. Elmas grazie alla sua grande duttilità, classe e maturità ha facilitato di non poco il suo migliore amico: Luciano Spalletti. Finalmente un vero “lavapalloni” al fianco di Lobo. Così facendo ormai non ha neanche più troppa importanza la mossa degli avversari di barricare lo slovacco.

Guardiola, Rodri e Bernardo Silva

Questa soluzione viene attuata anche dal City di Guardiola, con Bernardo Silva in aiuto di Rodri, molto spesso braccato ad uomo ed impossibilitato a costruire la manovra. Tale esperimento tattico va inquadrato soprattutto in ottica futura, vista la probabile cessione di Zielinski (contatti con il Newcastle nelle ultime settimane). Sarà proprio Elmas a scalare le gerarchie e diventare uno dei nuovi titolari del prossimo Napoli. Con compiti e dettami tattici da seguire ben precisi.

L’opzione del doppio mediano classico, in zona centrale, è stata già attuata da Spalletti in alcune partite. Soprattutto contro le squadre che fanno del pressing intenso, nella metà campo avversaria, il loro marchio di fabbrica. Nella gara di stasera potrebbe servire.

L’obiettivo sarà quello di aprirsi il campo per le ripartenze offensive. Pep Guardiola, col City, utilizza un difensore centrale (Stones) in quella posizione, mentre in casa Napoli sono Zielinski, Anguissa e lo stesso Elmas, che possono ricoprire questo specifico compito: il primo e l’ultimo per capacità tecniche, agilità e velocità di pensiero, il secondo per fisicità e capacità di tenere botta nei contrasti. La soluzione del doppio mediano mobile (sia centrale che laterale), vista proprio con Elmas in quel di Lecce, è sicuramente una novità assoluta da tenere in grande considerazione sia per il presente che – soprattutto – per il futuro.

Il calcio di Spalletti è in continua evoluzione. Sono davvero tante le similitudini con il Manchester City. Le prove tattiche di Lecce rappresentano la via futura: 4-3-3 solo sulla carta, in realtà in fase di costruzione – soprattutto contro le squadre disposte in campo con il tridente - si andrà sempre di più verso il 3-2-4-1, con Lobotka ad impostare tra i due centrali difensivi, il doppio mediano centrale o utilizzando l’uomo laterale, i due terzini altissimi e gli esterni molto dentro il campo vicini alla prima punta. Un Napoli ancor più moderno ed imprevedibile per gli avversari, in continuo movimento e con scambi di posizioni frequenti tra tutti i calciatori in campo.

La fase di non possesso del Napoli

Torniamo alla partita ed analizziamo la probabile fase di non possesso degli azzurri. E’ ipotizzabile che Spalletti chieda ai suoi calciatori di concedere qualche metro in più ai costruttori rossoneri, evitando di andare subito forte in pressing. L’obiettivo generale sarà quello di mantenere la squadra quanto più compatta e stretta possibile, nel 4-4-2 in fase passiva (come da foto), con le linee di difesa e centrocampo molto vicine tra loro, per ridurre al minimo gli spazi che alcuni calciatori rossoneri (vedi Diaz, Leao, Bennacer, Saelemakers) sono bravissimi ad occupare. La posizione (centro-destra) e i movimenti del brevilineo ex Real, saranno da attenzionare durante tutta la partita: servirà grande collaborazione tra Kim ed il terzino sinistro che scenderà in campo (ballottaggio Rui - Olivera), per decidere chi, quando e come uscire in contrasto sullo spagnolo. Lo stesso Lobotka – con la sua posizione in campo – potrebbe limitarne (quando possibile) gli inserimenti.

Milan Napoli sarà un match per soli cultori di questa disciplina. Per chi ama lo spettacolo, dovrà con ogni probabilità aspettare la serata di ritorno al Maradona. Ma quella è tutta ‘nata storia.

Il punto su Osimhen

Come ampiamente annunciato anche dalle colonne di Napoli Network, nel pezzo pre Napoli-Milan di campionato, non ci sarà Victor Osimhen. In casa azzurra – lato medico - vige enorme professionalità e serietà. L’integrità fisica del calciatore viene messa sempre al primo posto. Il nigeriano – spinto dal suo grande carattere - ci ha provato a dare la propria disponibilità, ma poi ha capito che non era il caso di affrettare i tempi. Scelta condivisa anche da Spalletti che lo vuole al 100%. Inutile rischiare di perderlo, anche in vista delle altre sfide di campionato. Non per il raggiungimento dell'obiettivo, perché la storia è stata già scritta, ma per tutto quello che ha dimostrato in questi anni, per la passione e la dedizione, l’enorme cuore che mette quando gioca, Victor merita di essere in campo e di vivere - da protagonista assoluto - le stupende emozioni dei prossimi match di campionato, che sanciranno la vittoria matematica dello scudetto.

Giusta la scelta di escluderlo totalmente dai convocati: sarebbe stato superficiale portarlo a Milano, magari solo per fare gruppo, facendogli perdere un giorno di lavoro e terapie che potrà fare tranquillamente al Konami Training Center. Nei prossimi 2/3 giorni comincerà a lavorare con il pallone, giocherà le partitelle, aumentando la frequenza e l’intensità. La qualificazione alle semifinali di Champions si deciderà su due partite: quella più importante e decisiva si disputerà il 18 aprile al Diego Armando Maradona. Per quel giorno siamo certi che Victor sarà al centro dell’attacco.