L'Eintracht dura dieci minuti prima di arrendersi. Il Napoli allarga i confini del suo impero fino in Germania. Glasner, in conferenza, scimmiotta il gioco all'italiana e poi si trasforma in Trapattoni. Bluffava. Ma lo capiamo, perché per giocare viso a viso con gli uomini di Spalletti, oltre ad avere gli attributi, devi essere folle. In questo momento, in Europa, pochissime squadre possono permetterselo. Gli azzurri giocano d'astuzia. Utilizzano il primo quarto d'ora per lanciare qualche esca, convincendo i tedeschi a poter attaccare e lasciare qualche metro dietro la loro linea. L'Eintracht ci casca. E si fa male. Il Napoli è talmente forte mentalmente che, dopo il rigore sbagliato, alza la testa, come fisicamente suggerisce Osimhen a Kvarastkhelia. Il georgiano, nella serata no, regala un assist alla Guti per Di Lorenzo.

La vigilia di Eintracht Napoli

Arriviamo al primo atto degli ottavi di Champions League con l'etichetta di favorita, nonostante di fronte ci sia l'Eintracht, attuale detentrice dell'Europa League. Questo per dire quanto le cose siano cambiate in pochi mesi. Scendiamo in campo con l'eredità di un girone stordito, mortificato e dominato da un gioco planetario, così continuo da non avere precedenti. Gli azzurri sono sulla bocca di tutti gli opinionisti europei. Su quelle di Kvaratskhelia e Rrahmani, immortalati sul volo per Francoforte, invece, c'è spazio solo per sorrisi, come quelli di chi torna a casa dopo tre mesi di lavoro nel fango di una Serie A sempre più razzista e moralmente deflagrata, nella quale, a dire il vero, gli ultras dell'Eintracht, gemellati con i bergamaschi, ci starebbero a pennello.

Spalletti decide per Lozano e Olivera al posto di Politano e Rui. Vuole fisico e strappi, Luciano. Li preferisce al palleggio. Sembra questo l'orientamento nel prepartita. Per il resto formazione tipo. "Non siamo i favoriti, ma non poniamoci limiti. Vogliamo sognare", tuona Giuntoli allo studio Mediaset.

Eintracht Napoli, la partita che non c'è

Pronti, via, bastano 90 secondi per la prima potenziale occasione da gol azzurra. Lancio di Rrahmani, sessanta metri a cercare Kvaratskhelia oltre la linea tedesca, aggancio, palla tesa in mezzo e Zielinski preferisce fare velo per Anguissa invece di provare la botta di prima.

L'Eintracht si posiziona con tutti gli effettivi sotto la linea della palla e riparte con forza in un clima davvero infuocato. I tedeschi urlano come ad un comizio dei primi anni 30, incessantemente. Incutono timore, ma non più di quanto faccia il georgiano al suo diretto avversario Buta, che se li vede arrivare da tutte le parti. Gli azzurri giocano molto a sinistra. Ma feriscono a destra. Lozano sguizza via su un recupero alto di Anguissa e timbra il palo, sul rimbalzo il terzino portoghese sembra in anticipo, sembra, perché Osimhen gli ruba cinque metri in un secondo e si fa scalciare: rigore. Sul dischetto c'è Kvara. Non la alza a sufficienza. Para Trapp. Si resta in parità.

Ma la partita si apre. La apre Lozano, questa sera in stato di grazia. Vola ancora sulla destra, imbeccato da Lobotka, quaranta metri palla al piede prima di pennellare per Osimhen che non sbaglia. Il Napoli è in vantaggio a Francoforte. I tedeschi sono frastornati. Sbagliano ancora ed è ancora il messicano ad approfittarne scattando nuovamente sulla destra con il solo pensiero di offrire al 9 azzurro l'ennesimo cioccolatino. Il sincronismo non è perfetto, il gol viene annullato per fuorigioco.

Il secondo tempo inizia come è finito il primo. Con i tedeschi in bambola. Il Napoli però nei primi dieci minuti sbaglia troppe ultime scelte, clamorosa quella di Kvara, in serata no fin qui, che si lascia ipnotizzare a tu per tu con Trapp. I tedeschi però hanno perso coraggio, misure e speranze. Gli spazi si aprono. Gli azzurri sono padroni e l'espulsione di Kolo Muani per un entrataccia in ritardo su Anguissa, certifica l'imbarazzo tedesco. Da questo momento diventa un allenameto. Attacco contro difesa. Il 77 decide di compensare l'under performance con un tacco da antologia dopo un controllo palla funambolico a liberare la corrente Di Lorenzo, che di sinistro la piazza nell'angolo più remoto della porta. Raddoppio Napoli. Dominio. E forse da questo momento in poi, gli azzurri calano. Non tanto nell'intensità quanto nella cattiveria di ammazzare il discorso qualificazione.

Il Napoli ha preso la Champions per il campionato

Nella storia della Champions, nessuna squadra ha realizzato una media gol a partita (3,14) pari a quella del Napoli. Ed è solo l'ennesimo record di questa stagione immensa. Sarà sicuramente felice Massimo Mauro, che nel prepartita ha tenuto a precisare che fare le prestazioni con il Sassuolo è facile, se sei forte lo dimostri andando avanti in Europa. Accontentato. O forse no. Poco importa. Testa all'Empoli.


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