Il Governo italiano tuona contro i vertici della Figc dopo il caso scommesse, lo scandalo partito dopo l’autodenuncia del calciatore della Juventus, Nicolò Fagioli, si sta allargato a macchia d’olio, e rischia di far saltare teste all’interno dell’organigramma federale.

Le prime parole di denuncia sono arrivate dalla Lega di Matteo Salvini, questa la nota del segretario del Carroccio: “Alla luce di quanto è accaduto e sta emergendo nel calcio italiano tra scommesse, doping, fallimenti sportivi, problemi infrastrutturali e televisivi, crisi economiche: cosa deve accadere ancora per rivoluzionare la guida del movimento? È sempre più necessario, per rispetto di milioni di appassionati e in particolare dei più giovani, un radicale cambiamento a partire dalle dimissioni del Presidente Gravina.

Diversa la linea adottata da Fratelli d’Italia attraverso le parole del senatore Paolo Marcheschi, responsabile Sport del partito della Premier Meloni: "Il calcio italiano ha necessariamente bisogno di un'opera autoriformatrice e il fenomeno delle scommesse rappresenta solo la punta di iceberg di un sistema contraddistinto da tempo da negatività ed episodi che ne dimostrano l'inefficienza. Abbiamo più volte sollevato questa problematica e crediamo che la soluzione a tutto ciò non sia rappresentata dalla richiesta di dimissioni di Gravina, che attengono all'autonomia del sistema calcistico, quanto piuttosto dal verificare se vi siano le condizioni di un commissariamento della Figc da parte del Coni".

In difesa di Gravina è intervenuto direttamente il ministro dello Sport, Andrea Abodi: “In pieno stile italiano, ora si muove una caccia al colpevole ed è un tema che non mi appassiona. Faccio fatica a pensare che i comportamenti dei singoli calciatori e il tema della ludopatia possano essere responsabilità della Federazione. Deve essere chiara la differenza tra gioco legale e illegale. Il gioco legale è trasparente, ha dei limiti alle somme che si possono spendere e i pagamenti sono tracciati. Il gioco illegale non ha nulla di tutto questo. Si deve contrastare la ludopatia, che è espressione di un disagio sociale, ma non si può rendere clandestino un settore economico che è regolato dallo Stato e dal quale lo Stato trae benefici”.