Garcia: l'anti 'rudi'mentalità del gioco

LA MEMORIA INVOLONTARIA DEL CALCIO

L'annuncio di Rudi Garcia come prossimo allenatore del Napoli per almeno due anni pone alla ribalta il tema elettivo della tatticopatia, quello degli schemi di gioco non solo come schieramento, ma come posizionamenti ibridi e funzionali ad un credo nonchè ad una maniera d'interpretare i ruoli quasi mai dogmatica.

Alla ricerca del tempo perduto, Rudi Garcia, nel Napoli di oggi, con la sua metodica proustiana velatamente carica di malinconia del bel calcio in tutte le fasi, si sgancia dalle tesi di asservimento ai moduli, dovendo dimenticare la velleità dell'attacco spot vecchi tempi, per proporre una nuova espressione di gioco, pieno, sfacciato e tendente all'evoluzione in itinere, forse anche non del tutto esplorato.

LA PROSSEMICA DELLA TATTICA

Garcia è famoso per alcuni principi come il gioco d'attacco totalmente verticale con giocatori fronte porta, i triangoli posizionali, l'inversione dell'ala con il terzino, la rotazione dei ruoli a palla scoperta, le ripartenze rapide e la compattezza difensiva nel serrare le fila a ridosso e all'interno dell'area di rigore. Da 12 anni, la squadre allenate dal tecnico francese offrono uno spettacolo prevalentemente offensivo alla pedissequa ricerca di spazi vuoti, senza osteggiare l'avversario sull'impatto, piuttosto aggirando le linee di pressing già dal basso. Ha variato circa 5 sistemi di gioco in una decade, partendo con il 4-4-2 che in transizione ultra offensiva diventa 2-1-3-4, passando al 4-3-3 con 4-4-1-1 di schieramento senza palla e 3-3-4 in avanti. Infine ha sperimentato e ben attuato il 4-2-3-1 con variabili di discontinuità con il sistema pregresso, volte a difendere la palla più che lo spazio, attuando delle coperture preventive non sempre didattiche nello svolgimento delle gare.

La filosofia di gioco Garciana si basa principalmente sull’arrivare davanti alla porta avversaria con il minor numero di tocchi possibili. La costruzione basale si dirama prevalentemente raccordando i due terzini con il centrocampista intermedio, mentre i continui movimenti in campo dei calciatori non danno punti di riferimento agli avversari, specie per quanto riguarda gli attaccanti. A turno una delle due mezz'ali si abbassa per iniziare la manovra mentre l’altro va a posizionarsi negli spazi lasciati liberi dagli avversari, solitamente in zona di rifinitura molto vicino alla prima punta.


In fase di riconquista palla, la squadra di Garcia cerca sempre lo sfogo sull'esterno, grazie alla rapidità delle ali, volutamente veloci e atleticamente affidabili, che garantiscono l'attacco degli spazi liberi in ampiezza, modellati sui movimenti degl'avversari, e ripiegamenti difensivi per appiattirsi sulla linea dei centrocampisti, ricostituendola a cinque o addirittura sei sotto palla.

Il tecnico del distretto Fontainebleau, In fase di non possesso gradisce una difesa tergiversante a 4 in linea oppure a 3 accorpati in area, abbastanza bassa ma con riferimenti mirati sulle distanze corte per rompere il blocco sulla riconquista della palla rapida in prima linea con i raddoppi e le intercettazioni. Quando i vuoti sono per inerzia maggiori e la tattica disapplicabile, generalmente l’incaricato di coprire in caso di necessità gli spazi lasciati liberi, è il centrocampista centrale, costantemente impegnato nel ruolo di filtro davanti alla difesa. Nella situazione del Napoli è ipotizzabile che proseguirebbe a farlo egregiamente Lobotka come nell'ultima stagione.

