Vincere è bellissimo, ma la vittoria include sacrificio, e il sacrificio talvolta è talmente elevato, che alla fine della corsa ti siedi, e non ti rialzi più. 

Il Napoli lo sa bene, questa stagione ha lasciato macerie dopo l’anno del terzo scudetto, cambi di allenatore, problemi nello staff tecnico e giocatori (con annessi procuratori) scontenti della situazione, così come un’intera città. Essere dei vincenti è complicato, in qualsiasi aspetto della vita, essere dei vincenti non vuol dire però per forza di cose vincere, perché a definire il vincente non è un trofeo, ma è l’attitudine ad ogni situazione, quelle favorevoli, e quelle meno favorevoli.

Essere vincenti vuol dire riuscire a dare tutto anche quando quel tutto è pari al 50% delle proprie possibilità, cercando comunque di salvare la faccia, e al netto degli alibi rappresentati dagli allenatori seduti in panchina, il Napoli, una volta privato del proprio leader, ora impegnato con la Nazionale, si è disunito, non trovando in nessun uomo in campo la voglia di prendersi determinate responsabilità, e la faccia, per l’appunto, non è stata salvata.

Napoli: l’era di Antonio Conte

Il cambio di rotta in tal senso da parte del presidente Aurelio De Laurentiis è netto. Oramai è ufficiale la scelta di consegnare ad Antonio Conte le chiavi della panchina azzurra, e a quanto pare, anche in parte della gestione societaria, un leader per l’appunto, che non guardi in faccia a nessuno, disposto a tutto per ritornare in alto, lui, ed il (ormai) suo Napoli. 

Con l’arrivo di Conte è naturale il susseguirsi di numerose voci in tema calciomercato, una su tutte, quella di Romelu Lukaku. Mai accostamento fu più facile, quello di Lukaku è un nome che viene avvicinato in automatico a Conte per i suoi trascorsi in nerazzurro, soprattutto in questo momento in cui il Chelsea pare intenzionato a cederlo. Romelu è davvero la scelta giusta per il post Osimhen, o rappresenta uno sfizio che il tecnico vuole togliersi, quello di allenarlo nuovamente?

Lukaku: la scelta giusta per il nuovo Napoli?

Lukaku-Napoli è un matrimonio da fare, e due sono le motivazioni che portano a questa conclusione: innanzitutto l’aspetto economico, Lukaku ha una clausola di 45 milioni di euro, ma la sensazione è che il Chelsea per sfoltire la rosa e ammortizzare dei costi che sono stati elevatissimi nelle ultime due stagioni, potrebbe abbassare le proprie richieste e chissà, arrivare anche ad una formula riguardante il prestito o l’inserimento di contropartita/e.

In questo modo l’attivo che il Napoli incasserebbe dall’operazione Osimhen out / Lukaku in, sarebbe di almeno 80 milioni, budget che andrebbe riversato sul restyling totale in difesa e su almeno un innesto importante a centrocampo, giocatori giovani ma pronti ad esplodere, in stile Napoli (Buongiorno, Sudakov, Thuram?).

Questa operazione inoltre sarebbe per tempistiche perfetta in ottica futuro, il Napoli non cederà nella stessa sessione di calciomercato sia Kvara che Osimhen, il principale indiziato a partire è il nigeriano e con l’acquisto di Lukaku la sensazione è che il vero ‘post Osimhen’ arriverà la prossima stagione, proprio finanziato dall’uscita di Kvaratskhelia, la prossima estate. Il belga quindi in tal senso rappresenta una toppa (di lusso) in una squadra in cui oggettivamente le priorità, almeno ad oggi, sono altre.

La seconda motivazione, ma non per questo meno importante, riguarda il lato umano dell’operazione Lukaku. La premessa è stata proprio questa, una stagione naufragata già prima che iniziasse, una totale mancanza di attitudine degli uomini in campo, abituati ad essere soldati, e muoversi esattamente come il loro comandante, ed una volta mancato quest’ultimo, i soldati hanno iniziato a marciare in direzioni sparse, senza un reale obiettivo ne motivazione.

Ecco, Lukaku con Conte non solo è certezza dal punto di vista del feeling tra i due, ma è un giocatore che al netto dei difetti e dell’età non più giovanissima, ha calcato i più grandi campi d’Europa e i più importanti spogliatoi, portandosi dietro uno status che nell’attuale ambiente Napoli non appartiene a nessuno. Lukaku non è un soldato, ma un comandante, e con lui così Antonio Conte. La (vera) new era è iniziata e fare in modo che i due si ritrovino deve essere stimolo per avvisare tutte le altre.

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