Ancora out Kvaratskhelia. Il georgiano non sarà convocato per la prima delle due sfide casalinghe che anticipano la pausa mondiale. Sul ragazzo ormai le fughe di notizie impazzano. Dopo il reale trasloco dalla villa di Cuma all'hotel Britannique, le ipotesi sulla sua questione psicofisica, piuttosto che fisica, assumono toni fantasy.

E se Kvaratskhelia lo avessero rapito gli alieni?

C'è chi giura che il ragazzo sia talmente scosso dalla violazione della sua abitazione e conseguente furto d'auto che non chiuda occhio da quattro giorni. Neanche fosse stato rapito dagli alieni. Gli insider, figure mitologiche che popolano il mondo di mezzo dell'informazione, invece, si affidano al sempre efficiente "dico non dico, ma giuro che so", lasciando alla vocazione al pessimismo dell'utente medio scegliere lo scenario che più soddisfi le proprie pulsioni.

Le notizie che, invece, arrivano da chi lavora all'hotel e lo ha visto dal vivo, raccontano di un Kvaratskhelia fisicamente non al top. Probabile che questa sia la versione più banale della vicenda. Una notizia che non interessa a nessuno, snobbata perché troppo notizia. Meglio far lavorare la fantasia.

E' in questa ricerca compulsiva del retroscena che si fanno avanti i sospetti degli addetti ai lavori o degli ex calciatori accomodati nei salotti tv di casa nostra. Si inseriscono alla perfezione in questo scenario le dichiarazioni di Emanuele Calaiò e Salvatore Aronica, che giurano di non aver mai visto un calciatore avere un colpo della strega e che nessun loro ex collega abbia mai saltato una partita per un problema alla schiena come la lombalgia.

Le teorie del complotto, però, raggiungono vette altissime in breve tempo e tra gli scenari che si fanno avanti due risultano davvero avvincenti, da oscar.

Il primo vuole che i ladri abbiano narcotizzato Kvaratskhelia nel sonno e che dunque il Napoli lo tenga fuori per evitare controlli anti doping che potrebbero dare esito positivo a causa dell'assunzione involontaria di sostanze proibite.

Il secondo è che, nel tentativo di curarsi, il ragazzo abbia usato una pomata contenente un principio attivo ritenuto alterante e che la società attenda a convocarlo per aspettare che lo smaltisca naturalmente. Eddai, come fai a non crederci è tutto così dannatamente thriller. E poi lo ha giurato il nipote del dirimpettaio della fidanzata di mio cugino.

Una garanzia.

Le priorità del main stream

Non lasciare spazio alla fantasia è peccato mortale nella comunicazione sportiva moderna, sempre più interessata a instillare dubbi, piuttosto che fugarli. La partecipazione del lettore alla notizia è la vera mission. Partecipazione che può essere incentivata smettendo di fare il proprio mestiere e relegando al pubblico le considerazioni finali. Ma gli elementi per ricostruire la storia sono selezionati a seconda dell'orientamento che si vuole dare al ragionamento di chi legge.

Succede così per tutto: mercato, rinnovi, infortuni. Stuzzicare il retro pensiero fornisce al lettore quella sensazione di gratificazione personale che fa credere che in fondo ci eri arrivato da solo e questo aumenta l'autostima. Le endorfine che rilascia il nostro cervello quando si ha la sensazione di avere tutto sotto controllo e di dominare la realtà, possono aiutare ad alleviare il dolore, ridurre lo stress e generare una sensazione di euforia e benessere. Sono il vero assegno in bianco a cui puntare.

Il finale è dei lettori

Le tecniche narrative sono quelle dei romanzi. Con particolare attenzione al finale, dicevamo. Da evitare quelli chiusi, ovvero, quelli che rispondono a tutte le domande. In cui ogni personaggio trova la sua quadratura. Ogni cosa spiegata e ogni effetto motivato da una causa. Meglio affidarsi ad un explicit aperto, lasciando alcuni dubbi nella mente del lettore che sarà costretto ad indovinarlo in base agli avvenimenti e indizi della trama. È adatto se si prevede un seguito della storia.

Nel caso Kvaratskelia, parliamo di un epilogo in media res. Il romanzo finisce quando la storia non è ancora finita, ad esempio, con un gesto, una descrizione o un dialogo: il comunicato del Napoli sul riacutizzarsi della lombalgia acuta dopo Liverpool, per esempio.

Si ha la sensazione di un finale sospeso, ambiguo, che vuol dare l’impressione che la storia sia molto più lunga e noi siamo spettatori solo di un segmento.

Se vuoi vendere una storia, ricorda che il finale è dei lettori.