FASE ATTIVA

Proiezione offensiva equilibrata

Nelle sue squadre, quando s'imbastisce l'azione dalle retrovie a partire dal portiere, l'equipe si sistema generalmente con un 1-2-4-3 dove vengono formati due rombi abbastanza evidenti. I centrali difensivi si allargano, i terzini molto alti quasi sulla linea laterale si mettono all’altezza dei due mediani. La punta centrale che si trova nei tre/quattro giocatori offensivi, si stacca dalla marcatura e si mette in zona di ultimo passaggio con i due esterni che possono tentare l'1 vs 1 con spazio da attaccare con oppure proporsi senza palla. Quando la sfera comincia a viaggiare più rapida, la giocata dai centrali va verso i terzini in larghezza o in seconda battuta dal portiere stesso per una costruzione diretta verso gli attaccanti (ricerca seconda palla o della profondità con spizzata verso gli esterni d’attacco). 

Lo sviluppo dell'azione avviene con due alternative: saltando più linee difensive avversarie cercando dalla difesa la mezz'ala per l'extra pass in diagonale o in verticale sull'esterno, oppure direttmente l'esterno d'attacco sulla corsa lunga. Il centravanti è utilizzato specialmente per una sponda ma mai all'indietro; in genere staccandosi in un primo tempo dalla marcatura mentre l’esterno o il centrocampista attacca la profondità. Diversivo in caso di giro palla lento è andare in ampiezza verso i terzini, con appoggio in verticale sul movimento a mezzaluna tra il terzino e il centrale della squadra avversaria per sottrargli il tempo di aggressione.

Prospettiva di completamento del gioco d'attacco

La zona di rifinitura viene usata in modo intelligente soprattutto dai centrocampisti offensivi capaci di leggere le situazioni in base ai movimenti. Il possesso non è speculativo a mantenere campo o risultato ma una risorsa su cui non insistere ostinatamente, cercando la verticalità sul posizionamento vivo attorno all'area. Solitamente le sue squadre non fanno tantissimi tocchi prima di finalizzare, pertanto il ruolo dei centrocampisti è essenziale al fine di massimizzare i profitti offensivi sugl'attacchi rapidi. A difesa schierata predilige crossare spesso dall'esterno, soprattutto dal fondo, per muovere i difensori in area e portare giocatori a rimorchio lesti nel battere a rete sulle seconde palle.

FASE PASSIVA

La squadra, senza il possesso, si sistema con un 4-4-2 o un 2-4-3-1 che invita la squadra avversaria a giocare in ampiezza togliendo spazio in zona centrale del campo, chiudendo l’avanzamento in verticale. Una costante in questa fase vede gli attaccanti schermare il perno basso degli avversari o il mediano di riferimento per accennare una pressione blanda nei confronti di chi possiede il pallone. Il centrocampo è scaglionato con i centrali che marcano a zona le mezzali e gli esterni che oscurano la linea di passaggio verso i terzini. La difesa è molto alta con un balance del 35% di baricentro medio sulla metà campo (dati raccolti negl'ultimi 4 anni), in questo modo si lasciano libere le corsie esterne, pronti ad uscire palla se dovesse arrivare dentro l'area uno dei terzini opponenti e scavalcare già una prima pressione.

Schieramento difensivo

Invece, nella metà campo difensiva, la squadra resta con le prime due linee di quattro abbastanza strette tra di loro per evitare la giocata in zona trequarti. Si lasciano libere le corsie esterne e non appena la palla arriva in quella zona tramite lancio lungo o giro palla, il giocatore più vicino all’azione, che sia il terzino o l’ala esce in pressione, con il raddoppio del compagno.

Il principio delle squadre orchestrate da Garcia nella metà campo offensiva è quello di accaparrarsi la sfera nel più breve tempo possibile pressando con frequenza la zona palla e andare a contrasto frontale: i difensori talvolta escono di proposito dall'assetto e vanno a marcare preventivamente gli attaccanti avversari per alzare la proiezione e impedire il rinculo in caso di rimpalli o batti ribatti. Qualora il recupero alto non riuscisse si ripiega difensivamente nella propria metà campo, esterni compresi e il centrocampista centrale riempie l'area. Nella propria metà campo, il principio è di andare subito a difendere la porta sui due pali e i vertici dell'area, ognuno nelle proprie posizioni di prossimità.

