Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lunedì verrà a Napoli per firmare l'accordo che prevede l'apertura dei cantieri per ripristinare l'ex area Italsider di Bagnoli.

Come scrive il sindaco Gaetano Manfredi, commissario di governo per la bonifica e rigenerazione urbana dell'ex area Italsider: "Lunedì potrebbe essere un giorno che determinerà il futuro dell'area" - continua -"Sicuramente la prossima settimana si firmerà l'accordo su Bagnoli con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La firma arriva dopo la delibera del Cipess così possiamo passare all'apertura dei cantieri".

Si attende la conferma della presenza del premier a Napoli, ma le circostanze ci fanno pensare che l'accordo sia ormai concluso.

Mobilitazione in città

La possibile presenza di Giorgia Meloni a Napoli fa scattare anche la mobilitazione di attivisti e centri sociali. Il “laboratorio Iskra” ha già annunciato un presidio per le 10 in piazza Matteotti lunedì nel caso di effettivo arrivo della premier in città.

Uno sguardo all'interno dell'ex area Italsider di Bagnoli

Lo stabilimento ha uno storico secolare, risale infatti al 1910 ma è dal 1964 che ha assunto la denominazione di Italsider.

Si raggiunse l'apice negli anni '70, superando gli 1.5 milioni di tonnellate di acciaio prodotto, grazie al lavoro di circa 8mila operai.

Sono circa 30 anni che l'ex area Italsider attende una bonifica, ma in questi decenni sono stati molti i progetti che prevedevano la riqualificazione del territorio, senza mai essere portati al termine (Parco dello sport).

L'interno del capannone è maestoso, per ricordare l'avanguardia passata del settore siderurgico in Campania. Al contrario di come si possa pensare, non sono presenti detriti o rifiuti, ma solo macchinari in disuso con tanta polvere.

Diverse sono le strade, collegate tra loro da cartelli di pericolo e di divieti.

I fondi per la bonifica

Per consentire l’elaborazione dell'analisi di rischio, l’individuazione dei valori di fondo dei sedimenti sarà effettuata dall'Ispra, Istituto superiore per la ricerca ambientale, sentito il ministero dell’Ambiente, entro 90 giorni dalla richiesta del Commissario straordinario.

L'idea è anche quella di evitare ingorghi burocratici nelle procedure di valutazione di impatto ambientale, facendo in modo che con un unico provvedimento possa scattare il via libera.