Luci ed Ombre esprimono dualità, la presenza di contrasti necessari per creare un equilibrio o per esplorare le profondità umane. Definire forme. Darne volume. Trasmetterne emozioni. Luci ed Ombre per esplorare la complessità dell’essenza umana, per simboleggiare gli aspetti positivi e negativi della vita. Luci ed Ombre sono un intreccio tra consapevolezza e inconscio della mente umana. La sua parte visibile contro l’omessa di un’indole nascosta. Quella repressa. O di sapiente contezza, ma sempre meno accettata.

Sognare ad occhi chiusi

Ma Luci ed Ombre sono anche le indomite compagne di un dolce tramonto, quando il sole abbraccia l'orizzonte e il cielo si tinge di una tonalità rossiccia e d'oro fluente. Le ombre si allungano dolcemente, una danza di luci ci avvolge del proprio calore, mentre l'aria si riempie di quiete per creare la giusta atmosfera agli occhi di noi spettatori, evocandone stati d'animo e narrandone varie sfaccettature, trasparenze, e opacità dei nostri vissuti. In questo gioco di luci e ombre la vita trova il suo equilibrio, tra albe dorate e notti profonde, scoprendo la natura della nostra essenza.

Un'esperienza tra alti e bassi

Luci ed Ombre camminano di pari passo, lo fanno su corsie diverse ma ad ogni incrocio rischiano l’impatto. È una frazione di secondi. Minuti probabilmente. Ma il pericolo è sovente più di quanto si immagini. Luci ed Ombre, come la storia di Giovanni Di Lorenzo in quel di Napoli che - per quanto mi riguarda - è da comparare ad una vetta non semplice da scalare: ai suoi albori identificato come una pedina incompresa, una vittima sacrificale, perché il suo valore era costantemente messo in discussione da equivoci tattici e dal perenne emblema nell’esser, o meno, predisposto ad un club, e ad una piazza, di livello come Napoli. Poi, d’altro canto, nemmeno il tempo di attestarsi, e riceverne conferme, che il ruolo affidatogli è stato quello del carnefice: è bastata l’inverosimile stagione post scudetto degli azzurri per vedersi servito un cocktail di agonie e pertugi da dover percorrere in lunga tratta per schivare il continuo franare che gli si è riversato contro durante quest’anno.

Le possibili motivazioni

Senza entrare nel merito di chi e di cosa penso che l’uomo Di Lorenzo, che ha sempre onorato e magnificato il nome di Napoli ovunque andasse, non possa essere impazzito tutto d’un tratto. Penso, oltremodo, che non è - e non sarà mai - un problema tra lui e i sostenitori di fede azzurra, bensì un’annata di continue incomprensioni che hanno inficiato negativamente il rapporto con la società: una fascia da capitano messa in discussione con l’avvento di Rudi Garcia; la mancata presa di posizione della dirigenza sul malore sopraggiunto in quel di Firenze, messo in discussione da una parte della carta stampata (con allusioni alquanto deplorevoli); la mancata tutela di un calciatore così rappresentativo all’ultima di campionato. Sì, perché - per quanto rispetto si porti ad un allenatore come Francesco Calzona, il quale ha cercato con tutti i mezzi possibili e immaginabili nel rialzare una barca ormai sprofondata - non comprenderò mai il motivo di una sostituzione (mai avuta in stagione) negli ultimi due minuti dei tempi regolamentari, la quale si è concatenata ad una contestazione ai danni del singolo calciatore.

Incongruenze

Se a questo aggiungiamo le dichiarazioni della società, fatte, nella fattispecie, in prima persona da Aurelio De Laurentiis: “Nessun calciatore è incedibile” e alla richiesta - probabilmente scomposta e deontologicamente discutibile - di poter concludere il suo ciclo a Napoli gli si risponde che il calciatore è incedibile si può capire da soli che c’è ancora qualcosa da registrare sotto il profilo della comunicazione. Ma non tutto è da prendere con le molle, probabilmente l’imperativo della società è anche un tentativo, benevolo, di venirsi incontro, nell'intento di voler chiarire le incomprensioni sorte e mai stanate.

Promessa da Capitano

Il calciatore, dopo tanto vociare, ha parlato in conferenza stampa nel pregara della Nazionale per l'esordio agli europei, lasciando filtrare serenità e concentrazione rivolta esclusivamente al torneo continentale. Ha ribadito di aver già parlato con la società prima della partenza in terra tedesca, ma ha promesso - altresì - di parlare alla fine dei giochi. Di volerci mettere la faccia. Come ha sempre fatto, ribadisce. Napoli ha bisogno di schiettezza, trasparenza. Di onestà intellettuale. Napoli non demonizza, non pregiudica. Napoli, però, si aspetta che le promesse siano mantenuta. Ne ha diritto, e il suo capitano ne ha il dovere.

La strada comune

Tra luci e ombre danzano i pensieri, come su un palcoscenico di vita, si muovono lievi, si nascondono svelti, nell'alternanza di gioia e fatica. Le luci, soprattutto, sono fiammelle di speranza, illuminano il cammino incerto, svelano sogni, disegnano strade, guidano il cuore verso l'infinito. Che Luci ed Ombre possano ricollocare Giovanni Di Lorenzo e la società sulla retta via, paventarsi come compagne silenziose, avvolte nell'anima da un manto di mistero, dalle paure nascoste, dalle celate ferite, ma che, infine, possano consegnarsi la forza del risveglio.