Dopo il poker all'Udinese, ne arriva un altro, questa volta ai danni del Lecce, che finora in questo campionato aveva sempre vinto nei match casalinghi, 0-4 il risultato finale. La squadra di D'Aversa rimane a 11 punti, avendo perso le ultime due partite, seppur con avversari molto complicati come Juventus e Napoli, i partenopei invece c'entrano la terza vittoria consecutiva, dopo i successi su Braga e Udinese, vittoria che oltre a dare continuità in vista dei prossimi e fondamentali impegni (Real Madrid e Fiorentina), posiziona la squadra attualmente al terzo posto solitario, in attesa ovviamente della Juventus, che però se la vedrà con l'Atalanta, in uno scontro diretto che può sorridere agli azzurri, invariata invece la distanza con il primato in classifica, Inter e Milan infatti dopo le vittorie rispettivamente su Lazio e Salernitana si confermano a +4. Andiamo ora ad analizzare il match, attraverso i numeri dei protagonisti.

Lecce-Napoli: lo schieramento tattico

433 per D'Aversa: in porta Falcone; linea a 4 formata da Gendrey, Pongracic, Baschirotto, Gallo; a centrocampo Rafia, Ramadani e Blin; tridente formato da Almqvist, Krstovic e Strefezza. In fase di possesso il baricentro si alza sui 55m, Pongracic in particolare viene spesso chiamato all'impostazione, Ramadani il giocatore davanti la difesa, con al suo fianco Blin, Rafia, invece si allarga a destra affiancando Almqvist che rimane molto largo, mentre a sinistra è Gallo il giocatore più largo sulla corsia esterna, Strefezza infatti entra dentro il campo per creare sovrapposizioni con il terzino sinistro. In fase difensiva il 433 passa a un 451, il Lecce cerca comunque di non farsi schiacciare troppo, mantenendo un'altezza di 45m, e una larghezza di 36m, cercando di evitare il palleggio del centrocampo del Napoli in zona centrale.

Il Napoli va a specchio, 433 anche per Garcia: in porta Meret; in difesa schierati Di Lorenzo, Natan, Ostigard, Olivera; a centrocampo nessun cambio, confermati Anguissa, Zielinski e Lobotka; in attacco esordio per Lindstrom, dal primo minuto anche Simeone, e sulla sinistra Kvaratskhelia. In fase offensiva Natan e Ostigard molto alti per impostare, il centrocampo passa a 2 con Zielinski che occupa la trequarti/mezz'ala a sinistra, a destra Lindstrom, rispetto a Kvara, ha giocato maggiormente dentro al campo, suo ruolo naturale, supportato da Di Lorenzo che si è sacrificato a tutta fascia dando una soluzione in più nello scarico al danese. In fase di non possesso 451, squadra molto corta (30m), con Simeone a fare il movimento opposto a quello di Osimhen quando viene lanciato, ovvero viene incontro per cercare sponde per gli esterni in ripartenza.

Lecce-Napoli: i numeri del match

La partita non ha avuto molte storie, il Napoli sin da subito ha indirizzato il match, grazie al gol dopo appena 15’ di Ostigard, nella seconda frazione subentra Osimhen per Simeone e al 51’ è proprio il nigeriano a raddoppiare su un grande assist di Kvaratskhelia, a chiudere i conti alla prima presenza stagionale Gianluca Gaetano, che poco dopo si procura anche il rigore poi trasformato da Politano. Il risultato è pesante, il Lecce probabilmente non meritava un parziale così netto, la sensazione però è che il Napoli accelerasse ogni qual volta ne sentisse il bisogno, gestendosi visti i numerosi impegni in pochi giorni, i numeri comunque sono tutti dalla parte degli ospiti: 2.50 xG15 conclusioni di media, 6 nello specchio, 5 grandi occasioni create, 8 tiri in area, il tutto contro quella che prima del match era la terza miglior difesa della Serie A, 56% il possesso palla, con 512 passaggi tentati e 432 riusciti (84%).