KICK OFFS

La disposizione sui calci da fermo è a zona mista, con 9 uomini in area, dove due giocatori lunghi solitamente si sistemano sul lato corto all’altezza del primo e secondo palo mentre il resto marca a uomo in base al numero di giocatori che presidiano dentro l’area come offendenti. Infine due giocatori si posizionano al limite dell’area di rigore, con la punta quasi sempre che resta fuori area. Probabile che Osimhen nel suo Napoli permanga sul primo palo per assaltare il corto raggio delle traiettorie alte.

LA GRANDEUR DELLA PICARDIA A LILLE

La sua prima esperienza nel mondo del calcio professionistico di altissimo livello è con il Lille, club di media statura nella borghesia calcisitca francese, portato a guadagnarsi il titolo di campione in Ligue 1 dopo più di 60 anni dall'ultima volta. In questo contesto, allora sottodimensionato rispetto a oggi, estrae dal bacino di talento a disposizione i più alti crismi della tecnica che diventa spumeggiamento nel gioco offensivo senza mai perdere solidità. E' nel nord di Francia che plasma calciatori poco noti che avranno uno sviluppo di carriera molto buono, quali Obraniak, Mavuba, Sow, Cabaye, Debouchy, Hazard e Berià.

La tipologia di gioco del Lille che magnetizza interesse anche oltralpe e in tutt'europa, è dettata da pregevoli sincronismi delle catene esterne con gli attaccanti e le ali parecchio abili a venire spesso dentro il campo e ad annodare il gioco sulla treqquarti mediante combinazioni veloci, seppur stereotipate, con maestria tecnica e sovrapposizioni repentine, che spesso sfalsano i reggimenti difensivi altrui.

Con il 4-3-3 ultra offensivo, quel Lille glissa la gestione singolare delle ricerche sofisticate nei triangoli, per sublimarsi negli squarci di gioco, specie a palla scoperta, riversando una buona dose di giocatori a coprire campo in avanti e circuire l'area di rigore. Le efferatezze offesive di Hazard e Gervinho hanno giocato un ruolo preponderante in quella squadra, ma la densità in zona palla e le sovrapposizioni di terzini ed esterni sugli scarichi di palloni in corsia, ha prodotto il 75%- 80% del fatturato dell'attacco dei "cani " come vengono sorpannominati i Lilloise

FASCINAZIONE CAPITOLINA

A Roma la banda Garcia ha vissuto tra fasti apicali di successi brillanti e rovinose cadute multiple, traendo comunque il massimo dai calciatori che si sono alternati. La squadra che inebriò i tifosi nelle prime 10 partite e altrettante vittorie si disponeva con un efficacissimo e produttivo 4-3-3 in linea e 5-3-1-1 in fase difensiva con esterni a tutta fascia. La verticalità era sempre ricercata e spesso trovata con filtranti o cambi di gioco sui vertici diagonali delle zone incensurate dell'esterno del campo.

La padronanza nel gioco di Totti, specie spalle alla porta, consente agli attaccanti di disporsi in ampiezza e accrescere il dinamismo dei calciatori che gli ruotano attorno con la profondità della linea di fondo campo nel mirino e il centrocampista di destra o di sinistra ad inquadrare il cono d'ombra della punta.

Quella squadra ha esaltato l'intesa Castan-Benatià nel reparto difensivo, le sgroppate di Torosidis, la ragioneria di Strootmann e Pjanic , la vigoria tecnica di De Rossi, le folate di Gervinho ed il genio dello stesso Totti. In buona parte, lodevole anche Destro al centro dell'attacco con movimenti e contromovimenti intelligenti e senso del goal sostituito poi da Dzeko. La squadra a molla elastica però non è durata tanto, perchè il gioco era diventato dispendioso, forse infruttuoso e i calciatori inapproprati per sfibrarsi alla lunga in quel modulo.

IL SENTORE MARSIGLIESE D'EUROPA

Nella città di manierismo francese per antnomasia, a Marsiglia, Garcia ha strutturato una squadra che ha giocato davvero bene, innescando meccanismi oleati e pregevoli, primeggiando nei confronti di alto livello e cumulando buone note nel possesso della sfera, archviando la veticalità per giostrare anche in ampiezza e con sovrapposizioni e scambi di posizioni interne al campo.

