Dal Konami Training Center di Castelvolturno la conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista di Udinese-Napoli in programma per Giovedì 4 Maggio ore 20.45.

Su Udine e gli inizi della sua carriera: "Ho molte persone a cui sono legati affettivamente a Udine perchè poi quando torno indietro a quello che è stato il mio percorso ci sono molte squadre dove sono rimasto per molti anni. Tipo Roma 7 anni, Udinese 5 anni, Empoli 5 anni. Quando si dice che ho un carattere difficile la cosa stride un po' perchè è difficile trovare un altro che si è consumato la carriera in 4-5 squadre. All'Udinese fui chiamato quando la squadra aveva difficioltà, ci salvammo al primo anno. Dopo mi lasciarono andare da un'altra parte per poi riprendermi e ci rimasi per molto tempo. Questo mi fece legare rapporti con Pierpaolo Marino, ho letto sua intervista e sono d'accordo che questo Napoli qui è partito della C. Lui è un totem del calcio. Poi la famiglia Pozzo che mi ha dato moltissimo con i quali avevo legato un rapporto stretto poi come calciatore ho avuto Sottil che già quando ci si è fatto amichevole con l'Ascoli si vedeva che avrebbe avuto un futuro importante da allenatore. Già ai tempi dell’Udinese era quello delle discussioni in campo su cosa fare. Sono ricordi belli, mi fa piacere incontrarli ora in un momento importante per la nostra storia".

Sullo Scudetto: “Ce lo stiamo trezziando piano piano come dicono a Napoli. Fin dall'inizio sapevo di avere a che fare con un gruppo di purosangue, fa paicere che in poco tempo abbiano dimostrato il loro carattere e la loro qualità. Ci sono stati momenti difficili dove si è dovuta esibire una personalità il giorno dopo. Questo scudetto è un evento che esce dagli schemi, è un evento che ne trarrebbero vantaggi non solo il Napoli, Napoli città, ma anche tutti gli addetti a questo sistema. C'è poi però da fare quest'ultimo strappo che diventa la cosa più difficile. Si continua a fare quello che si è sempre fatto".

Sulla possibilità di laurearsi campioni già Domenica scorsa: "Vedere gente dispiaciuta uscire dallo stadio domenica ti mortifica, è l'opposto che ti dà felicità interiore perchè li vedi felici. Ti nutri da quello che la gente che fa quando ti vedi. Il pensiero è quello di vedere gente felice. Già comenica lo stadio mi ha fatto capire più della nostra classifica quale sia l'impresa che stiamo portando a termine. E' quello che sognavo quando sono arrivato, mi immaginavo uno stadio pienodi colore azzurro con tutti che festeggiavano insieme".

Su Udinese-Napoli: "Noi siamo sempre un po' timorosi e insicuri perchè a volte le scelte che fai durano poche secondi e poi te le porti dietro tutta la vita a seconda delle conseguenze. C'è poi anche la considerazione di quello che si è fatto finora, la nostra squadra ha sempre creato episodi nuovi nelle gare. Noi non dobbiamo mai perdere la nostra convinzione di misurarci contro chiunque. l'Udinese sa fare tante cose, Sottil ha mestiere addosso e tanta esperienza perchè già da calciatore era già allenatore. Hanno questa fisicità, sono una delle squadre che arriva con più uomini in area avversaria a livello europeo e bisognerà prenderne atto stando attenti. Massimo rispetto, ma la paura devono imporcela sennò no".

Sul suo futuro: "Valutazioni future? Ci sono ancora da fre altre belle cose, secondo me più belle assai del contratto ovvero di giocare queste gare e di farlo fino in fondo. Dobbiamo completare questo percorso poi penseremo a festeggiare. Poi, sempre lo stesso discorso, rimettendosi in gioco chiedendosi questa cosa: sono in condizioni di poter dare quello che merita a questo pubblico?"

Lo sguardo che fece quando De Laurentiis parlò di scudetto? “La verità la so io, feci quello sguardo per dire che giocatori arrivavano. Al Napoli ho detto di sì per vincere e non per portare lo stipendio a casa, sono fortunatissimo. Non sono venuto per rotolare le giornate, l'unica scappatoia era vincere. Arrivato terzo lo scorso anno mi avete attaccato striscioni che dovevo andare via, anche ora ci sono critiche. C'è chi si diverte bisognerebbe chiedersi se tiene a Napoli oppure no. Sono venuto convinto di fare qualcosa di importante e di stare un po' a Napoli perchè è molto stimolante".

Immortale con lo scudetto? “Non provo niente di particolare, provo solo soddisfazione di aver creato questo sentimento. E' difficile che i napoletani abbiano questa reazione qui, il mio pensiero va a ciò che è stato scatenante. Se loro reagiscono così signigica che ho fatto qualcosa d'importante".

Questa è la squadra più forte che lei abbia mai allenato? "Difficile dirlo, ci sono evoluzioni di calcio giocato. Accostare squadre passate a doggi non so che reazione si possono avere. Sono stato fortunato ad aver allenato squadre forti e calciatori fortissimi, bisogna essere bravi a far venire fuori un discorso collettivo che dia entusiamso perchè dentro una opressione così alta l'entusiamso che si crea dentro il gruppo è un fattore fondamentale e quest'anno è venuta fuori tanta roba. probabilmente qui aiuta molto che è il sentimento della città. Chi verrà agiocare a Napoli dovrà dare qualcosa in più di tutti. Si percepisce l'amore della città, già al semaforo ti guardano".

Su Kvara: "Kvara è un calciatore stupendo, magnifico, delizioso, un top di qualità nonostante sia giovanissimo. Lui è uno che, l'ho detto un paio di volte, bisogna tirarlo dentro la squadra, perchè ha molte cose da imparare e le imparerà e quando lo farà diventerà micidiale. È un super calciatore. in questa scuola c'è tutto questo ragionamento di pensare da collettivo. Nel gol preso da Dia, Kvara era intorno alla palla ma lo ha fatto da attaccante. Dentro la scatola della gara serve anche essere difensore. È un discorso di completamento per essere squadra forte".

Ed infine commenta così a chiosa della conferenza: "Noi siamo contenti del lavoro sviluppato. Di Lorenzo non ha cuore per gli altri, non cala in base a quello che gli si vuole mettere davanti. Tutte queste gare qui necessitano di avere 22 giocatori forti per stare nelle competizioni oppure perdi qualcosa. Il livello deve essere uguale".