Partiamo col sottolineare la prestazione dei centrali difensivi, che ancora una volta hanno giocato molto in avanti, non allungando però la squadra, mantenendo costante una lunghezza di 30m in fase di non possesso, questo perché sono stati efficaci nell’accompagnare i movimenti dei centrocampisti, il motivo però della posizione così avanzata dei centrali non è quello della costruzione dal basso, che è partita maggiormente dai terzini, ma è la riaggressione immediata, evitando agli avversari di riempire l’area alzando notevolmente la linea, ed infatti sono appena 18 i palloni toccati negli ultimi 16 metri dai giocatori del Lecce. Altra buona prova per il nuovo arrivato Natan, per lui 64 tocchi, 85% di precisione, 5 lanci lunghi riusciti, 3 contrasti vinti (su 3) e 4 duelli aerei vinti (su 5), nessun dribbling subito. 

https://youtu.be/YI7N4R13AoQ?si=JcGOib1HEGmFK26s
Lecce-Napoli 0-4, conferenza stampa di Rudi Garcia

Come abbiamo detto è maggiormente sulle fasce la zona in cui è partita l’azione, Olivera e Di Lorenzo infatti sono rispettivamente secondo e terzo giocatore con più palloni giocati, dopo Anguissa, e prima di Lobotka, a dimostrazione che insieme ai centrocampisti hanno rappresentato il fulcro del gioco, Garcia infatti dopo un inizio in cui isolava molto le corsie esterne, è tornato a coinvolgere maggiormente i terzini, facendoli giocare dentro al campo, quasi da mezz’ala aggiunta, in particolare con il capitano azzurro, 147 i palloni toccati complessivamente dai due terzini, con una precisione che va oltre il 77%, positiva in particolar modo la prestazione di Olivera in fase difensiva, 8 contrasti vinti (su 13) e 3 duelli aerei vinti (su 3), con 2 intercetti e 4 salvataggi, avendo anche un cliente scomodo come Almqvist, cercato spessissimo dai compagni con lanci lunghi soprattutto nel primo tempo.

Ma la differenza l’ha fatta il centrocampo, Zielinski nuovamente determinante con l’assist e una produzione offensiva notevole (5 passaggi decisivi su 53 tocchi e 90% di precisione), ma a dare equilibrio e fare da diga a centrocampo ci ha pensato Anguissa, atipico il suo posizionamento, così come quello di Lobotka, occupando per lo più la zona appena oltre la metà campo.

La partita di Lobotka:

La partita di Anguissa:

Scelta dettata probabilmente per non allungare la squadra (visti i centrali così alti) e non lasciare campo ai centrocampisti avversari, ed infatti gli unici pericoli della squadra di D’Aversa sono arrivati con lanci lunghi, facendo tanta fatica nel fraseggio in mezzo al campo, motivo per cui la squadra in fase di possesso aprisse molto il campo (46m), non potendo palleggiare in mezzo al campo. Il numero 99 chiude la partita con 83 tocchi, 91% di precisione e 3 passaggi decisivi, 4 lanci lunghi riusciti (su 4) e 1grande occasione creata, 2 i dribbling riusciti e 3 i contrasti vinti. Per Lobotka 70 i tocchi, 89% di precisione, 5 lanci lunghi riusciti (su 5) e 4 contrasti vinti. 

Riguardo ai lanci lunghi, è sicuramente evidente come il Napoli ne stia facendo un uso diverso rispetto allo scorso anno, certo, la squadra è tornata su richiesta dei giocatori (come spiegato da Kvaratskhelia) a giocare per lo più palla a terra, ma la squadra di Garcia usa comunque la soluzione lunga con costanza per uscire dal pressing, ieri ad esempio sono stati 48 i lanci lunghi tentati, 26 andati a buon fine, in stagione 21.4 i lanci lunghi riusciti di media (57%), ed è stato molto interessante vedere come con Simeone non si escludesse questa soluzione riservandola solo ad Osimhen, ma si cambiasse l’interpretazione dell’azione, con l’argentino infatti la squadra si abbassava con il baricentro quando cercava la soluzione del rinvio lungo, questo per far sì che Simeone non andasse in profondità ma che venisse incontro per poi far partire l’azione d’ala trequarti, non avendo le caratteristiche che invece ha il numero 9, con cui questa soluzione è usata per lo più in profondità, con una squadra più lunga e con Osimhen che non viene incontro ma taglia alle spalle dei difensori avendo le caratteristiche per un duello fisico e in velocità.