Il calcio è un pianeta ancora da scoprire, nemmeno chi ne ha percorso le orme è riuscito a farlo. Nessuno riuscirà mai nell’impresa, e probabilmente il suo immenso fascino risiede proprio in questo motivo. La Croazia costruisce, fraseggia, inventa, ma l’Argentina segna. La Croazia ha fisico, tecnica, organizzazione e possesso palla, ma l’Argentina vince. Non lo fa in maniera risicata, né con troppe gocce di sudore da dover asciugare. Lo fa con il metodo più vecchio del mondo: con la forza di e la pazienza di chi sa aspettare e al momento giusto azzannare la presa. Lo fa con astuzia, sagacia e perspicacia. Ma soprattutto riesce a farlo perché ha in dote il miglior calciatore del mondo: Lionel Messi. Questo calciatore non smette mai di incantare il suo popolo e tutti gli sportivi che amano il calcio. Perché un campione sa vincere e insegnare a vincere. Lo ha fatto ridisegnandosi un ruolo in questa squadra che forse nemmeno lui sapeva di poter interpretare. Quello del vero e proprio trascinatore. Modric e compagni devono arrendersi a cotanta magnificenza, perché nonostante una maggiore organizzazione e metodica di gioco non hanno dimostrato la fame di vittoria della Selecion. L’Argentina non è partita con i favori dei pronostici, ma adesso vincere non è più un’utopia per la squadra di Scaloni. Perché la finale è un luogo dove sangue e arena sposano gli ideali di chi ha creduto alle proprie speranze e ai propri sogni. La finale è quel luogo per cui si dà adito all’intrepido coraggio per renderti leggenda.