Non c'è futuro. O meglio, non c'è speranza.

A nulla sono valse le azioni del Napoli in questa estate bollente. Prendere Antonio Conte e il suo ricco staff alla bellezza di quasi 25 milioni lordi annui. Aver rifiutato un'offerta monstre per Kvicha Kvaratskhelia dal PSG. Aver acquistato le prestazioni sportive di Alessandro Buongiorno. Aver strutturato la società come si voleva da anni.

Tutto alle ortiche, come ampiamente prevedibile. Perché tutto è perpetuamente scontato. È bastato un tweet del Napoli, seppur discutibile, a scatenare di nuovo tutti coloro che fino alle 8 e 30 di ieri mattina erano seduti in ultima fila ad aspettare un mezzo passo falso. Quelli che non perdonano nulla agli altri ma tutto a sé stessi. Gli infallibili (sic). Coloro i quali sono stati gli assoluti protagonisti del movimento (sic) dal nome autostradale sciolto come neve al sole il 4 maggio del 2023.

Non ci potevano pensare, i giganti. Quelli che erano fieri della scorta perpetuata per 2 lunghi anni. E non calchiamo la mano per non sparare sulla croce rossa. Coloro i quali hanno preso il sacrosanto diritto di critica e l'hanno reso cenere sotto colpi di prosopopea e di parole senza costrutto.

Il risultato è sempre lo stesso. Una piazza che ha davvero difficoltà ad essere serena, a sostenere nel vero senso della parola, che non ha la benché minima contezza della dimensione e di tutto ciò che è stato fatto oltre le possibilità. A volte vien da pensare che sia tutto una enorme allucinazione collettiva. Se non fosse però che questa allucinazione ha portato a dei veri e proprio bunker in quel del Trentino senza possibilità di mettere piede fuori il quartier generale dell'hotel Rosatti.

Non c'è futuro, purtroppo. Nemmeno la speranza, finita da molto tempo.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL_QM8x1xIuFWFmndCRsOjKxW-blarR-WS
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