La miglior stagione è terimiata con la finale di Europa League in cui i vari Rami, Payet, Amavi, Gomis, Thauvin, Luiz Gustavo, Ocampos, e soprattutto Anguissa, adoperati con un 4-2-3-1 da panacea di tutti i mali, hanno issato questa squadra e il suo nuovo modo di proporre la verticalità nella hall of football creators contemporanea, a cui Garcia appartiene per non esimersi mai dall'ideare sempre nuove linee guida, adattate alle caratteristiche dei suoi.

Normalmente a squadra composte, i difensori giocano la palla anche con poco spazio, assumendosi il rischio d'attaccare i portatori sui ranghi di centrocampo quando non ce l'hanno; i terzini sono spine nel fianco e le sovrapposizioni o le sgasate sulle fascia sono sempre sul ritmo della fluidità sopra palla; gli attaccanti, specie le ali, danno libero arbitrio alla tecnica balistica, sempre in controllo del pallone e dell'avversario, esibendo grandi colpi ad effetto e il centrocampo sa essere equilibratore balsamico in possesso e trincea difensiva sotto palla.

Una squadra di grande valore potenziato, in cui ha significativamente avuto impatto tattico e lasciato il segno permanente.

LO STUDIO OLIMPICO LIONESE


L'Olympique Lione è invece una mera creatura a geometria variabile, figlia di affiatamento, concetti ben inculcati, attacchi sferrati con sagacia, pochi ma veloci passaggi sulle transizioni e una difesa camaleontica. Sono Kadewere, Toko Ekambi, Deepay, Guimaraes, Aouar, Dubouis, Cornet, Denayer i players 'rotativi' che si contraddistinguono nel 3-5-1-1 anche visto come 3-2-4-1 che in fase di non possesso si adagia in una difesa di 6-3-1 con tre giocatori marcatori sempre in area a coprire il portiere Anthony Lopes.

La squadra ha la qualità di riconoscere i momenti della partita e codifica le posizioni, si angola verso gli estremi di campo per creare densità e provare la riconquista, ma va in verticale quasi sempre per ficcare uomini dentro lo spazio alle spalle della mediana scoperta, fare perno con l'attaccante centrale e sguinsagliare esterni e centrocampisti verso l'area con tocchi di prima tutti verso la porta.

Efficace anche il gioco di cucitura tra i reparti, con lo slittamento dell'esterno verso il centro e la penetrazione laterale dell'attaccante seconda punta per crossare o rifinre per uno dei terzini (che partono a fasi alterne) al cross in movimento. Azione che si è ripetuta di sovente e che ha dato buoni frutti specie in rimessa a palla scoperta sulla seconda linea. Anche in questo caso, in reminescenza di Totti nella Roma, un fulcro nevralgico di diramazione del gioco quale Deepay, spalle e fronta alla porta, ha ratificato la levatura del calcio rampante di un Lione mai banale seppur poco aggressivo nel pressing sulla treqquarti. Elemento fondamentale qui è la riconquista centripeta attorno al cerchio mediano e il direzionamento sempre in avanti del gioco.

PREDICATORE NEL DESERTO ARABO

Capitolo a parte che merita analisi approfondita è l'esperienza recente in Arabia Saudita che fa certamente più testo delle antecedenti in ordine cronologico. L'allenatore francese apprezza la disciplina tecnica e tattica e l'organizzazione, ma incoraggia i suoi giocatori a esprimersi, cosa che ha tentato di fare anche all'Al-Nassr senza adottare ricorsivamente un sistema rigoroso ma piuttosto un approccio dinamico che richiede livelli individualistici, attraverso sistemi misti che possiamo chiamare adattivi con disciplina.

Nella stagione scorsa ha comandato l'Al-Nassr con schemi quali il 4-1-4-1 per il 59% delle partite, 4-4-2 per il 23% e 3-4-3 solo per il 6% . Sotto l'egida di Garcia, l'Al-Nassr ha sempre tenuto il dinamismo in prima linea dell'edificazione bassa per adattarsi allo stile di pressione degli avversari, e uno dei centrocampisti aveva sempre la libertà di unirsi alla linea di fondo per creare un vantaggio numerico se necessario.

