Nella notte di Liverpool, per la seconda volta nella sua storia, pur perdendo, il Napoli passa da primo il girone di Champions League. L’ultima volta, nella stagione 16/17 con Maurizio Sarri, è accaduto in un raggruppamento decisamente più alla portata, con Besiktas, Benfica e Dinamo Kiev.

Ad Anfield, gli azzurri certificano di aver raggiunto lo status di grande squadra. Contro gli uomini di Jurgen Klopp, i ragazzi di Luciano Spalletti hanno messo in scena il saggio finale, a coronamento di un percorso europeo che non lascia spazio a dubbi in merito alla crescita definitiva della rosa dal punto di vista della personalità.

Il match: il Liverpool cambia, Spalletti no

Nonostante l’esigenza di vincere con quattro gol di scarto per arrivare primi nel girone, i Reds, come ammesso nel post partita da Klopp, modificano il loro assetto tattico abbassando di circa 20 metri la linea difensiva per non dare profondità a Osimhen. A dimostrazione di quanto Victor sia determinante nell’economia di una partita. Pur non brillando, il nove azzurro risulta decisivo nella fase di prima costruzione avversaria e nel calcio moderno è un fattore non da poco, anzi. Come un fattore è anche la posizione di Alexander Arnold che si occupa solo ed esclusivamente di contenere il geniaccio di Kvaratskelia senza mai affacciarsi sulla trequarti azzurra.

Il Napoli è un avversario duro da affrontare. Vincere contro quella che è una delle migliori squadre del mondo è una sensazione molto bella.

Mohamed Salah, nell'intervista post Liverpool Napoli

Spalletti opta per un undici molto fisico, inserendo tra i titolari Ostigard, Olivera - che annulla Salah per 96:59 minuti su 97- e Ndombele, costretto a rincorrere gli avversari, nel primo tempo, per qualche errore di posizionamento preventivo, ma che nella seconda fase registra misure e geometrie.

La scelta dei centimetri e dei chili prende spessore durante lo sviluppo della partita. Mai si era visto in Europa un Napoli pronto e voglioso di duellare in ogni zona del campo, così come ad Anfield. In questa tempesta di muscoli si esalta anche Lobotka che non sfiorisce ma domina Fabinho e Thiago, sfoderando l’ennesima prestazione da incorniciare.

Ostigard, dalla retrocessione con il Genoa al gol (annullato) ad Anfield

Se quella dello slovacco è una costante di questa parte di stagione, la vera storia da raccontare è quella di Ostigard. Il norvegese è alla terza presenza da titolare in stagione dopo Lecce e Rangers. In uno dei templi del calcio mondiale piazza la sua miglior performance in carriera. L’attitudine alla lotta, il coraggio, il gioco aereo sono le armi che gli permettono di avere la meglio su Firmino e di essere sempre attento nei meccanismi di una linea difensiva che anche in terra inglese non ha paura di salire e lasciarsi lo spazio alle spalle.

L'immagine Var che annulla il gol di Ostigard che sarebbe valso lo 0-1

Per cinque centimetri, quella che resta una prestazione da incorniciare, sarebbe potuta divenire memorabile. Le sue preghiere durante il check del var, non sono servite. Il suo secondo gol nella competizione viene annullato. Un vero peccato. Per lui e per il Napoli che aveva meritato di passare in vantaggio dopo 70 minuti di calcio giocato con intensità da Premier League.

Spalletti pensa all'Atalanta

Al 70esimo inzia la girandola dei cambi. Lozano prende il posto a Politano. All’83esimo, Spalletti inizia a dedicare più di un pensiero all’Atalanta e toglie dal campo Lobotka e Kvaratskelia. Il primo posto nel girone è assicurato.

Un minuto dopo, da calcio d’angolo, però, Van Dijk svetta di testa in area piccola e schiaccia tra i piedi di Meret che compie un mezzo miracolo tenendo fuori dalla porta il pallone con un gesto istintivo, ma non può nulla sul tap in di Salah. Vantaggio Liverpool. Conta poco, ma sa di beffa. Nel frattempo, ancora cambi: entrano Raspadori e Simeone. La reazione c’è ed è rabbiosa. Ma non porta al gol. Anzi, sono i Reds a raddoppiare su azione fotocopia. Questa volta è Nunez che svetta dall’area piccola, ancora un mezzo miracolo di Meret che respinge ma sulla ribattuta ancora l'uruguagio ribadisce in rete. Siamo al 98esimo. La partita finisce. Il Napoli perde l’imbattibilità stagionale dopo 13 vittorie di fila. Ma non perde certezze. Semmai rafforza la convinzione di essere, in questo momento, tra le migliori squadre del mondo.

Il girone di Champions perfetto: record, gol e spettacolo

Gli azzurri chiudono il girone con cinque vittorie su sei, venti gol all'attivo e cinque subiti. Un tornado che ha scosso gli equilibri del calcio.

Il Napoli arriva in Champions League dopo due anni di assenza. Eppure, in estate, la parte più rumorosa della piazza minimizzava l'impresa per la rabbia di aver visto sfumare uno scudetto che, però, a inizio campionato, sembrava impensabile. Tanto che le griglie per la stagione 2021/22, cittadine e nazionali, ci posizionavano tra sesto e settimo posto.

Gli elementi di sfiducia si moltiplicano alla luce delle cessioni dei senatori, gli unici che a parere di molti avevano i giusti gradi per affrontare le sfide europee. "Manca l'esperienza" era il mantra di inizio stagione.

Simeone bacia il tatuaggio della Champion's dopo il gol al Liverpool al Maradona


Invece, come spesso accade dalle nostre parti, i pregiudizi vengono spazzati via dall'entusiasmo della prima volta delle lacrime di Simeone, delle giocate di Raspadori, delle sverniciate di Kvaratskelia, della concentrazione di Kim, e della fisicità di Olivera.

Un percorso incredibile che questa squadra ha legittimato sul campo proponendo un calcio futuristico per ogni minuto della competizione. L'approdo agli ottavi da primi nel girone è il giusto premio per gli azzurri. E, in merito al sorteggio, questa volta possiamo fare a meno di sperare - inutilmente - che sia benevolo.

Sorteggio Champions? Più cattiva ce la fanno trovare e più contenti siamo!

Luciano Spalletti, conferenza post Liverpool Napoli

Si ripartirà dopo i Mondiali del Qatar, sarà probabilmente un altro calcio, con altri equilibri, ma i ragazzi di Spalletti, quest'anno, sembrano davvero pronti a tutto.