Svizzera-Italia purtroppo è storia. La Nazionale di Luciano Spalletti perde 2-0 senza appello contro la nazionale elvetica che dopo 31 anni torna a battere gli azzurri. La partita giocata a Berlino è stata un film dell’orrore, dall’inizio alla fine. Gli azzurri realizzano solo 1 tiro in porta in tutta la partita e l’occasione più pericolosa della contesa è un goffo tentativo di autorete di Schar che si infrange sul palo. Una prestazione senza capo né coda in cui si è salvato, come sempre, il solo Gianluigi Donnarumma, unico assieme a Calafiori che esce da questo europeo a testa alta.

La verità è che però questa brutta prestazione è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più grosso che va avanti da mesi: la riconoscenza.

In Italia, nonostante una Nazionale che si è qualifcata a questi europei con un clamoroso rigore non dato all’Ucraina al 90’ minuto (roba che se fosse capitata al contrario ancora oggi se ne parlerebbe), si è data troppa riconoscenza a Spalletti ed alle sue scelte.

Intendiamoci: Spalletti ha dimostrato di essere un grandioso allenatore di club e non è sicuramente l’unico responsabile di questo ko, ma l’apparato mediatico che lo ha fatto rendere invincibile anche da CT è complice del suo delirio di onnipotenza.

Le ultime sette partite ufficiali della nazionale a livello di risultati sono indicative: 3 sconfitte, 2 pareggi e 2 vittorie (contro Albania e Macedonia del Nord). Oltre a questi risultati allarmanti c’è stata una proposta di gioco sempre più deficitaria, l’Italia ha infatti convinto solamente con avversari molto meno forti di lei sulla carta come, appunto, Albania e Macedonia del Nord, ma non appena il livello si alzava venivano fuori limiti notevoli.

Nonostante i segnali fossero preoccupanti fino a poche ore dal fischio d’inizio Spalletti era giudicato come intoccabile ed era da non mettere in discussione per nessun motivo al mondo. E questo ha contribuito a scelte cervellotiche: le convocazioni con diverse fallacie (perché Fagioli che è stato fermo 7 mesi? Davvero Orsolini e Politano meritavano di stare fuori?), nessuna ammissione di responsabilità nonostante risultati deludenti e prestazioni oscene e deliri di onnipotenza sulla gestione del gruppo, come gli anacronistici “6 comandamenti” da rispettare per i calciatori come l’obbligo di non giocare alla PlayStation in camera da letto. Una roba così antiquata che è risultata deleteria (gli spagnoli giocano eccome alla Play in camera, basti guardare le stories di Pedri e Yamal, eppure finora le hanno vinte tutte).

Il commissario tecnico a caldo ha osato dire: “Questo non è un risultato così negativo come lo si vuole far passare”. Una scusa inaccettabile di chi sta provando vergognosamente ad arrampicarsi sugli specchi, un insulto a milioni di persone. Si può perdere anche con una Nazionale sulla carta meno forte (quantomeno a livello di rosa), ma non si può accettare una prestazione oscena con 1 solo tiro in porta in tutta la partita. Se però si è arrivati a questo buona parte di responsabilità sono dell’apparato mediatico che ha consentito a Spalletti di darsi arie che da CT non poteva concedersi proprio perché ad oggi ha dimostrato poco e nulla in questo ruolo.

Le mie aspettative per questo europeo erano basse (mi bastava superare la fase a gironi), ma la prestazione con la Svizzera ha superato ogni limite. A mio avviso è giusto continuare con Spalletti perché non è il solo responsabile (Gravina meriterebbe un capitolo a parte, ma sicuramente dovrebbe dimettersi), ma d’ora in avanti deve essere criticato come tutti perché da CT non vale quanto fatto con i club. Sono ruoli diversi. Ed è bene che dopo oggi lo capiscano tutti, senza trovare arrampicate sugli specchi che risultano goffe ed indifendibili. Solo così si può tornare ad essere competitivi per i grandi tornei.