Tuttavia, la squadra ha conservato costantemente le posizioni delle ali all'interno del perimetro, aprendo ai terzini lo spazio per spingersi in avanti. Inoltre, spesso, uno degli attaccanti abbandonava la propria posizione canonica per combinare con il reparto arretrato ed avere una netta penetrazione in rialzo di posizionamento centrale. La costruzione dell' Al-Nassr varia con i movimenti dinamici del terzino, specie quello destro e una mentalità di approcci verticali e di attacco sulle corsie.

Gli esterni d'attacco hanno un ruolo cardinale nel complesso, perchè si muovono all'interno del campo, posizionandosi tra esterno basso e centrocampista, trascinando all'interno gli esterni avversari e poi bloccando la linea di fondo che offre ai terzini ulteriore spazio da sfruttare, mentre il centrocampista offensivo Talisca (focus più avanti) scende in profondità per elargire un'opzione di passaggio in più.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

Contro l'Al-Hilal, secondo gli stessi principi, Luiz Gustavo da centrocampsta centrale è sceso in prima linea e Talisca è avanzato più in profondità. Nel frattempo, i movimenti sincornici sulle scalate in progressione ala-terzino, hanno dato all'esterno sinistro un spazio 'costruito' da sfruttare.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

Generalmente, in fase di penetrazione, i movimenti dinamici dei centrocampisti sono vitali per il gioco verticale e per i triangoli larghi. In basso, mentre uno di loro sta scendendo per duettare in triangolo, l'altro offre da vicino un'opzione di passaggio come staffetta che è importante per la circolazione e il mantenimento del possesso. Inoltre, il centrocampista di sinistra che si sovrappone in questo triangolo, guadagna un vantaggio competitivo sull'ala avversaria grazie all'orientamento del corpo.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

Nella stagione con Rudi Garcia in panchina, la coppia più utilizzata a centrocampo è quella tra Luiz Gustavo e Abdullah Al-Khaibari, entrambi più tecnici che veloci.  Gustavo ha effettuato una media di 53,91 passaggi con una precisione del 90,8% , 10,95 passaggi all'ultimo terzo con l' 85,4% di successo e 14,3 passaggi in avanti con una precisione dell'81,2% . Dal canto proprio Al-Khaibari ha registrato una media di 55,71 passaggi con il 94% di successo, 8,18 passaggi nell'ultimo terzo di campo con l' 87,3% di precisione e 15,69 passaggi in avanti con l'88,6% di efficacia. (Fonte: totalfootballanalytics)

Non solo, i due centrocampisti gestiscono i triangoli aperti sul terreno lasciato scoperto, pertanto hanno spesso avuto licenza di sganciarsi ed è stato loro chiesto di eseguire una serie di corse profonde ad attaccare la linea di difesa avversaria, sia per creare occasioni gol ma anche per trazionare la squadra in avanti.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

Questo atteggiamento di ragnatela di passaggi corti per poi andare lunghi in avanti ad imbucare contro le linee alte degli avversari, viene ripetutamente avviato da zone larghe del campo o dai terzini o dai centrocampisti. Gustavo spesso dopo aver ricevuto dal terzino destro, gioca un passaggio a pallonetto dietro la linea di fondo alta, indirizzato all'esterno che sta correndo diagonalmente nel lato cieco del difensore, servendosi anche il vantaggio posizionale fronte porta.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

Nell'ultimo terzo, l' Al-Nassr mantiene le linee larghe, la rotazione posizionale e le giocate verticali, ricercando la via più rapida per raggiungere l'obiettivo di entrare in area. Inoltre, sfrutta le corse verticali verso la porta per avere la maggioranza numerica in quella zona del campo.

Entrambi i terzini sono prominenti nell'approccio alla partita di Garcia, specie nell'allungamento del campo e di solito forniscono cross da aree perimetrali iniziali o avanzate. Il terzino destro Sultan Al-Ghannam e il terzino sinistro Ghislain Konan nella stagione 2022/23 hanno contrassegnato rispettivamente una media di 4,62 e 4,93 cross a partita. 

