Lunga intervista a Tanguy Ndombele che ha parlato di vari temi, tra cui la sua esperienza al Napoli.

A tal proposito ha dichiarato: "Non so quale sarà il mio futuro, tanti tifosi mi chiedono di tornare al Tottenham ma lo decideranno i club e il Napoli ha una opzione per l’acquisto. Non mi pesa essere in prestito qui, ma a volte vedo che i calciatori sono trattati più come merce che come persone. Non c’era altra soluzione con il Tottenham e sono felice di aver scelto Napoli. Con Conte non c’era scelta, avrei voluto dimostrare il mio valore in campo ma ero ai margini del gruppo, mi è stato comunicato sin dal primo giorno di ritiro con la squadra".

Infine su unìetichetta che gli è stata assegnata: "Io svogliato? È una etichetta che ho sempre avuto, dalla scuola al campo. Ma non è così, anzi lavoro costantemente per migliorare".

Ndomebele si è soffermato anche sulla città, affermando: "Non sapevo molto onestamente della città prima di metterci piede. Sapevo che c'era un fervore particolare, un po' come a Marsiglia. Questo è più o meno tutto quello che avevo sentito. La costa Sud contro il Nord, un po' 'noi contro il resto del Paese'. L'ho capito quando sono arrivato… Mi era stato detto anche che giocare a Napoli andava bene, ma che poteva diventare rapidamente complicato. Quando vinci, va abbastanza bene, ma quando i risultati qui non ci sono… Beh, finora non ci si può lamentare (ride, ndr). Onestamente non avevo mai vissuto un'atmosfera del genere. Quando esco per strada, se vado in un ristorante o a fare un giro, la gente mi salta addosso. È impossibile camminare tranquillamente. Qui non c'è anonimato, fa parte del contesto, ma diciamo che ero abituato a posti più posati (ride, ndr). Mi piace passare inosservato, essere in un posto e non esserci".

"Avevo un bellissimo orologio quando sono arrivato e i miei compagni mi hanno detto: 'Qui siamo a Napoli'. È stato un piccolo avvertimento e all'improvviso l'ho fatto tornare in Francia, ma finora non ho avuto problemi".