Non servono allenatori, non servono top player. È ormai inutile, purtroppo, andare ancora una volta sulla sfera tecnica e tattica. Il Napoli ha ancora tutto per essere una delle regine d'Europa. Non deve assolutamente cambiare il suo modus operandi. Assolutamente. Non è questione di calciomercato. Non si deve sperperare denaro in termini di calciomercato approssimativo e dettato dal momento.

Il Napoli deve lavorare ancora una volta mettendo al primo posto l'elaborazione dei suoi lunghi contratti. Deve andare di chirurgia. Deve scegliere ciò che serve nel futuro prossimo. Non deve pensare di cambiare strategia in questi termini. Sappiamo tutti che la proprietà non è una multinazionale; non possiamo permetterci assolutamente di buttare denaro per poi sprofondare.

Il Napoli ha già la sua Champions League assicurata, anche non dovesse entrarci per merito sportivo. Il club, grazie alla sua elevatissima gestione imprenditoriale, è tra le più grandi realtà d'Europa e la prima in Italia in termini di liquidità.

Che non si faccia l'ennesimo errore di questa stagione: spendere di pancia per accontentare chi di imprenditoria ne capisce zero. Il Napoli ha l'obbligo, soprattutto in questo momento così disastrato (sportivamente), di agire con calma e soprattutto guardando al futuro. Per quanto riguarda il lato sportivo, invece, siamo ancora in corsa per gli obiettivi prefissati in partenza.

Cinque punti da recuperare sono nulla, soprattutto vedendo le cifre tecniche dei competitors. Ma per non precipitare totalmente, è arrivato il momento di agire sotto il punto di vista della forza percepita. In maniera roboante. Qui non deve farsi sconti. Il Napoli ha l'obbligo morale, soprattutto per il livello sportivo raggiunto, di strutturarsi in egual misura del proprio percorso imprenditoriale.

Non è questione tecnico o tattica. Non è questione di talento sportivo. Il Napoli sono almeno 20 anni che ci dimostra che sa comprare calciatori di talento.

La situazione attuale, invece, solleva interrogativi cruciali sulla struttura organizzativa del club. La mancanza di figure manageriali competenti incide notevolmente sulla capacità di affrontare dinamiche come adeguamenti tattici, rinnovi contrattuali e cessioni di giocatori.

Il passaggio da Sarri ad Ancelotti è emblematico di come l'assenza di una gestione strategica di alto livello possa impattare negativamente sul rendimento della squadra. È evidente che, al di là dell'importanza degli allenatori, le figure manageriali assumono un ruolo cruciale nell'assicurare la stabilità e il successo a lungo termine del club. La loro capacità di anticipare e risolvere situazioni complesse è fondamentale per una gestione sportiva di successo.

Investire in tali professionisti non solo garantisce una visione strategica, ma contribuisce anche a creare una base solida per il futuro. Il caso Ancelotti non dovrebbe essere considerato un fatto isolato, ma piuttosto un campanello d'allarme per la necessità di una revisione approfondita della struttura organizzativa. La professionalità di figure manageriali all'avanguardia diventa cruciale per navigare le sfide competitive del calcio moderno, andando oltre l'approccio strettamente tecnico degli allenatori.

In conclusione, la vera sfida per il Napoli non risiede solo nel trovare allenatori di spessore, ma nell'investire nelle risorse manageriali in grado di plasmare il futuro del club, costruendo un solido fondamento gestionale che possa resistere alle pressioni e garantire una crescita sostenibile.

Occorre a tutti i costi un team manageriale di prima classe. Di primissima classe. Direzioni tecniche coese ai professionisti del management. Mai più Aurelio de Laurentiis dovrà varcare un tappeto verde o uno spogliatoio. Servono calciatori che tremano dinnanzi la straordinaria caratura delle prossime figure che si dovranno portare a Napoli.

Serve anche una tifoseria che trema dinnanzi a questi uomini. L’unico modo per non sprofondare e vivacchiare in Serie A parte dalla scelta di un grande team manageriale. Con a capo una guida tecnica che porta con sé almeno altri 15 uomini tra tecnici del pallone e tecnici scientifici della medicina dello sport.

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