Il ruolo pivotale di Tallisca

Come spiegato in precedenza, lo stile di gioco di Rudi Garcia richiede un alto livello di individualismo in tutto il sistema. Lì nasce l'impatto devastate di Talisca a questo livello di calcio. Oltre al suo dominio aereo e alle sue capacità di segnare, di solito ha la libertà di portare la palla per combinare e poi fare improvvise corse profonde verso la linea difensiva, ricevendo un cross o creando combinazioni uno-due o per avere possibilità di generare nuovo spazio.

Ravvisabile nel suo ampissimo volume di gioco qualitativo, una pronunciata similarità con lo stile nel coprire il campo in lungo e largo di Anguissa, uomo ovunque del Napoli con tendenza ad andare nello spazio e gestire pertinentemente la palla per tirare o rifinire, anche dal fondo.

Comportamenti difensivi

Parliamo dell'approccio fuori possesso dell'Al Nassr con Rudi Garcia. La squadra non rimane nella propria metà campo ad aspettare l'avversario, ma ha la flessibilità di variare tra blocco centrale e blocco alto in base alla forza dell'avversario.

Rudi Garcia sembra utilizzare una struttura compatta a blocco centrale 4-4-2, riducendo al minimo gli spazi tra le linee e aspettando che eventuali trigger di pressione si spostino più in alto sul campo per premere il grilletto. Quando pressano alto (non sempre), le squadre di Garcia hanno gli stessi principi del pressing per guadagnare il vantaggio numerico centrale che costringe gli avversari a costruire nei canali dove pressano forte, usando la linea laterale con un difensore in più e implementando occasionalmente trappole del pressing centralmente a due o tre giocatori .

Con Cristiano Ronaldo, la formazione ha innalzato considerevolmente il numero di passaggi, specie in orizzontale e realizzato un'ottima densità attorno all'area di rigore, pur non riuscendo spesso a comandare il gioco per tutta la partita. Sotto questo aspetto, in quest'annata l'Al-Nassr ha registrato una media di PPDA (rapporto tra passaggi e azioni da goal) inferiore ( 9,09 ) rispetto ai suoi avversari ( 15,2 ).

Il programma di gioco difensivo è evidenziato dal territorio di riconquista con la mappa di predominio in zone centrali. I calciatori si concentrano sul pressing alto per recuperare palla e contrattaccare. Con Rudi Gracia, hanno conseguito 168 recuperi alti e 237 recuperi in contropressione, 73 sono stati decretati come recuperi pericolosi, perchè a meno di 30 metri dalla porta. Numeri alti se si considera la tendenza a difendere del campionato arabo.

Al-Nassr 2022/23: Le loro tattiche sotto Rudi Garcia – rapporto scout

BRIEFING

Rudi Garcia, è un Marco Polo di nuove soluzioni tattiche, sperimentate in avanscoperta già in due continenti che non conoscevano il calcio differenziale in perenne aggiornamento, partito con una visione pionieristica del calcio ormai divenuto associativo, praticando le sue idee su uno scacchiere di pedine miste e continuamente rivisitate nei ruoli. Il francese mantiene uno stile di gioco dinamico, anelasticamente diversificato e dà la priorità ad approcci di attacco verticale e di esterni con alta efficenza tecnica che valorizzano la tattica, l'organizzazione collettiva e chiaramente anche l'espressione individuale.

Nel Napoli ricalcherà il tratteggio tattico di Spalletti su espressa richiesta della proprietà, apportando una verticalità maggiore arrangiata in base al coefficiente tecnico già molto alto, votato al gioco dinamico senza troppi fraseggi nello stretto se non con triangoli aposizionali, consapevole di dover gestire i momenti delle partite anche con quest'arma preziosa. Ma siamo certi che non riununcerà a votarsi all'attacco per favorire il talento dei giocatori azzurri, Politano, Zielinski, Kvara e Osimhen in primis.

Premesse tattiche e promesse analitiche, utili a capire cosa ci pefiguriamo dinanzi dopo l'anno d'oro del calcio vincente e convincente di Luciano Spalletti, in una continuità logico-temporale del bel gioco offensivo.