È scomparso all'età di 68 anni, Marcello Colasurdo, al termine di una degenza che gli aveva impedito di apparire in pubblico da circa un anno. Il cordoglio per la morte del noto musicista pomiglianese, fondatore del gruppo operaio 'e Zezi e colonna portante della musica folk campana, sta unendo i mondi della cultura e della politica, due ambiti che d'altronde Colasurdo ha tenuto così vicini tra loro grazie alle sue straordinarie capacità di fondere musica e militanza.

Si parte dal cantautore Tommaso Primo, che scrive sul suo profilo Facebook: "Marcello Colasurdo è stato il Vesuvio. La voce dell’entroterra, il magma che si mischia alla lotta operaia, i braccianti che cantano 'a fronna ‘e limone' nei campi della periferia e della provincia napoletana. Tra tammurriate e Madonne, leggende e riti pagani, lotte operaie o di libertà sessuale. Lì, dove la campagna era avanguardia. Fai buon viaggio maestro, diventa cosmo" e si passa alla band Rione Junno, che ricorda come quella di Colasurdo fosse "la voce più bella di tutto il Mediterraneo".

Toccanti, invece, sono le parole della dirigente nazionale di Arcigay Daniela Lourdes Falanga: "Maestro, quando t'incontrai ero piccola. Mi accarezzasti e iniziasti a cantare proprio mentre ti ero in braccio, guardandomi e difendendomi. Diventasti la Madre, quella di cui ogni volta cantavi il pianto e le lodi quando la incontravamo. A te il mio saluto immenso di gratitudine". Commosso è anche l'addio dell'ex sindaco di Pomigliano d'Arco Michele Caiazzo: "Caro fratello, per noi è difficile accettare che tu non ci sei più. Non hai avuto il tempo di fare un bilancio della tua vita. Toccherà farlo agli altri, a chi ti ha voluto bene, apprezzato e stimato. Lasci un esempio e un tesoro enorme. Hai cominciato da ragazzino umile. Sei diventato un grande artista, ma hai sempre conservato la tua umiltà. Sei stato un uomo buono, in ogni senso. E sei sempre stato dalla parte degli ultimi".

Anche l'ex primo cittadino di Napoli Antonio Bassolino si unisce al cordoglio: "Marcello Colasurdo è stato un artista di valore, un compagno di tante battaglie e sempre dalla parte degli operai e dei più deboli, un amico vero. [...] un bacio, caro Marcello, e grazie di tutto", mentre il partito Rinascita ne ricorda l'apporto culturale: "Grazie per l'arte, la passione e la storia che hai condiviso con la tua e la nostra Pomigliano. Siamo stati onorati di essere tra i tuoi amici, siamo onorati di aver ascoltato la tua antica e potente voce, i canti dei contadini, le devozioni a Mamma Schiavona e alla Madre Terra, le storie delle corti e delle masserie".

Infine Paolo Esposito, membro dei Zezi, nel suo lungo saluto ricorda gli ideali che hanno animato la vita e la carriera di Colasurdo: "È stato uno tra i più importanti cantori della tradizione popolare campana, riuscendo ad unire il folklore e l'intenzione politica di portare avanti un discorso sociale del movimento contadino e operaio in nome della solidarietà di classe, dell'antifascismo e di un comunismo contrario ad ogni forma di discriminazione e sfruttamento dell'uomo sull'uomo".